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Il Natale triste degli operai senza futuro

Sciopero ad oltranza degli operai Fiat di Termini Imerese dopo l'irremovibile decisione di Sergio Marchionne

24 dicembre 2009

Sarà un Natale veramente brutto quello delle tute blu di Termini Imerese. Hanno i volti scuri, poca voglia di parlare e tanta rabbia. Gli operai della Fiat e delle aziende dell’indotto sono tornati a casa, dopo la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma, con l’umore nero.
Dentro di loro c'è molta preoccupazione, davanti a loro molte incognite, dopo che l'amministratore delagato Sergio Marchionne a Palazzo Chigi ha ufficializzato che la Fiat non produrrà più auto a Termini Imerese, a partire dal dicembre del 2011. E anche se il ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha assicurato l'impegno del governo perché "il polo industriale di Termini Imerese non può essere chiuso", tra le tute blu cresce la paura di perdere il posto di lavoro: la costruzione della nuova Lancia Ypsilon, assegnata dal Lingotto un anno e mezzo fa alla fabbrica siciliana, è stata ‘dirottata’ in Polonia. I 1.350 operai termitani continueranno ad assemblare l’attuale Ypsilon fino a dicembre 2011.

Ma le tute blu di Termini non vogliono, non possono, non devono rassegnarsi. Ieri, prima di arrivare a Termini Imerese col treno speciale, i lavoratori hanno bloccato per alcuni minuti i binari ferroviari a Messina. Poi, con lo sguardo basso e i nervi tesi, sono tornati a casa dalle proprie famiglie, ad annunciare che quello di domani, purtroppo, non sarà un Natale sereno.
Una delegazione sindacale si è recata davanti ai cancelli della Fiat. Gli impianti ieri sono rimasti fermi per lo sciopero di otto ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm, proprio in occasione della riunione a Palazzo Chigi. "In questo momento serve unità, bisogna fare blocco sociale in difesa della fabbrica", ha detto il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, che ha proposto l’occupazione immediata dello stabilimento e lo sciopero a oltranza per fermare subito la produzione. "Gli operai non possono continuare a lavorare sapendo che tra due anni finisce tutto, considerato che la Fiat è irremovibile - ha detto Mastrosimone - a questo punto la risposta deve essere immediata e senza ambiguità". Mastrosimone ha aggiunto: "vogliamo condividere questa posizione con la Fim e Uilm, perché é necessaria la massima unità in una fase così drammatica per il futuro della fabbrica". Il segretario provinciale della Uilm, Vincenzo Comella, avverte: "Non molleremo, vogliamo continuare a produrre autò".
Anche l'Ugl ha aderito allo sciopero. "L'Ugl ha proclamato uno sciopero a Termini Imerese e a Pomigliano d'Arco, dopo l'esito insoddisfacente del tavolo a Palazzo Chigi", ha dichiarato il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici Giovanni Centrella rimarcando come "Termini Imerese non debba chiudere, si tratta dell'unica fonte economica di tutto il territorio ed è impensabile uno stop della produzione. Anche per lo stabilimento di Pomigliano non abbiamo ricevuto nessuna risposta sul futuro dei 91 lavoratori precari non riconfermati. Se è vero, come ha detto l'ad di Fiat, che in Campania si produrrà la Panda, non riusciamo a capire perché per questi lavoratori non ci possa essere una riconferma''. "Subito dopo le vacanze di Natale - ha concluso Centrella - riuniremo il coordinamento nazionale delle Rsu Ugl del Gruppo Fiat per decidere quali azioni mettere in campo per difendere gli stabilimenti del Sud".

Il ministro Scajola ha ribadito che a gennaio convocherà un tavolo di confronto con la Regione siciliana, la Fiat e le forze sociali "perché Termini Imerese possa avere un futuro industriale: mi auguro ancora con l’auto, in modo conveniente”. "Ci sono risorse che possono essere messe a disposizione - ha detto - e se non riuscissimo a dare un futuro per l’auto, e comunque questa è la prima opzione, non lasceremo soli i lavoratori e lavoreremo su proposte alternative che possano dare uno sviluppo e un percorso di crescita a quel territorio". Per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, "un’eventuale soluzione industriale diversa dall’auto non è in grado di dare una risposta ai lavoratori". Le parole usate da Marchionne, secondo il quale l’unico modo per risolvere la situazione a Termini sarebbe spostare la Sicilia al Nord, non sono piaciute alla delegazione siciliana, presente a Palazzo Chigi. Il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici, le ha definite "arroganti e inaccettabili" e ha chiesto la convocazione "di una seduta straordinaria" del Parlamento siciliano.
Il Pdl-Sicilia ha annunciato l'avvio di una campagna di raccolta firme contro la scelta dell'azienda torinese di voler abbandonare Termini Imerese. "Prendi i soldi e scappa: è questa la vera mission industriale del gruppo Fiat. Sarebbe bene aggiungere questa postilla al piano industriale" ha detto il capogruppo all'Assemblea regionale siciliana, Giulia Adamo. Le firme saranno inviate al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e al capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

- TERMINI ADDIO (Guidasicilia.it, 23/12/09)

 

 

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24 dicembre 2009
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