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Il naufragio della Speranza

Tragedia sfiorata vicino a Linosa, dove un barcone con a bordo circa 300 clandestini si è rovesciato a causa del mal tempo

06 marzo 2006

Un copione, purtroppo, già conosciuto. La replica di una tragedia messa in scena dal fato, o dal caso. Il Canale di Sicilia come ambientazione; immigrati clandestini come involontari attori; la speranza, la disperazione, la forza della natura e la morte, gli elementi drammaturgici...

Erano ormai arrivati alla fine di un viaggio lungo e drammatico, a un passo dalla costa di Linosa, la più piccola delle isole Pelagie. Ma il forte vento, che dall'altro ieri sera soffia dall'Africa, ha rovesciato il barcone su cui si trovavano stipati circa 300 clandestini. Otto donne tra di loro.
Ieri pomeriggio però, la sorte (o il caso) questa volta non ha portato fino in fondo la tragedia, limitando ad un ferito, un uomo che ha perso un braccio nella collisione contro gli scogli, il bilancio di quest'ultimo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia.
Una vittima potrebbe però esserci, almeno stando al racconto degli stessi immigrati. ''Gli extracomunitari che ho visitato mi hanno detto di aver visto almeno un cadavere in acqua, un loro compagno di viaggio morto''. Lo ha detto Enzo Mannino, 38 anni, il medico di guardia dell'isola di Linosa.
Secondo quanto detto la centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo, che ha coordinando le operazioni di soccorso e che prosegue anche oggi nelle ricerche, non ci sarebbero morti. I clandestini sarebbero riusciti a sbarcare tutti sulla scogliera di Punta Calcarella. Ma per il dottor Mannino ci sono altre vittime, ma nessuno ha potuto accertarlo: ''L'unico elicottero giunto a Linosa - ha riferito il medico - è quello del 118, che ha portato via verso l'ospedale di Palermo l'uomo con diverse fratture e che ha l'omero e la mano quasi staccati. Abbiamo lavorato io e i tre carabinieri di stanza sull'isola. Il medico di base sta poco bene ed è a casa. La guardia costiera non poteva attraccare per le condizioni del mare''.
''La popolazione - ha aggiunto - è stata di grande aiuto. Ha fornito cibo, acqua, coperte e tè caldo. Hanno fatto tutti un grande sforzo. Ma in un caso del genere dovrebbe intervenire la Protezione civile. Si tratta di un'emergenza prioritaria. Qui ci sono una decina di donne, tre bambini di circa 10 anni e persone con ferite o fratture ed io sono solo''.
Le ricerche, comunque, sono proseguite anche durante la notte, grazie all'arrivo di un velivolo della Marina Militare provvisto di un apparato di illuminazione notturna.

Il clandestino ferito ha un trauma alla testa ed al torace ed un arto staccato. L'uomo è stato trasportato con l'elisoccorso all'ospedale Civico di Palermo.
Gli altri extracomunitari, che presentano diverse contusioni e sintomi di assideramento, sono stati subito assistiti dal personale medico del 118, che ha raggiunto Linosa in elicottero. Nel corso della notte, sono stati trasferiti a Lampedusa 29 dei 275 immigrati, fra cui le otto donne e un ragazzo.
''Provengono da Paesi del Maghreb e del Centro Africa - ha raccontato Carmelo Ardizzone, delegato sindaco di Linosa -. Subito dopo essere sbarcati, alcuni di loro hanno cercato di rifugiarsi in alcune case disabitate. Abbiamo avuto qualche difficoltà anche perché a Linosa vivono in inverno solo 500 persone e le forze dell'ordine sull'isola sono rappresentate da tre carabinieri e un vigile urbano''.
Il barcone si è incagliato a pochi metri dalla riva, finendo sugli scogli di pietra lavica di Punta Calcarella. Alcuni degli extracomunitari hanno raggiunto a nuoto l'isola, altri aggrappati sugli scogli nelle vicinanze dell'imbarcazione arenata, sono stati recuperati grazie all'aiuto degli isolani e dei carabinieri, che hanno poi proceduto a una prima identificazione degli immigrati.
Le ricerche di eventuali dispersi nel naufragio, sono riprese stamani all'alba. Due motovedette della Guardia Costiera stanno perlustrando il tratto di mare prospiciente Punta Calcarelli, dove si è arenato il barcone.
In giornata dovrebbe essere completato il trasferimento di tutti gli extracomunitari nel centro di prima accoglienza di Lampedusa.

E un'altra tragedia del mare nel Canale di Sicilia si è consumata sabato scorso: un altro barcone si è rovesciato, forse per una lite tra i clandestini a bordo, tra Malta e l'isola di Gozo, a due miglia dalla costa. I soccorritori hanno recuperato quattro superstiti e il cadavere di un immigrato; altri nove extracomunitari risultano ancora dispersi. I naufraghi hanno riferito di essere partiti venerdì sera dalla baia di Armier, nella zona settentrionale di Malta, e di essere diretti in Sicilia.
La polizia maltese ha accertato che gli immigrati - originari del Sudan, della Costa D'Avorio e di altri paesi del Centro Africa - erano fuggiti nei giorni scorsi dai centri di detenzione di Safi e Hal Far, sempre sull'isola di Malta. Gli investigatori sono anche riusciti a identificare, a tempo di record, i cinque componenti di una banda, capeggiata da un sudanese, che avrebbe organizzato il viaggio. I sopravvissuti hanno raccontato di avere pagato 1000 dollari ciascuno per la traversata.

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06 marzo 2006
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