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Il nemico ci ascolta...

Berlusconi alla platea di Confcommercio: "Siamo tutti spiati. La situazione è intollerabile. Questa non è vera democrazia"

17 giugno 2010

"Siamo tutti spiati, 150 mila telefoni sono sotto controllo. La situazione è intollerabile". E' quanto ha sostenuto ieri Silvio Berlusconi nel suo intervento all'assemblea di Confcommercio presso l'auditorium della Conciliazione. Il premier è tornato a soffermarsi sul nodo delle intercettazioni, puntando il dito sulla "piccola lobby di magistrati e giornalisti che si oppone alla legge che abbiamo portato avanti".
"Ormai non c'è più la libertà di parola, questa non è vera democrazia" ha concluso chiedendo "se è possibile essere spiati in questa maniera. Non è possibile violare le nostre comunicazioni".

Il Cavaliere ha ripercorso l'iter del ddl: "Prima abbiamo discusso quattro mesi, poi abbiamo presentato questa legge al Cdm, è andata alla Camera e ci è rimasta undici mesi, poi è passata al Senato e c'è stata tantissimi mesi ancora. Adesso, alla Camera, si parla di metterla in calendario per settembre, poi dobbiamo vedere cosa dirà il capo dello Stato e se riterrà poterla firmare. Poi sicuramente quando sarà diventata legge non piacerà ai soliti pm della sinistra che ricorreranno alla Corte costituzionale che, secondo quanto ho sentito, potrebbe abrogare il provvedimento. Questa è la situazione del nostro paese dove dobbiamo lavorare", ha lamentato Berlusconi che si è detto "scoraggiato" per le lungaggini burocratiche e i tanti lacci e lacciuoli che impediscono al presidente del Consiglio di agire.
"Hanno tolto ogni potere al presidente del Consiglio", ha ripetuto più volte il Cavaliere che rimpiange, ha detto, "il suo mestiere di imprenditore". Da qui l'invito a riformare la Carta e la nostra architettura istituzionale. "Bisogna riformare la nostra Costituzione, occorre riformare profondamente le istituzioni del nostro paese. L'architettura istituzionale, creata dai nostri padri costituenti, è stata scritta dopo venti anni di regime fascista e risentiva della dittatura" ha affermato Berlusconi che sulle difficoltà del Governo ha ironizzato: "Tra il dire e il fare in Italia c'è di mezzo non solo il mare ma addirittura l'oceano... e quando un imprenditore come me deve passare sotto continue forche caudine certe volte mi viene la voglia di dire ma chi me lo fa fare ritorno a fare quello che facevo prima o semmai me ne vado in pensione...". Ma ha assicurato che "continuerà a lavorare".
Da qui l'annuncio che per garantire la più ampia libertà d'impresa e dare luogo ad una vera e propria "rivoluzione liberale" che cambierà il rapporto tra lo Stato e i cittadini: il governo afferma, procederà infatti prima con una legge ordinaria e poi con la revisione dell'articolo 41 della Costituzione. La riforma che consentirà di evitare di "passare il calvario" di autorizzazioni se si vuole, ad esempio, aprire un negozio in un'altra città o di aprire "una pizzeria senza richiedere nessuna autorizzazione con lo Stato che a posteriori avrà la possibilità, entro 30, 60 o 90 giorni, di effettuare controlli".
Novità anche per quanto riguarda la giustizia penale: "Stiamo preparando una grande riforma - ha spiegato - Spero che una volta che arriverà in Parlamento, venga approvata entro la legislatura".

Dura la reazione del segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani alle affermazioni di Berlusconi: "Siamo in presenza di affermazioni scomposte e propositi pericolosi. Mi fa impressione la strana contabilizzazione delle intercettazioni che ha fatto Berlusconi, fino a dare l'idea che noi saremmo in una sorta di Grande Fratello, in uno stato di polizia. Questo terrorismo ad personam non va bene, perché non si può prendere a pretesto il problema per mettere dei limiti alle investigazioni e alla libertà di informazione. Questo è terrorismo e lascia il tempo che trova".
Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ha smentito le cifre citate da Berlusconi: "nel 2009 - ha spiegato - le utenze telefoniche intercettate sono state 119.553, le cimici piazzate in ambienti pubblici e privati sono state 11.119, mentre le 'altre tipologie di bersaglio' sono state 1.712, per un totale di 132.384 intercettazioni. Il tutto al costo di circa 272 milioni di euro, un dato di poco superiore alla media di spesa degli anni 2003-2009, secondo i dati dell'Anm". Il vice presidente Gioacchino Natoli, a proposito dei costi, ha sottolineato: "Le spese vengono anticipate dallo Stato, ma in caso di condanna vengono recuperate a carico dei condannati".
Per l'associazione dei magistrati la riforma avrà "conseguenze gravissime" sulla lotta al crimine dato che impedirebbe intercettazioni ambientali in moltissimi luoghi come i bagni delle scuole, dove "tale strumento investigativo ha spesso consentito di individuare gli autori di reati di pedofilia". Inoltre, ha concluso l'Anm, "con la nuova legge non sarebbero stati individuati gli autori dell'omicidio D'Antona".

- Ecco l'Italia delle intercettazioni... di Piero Colaprico

 

 

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17 giugno 2010
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