Il neo ministro dell'Ambiente comincia col piede sbagliato
Corrado Clini sul ritorno al nucleare: "Sul ritorno al nucleare bisognerebbe riflettere molto, ma è un sì a certe condizioni"
Favorevole al ritorno del nucleare anche se a determinate condizioni. Così si è dichiarato il neoministro dell'Ambiente Corrado Clini intervenendo alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" su Rai Radio2.
"Il ritorno al nucleare è un'opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto - ha detto Clini - anche se quello che è avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Però di base la tecnologia nucleare rimane ancora, a livello globale, una delle tecnologie chiave. Quindi sì a certe condizioni".
Le reazioni, ovviamente, non si sono fatte attendere. "Spiace rilevare che il nuovo ministro dell'Ambiente guarda indietro piuttosto che al futuro del Paese - ha commentato il responsabile Ambiente del Partito Democratico Stella Bianchi - Non comprendiamo bene i suoi riferimenti a un ipotetico ritorno al nucleare, dopo la tragedia di Fukushima e la sonora bocciatura degli italiani con il referendum del giugno scorso". Analogamente Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, ha ricordato che "sul nucleare gli italiani si sono espressi con chiarezza e lo hanno rispedito al mittente senza possibilità di equivoco. Mi auguro che il neoministro Corrado Clini non sprechi un solo attimo del suo tempo su un binario morto come il nucleare. Una scelta sbagliata, insicura e antieconomica per l'Italia".
A stretto giro la replica anche dell'Idv. "Se il buongiorno si vede dal mattino oggi non è un buon giorno per l'ambiente - ha dichiarato Antonio Di Pietro - Alla prima dichiarazione pubblica il ministro Corrado Clini ha già sbagliato due volte. In primo luogo perché ritiene che in Italia bisogna considerare l'opzione nucleare, in secondo luogo perché, esercitando uno strumento di democrazia diretta, il popolo italiano ha bocciato con il 95% questa tecnologia obsoleta e pericolosa. Mi auguro che questo governo rispetti la volontà dei cittadini".
Sulla stessa scia il giudizio dei Verdi. "Dispiace dover essere noi a ricordare al neoministro dell'Ambiente che lo scorso 12 e 13 di giugno 27 milioni di italiani attraverso un referendum hanno detto no al ritorno del nucleare in Italia - ha detto il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli - Si tratta di una espressione chiara ed inequivocabile, espressa attraverso un istituto costituzionale che non può essere né ignorato né aggirato". Ha aggiunto Bonelli: "Se in materia energetica il neoministro dell'Ambiente intende riaprire il dibattito 'nucleare sì' o 'nucleare no' si parte con il piede sbagliato. L'esito del referendum va rispettato a partire da chi rappresenta la Repubblica nelle istituzioni".
Per Greenpeace, "il ministro si presenta male". "Il nuovo ministro dell'Ambiente si presenta male - ha detto Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia -. A parte ogni considerazione sul declino del nucleare in tutto il mondo, Clini dovrebbe ricordarsi che su questo tema è appena stato tenuto un referendum che ha bocciato l'ipotesi nucleare a larghissima maggioranza". "Se Clini pensa di riproporre soluzioni vecchie e pericolose, compresi gli Ogm che gli italiani rifiutano quanto il nucleare - conclude il direttore dell'associazione ambientalista - e se continuerà ad ostacolare come ha fatto in questi anni una politica di salvaguardia del clima, confermerà che questo governo ripercorre la stessa ottusa politica del passato".
Ieri sera, sul nucleare è arrivata la correzione di rotta del ministro: "Non ho certo intenzione di riaprire una questione già risolta in modo chiaro con il referendum e sono impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili", ha detto Clini.
Durante la trasmissione radiofonica, comunque, il neo ministro si era espresso anche sulla Tav (opera "da fare assolutamente") e sul ponte sullo Stretto di Messina ("occorre capire se sia un'opera prioritaria per l'Italia. Il progetto, comunque, è un'opera di ingegneria bellissima").
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]