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Il New York Times esalta il "vino naturale" siciliano

Il popolare quotidiano americano cita la cantina di Arianna Occhipinti, imprenditrice under 30 di Vittoria, che imbottiglia uve prodotte da coltivazioni biologiche

31 gennaio 2012

Il New York Times, forse il più importante quotidiano del mondo, in un articolo dello scorso 24 gennaio, in cui si parla di vini naturali, cita una produttrice di vino siciliana under 30. Nel pezzo l'autore Eric Asimov si interroga su che cosa sia il vino naturale e in quale misura sia stato inflazionato negli anni anche dai critici più persuasivi come Robert Parker.
Parte proprio dalla definizione di naturale: "Per alcuni il termine estremo, può significare senza aggiunta di anidride solforosa, un rischio, dal momento che questa sostanza chimica è stata utilizzata fin dall'antichità come stabilizzatore del vino. Senza di essa, il vino deve essere fatto con igiene scrupolosa e trasportato e trattato con cura, o può rovinarsi. Altri accetteranno l'uso di zolfo, ma insistono sulla fermentazione di vino solo con lieviti naturali, piuttosto che cercare di guidare la fermentazione, selezionando ceppi di lieviti particolari e aggiungerli al mosto".
"Ogni genere di vino, indipendentemente da come esso è definito, comprende anche quelli che sono di scarsa qualità. Ho bevuto i cosiddetti vini naturali, che avevano un sapore di palude. Ne ho bevuto alcuni che semplicemente non mi piacevano, che non incontravano il mio gusto. I migliori sono i vini che io amo, i vini frizzanti di Andrea Calek, realizzato in Ardèche, i vini splendidi multiforme di Arianna Occhipinti, dalla Sicilia, la cuvée molto complessa di Jean-François Ganevat nel Giura, o il brillante vino da anfore di fermentazione di Josko Gravner, in Friuli-Venezia Giulia".
"Il fatto che si è oggi molto più consapevoli sulle pratiche viticole e la cantina - prosegue nel pezzo - lo si deve ad una vecchia generazione di produttori, scrittori, importatori e altri nel commercio che ha ispirato il genere di vini naturali, come lo scienziato francese Jules Chauvet, che ha condotto all'inizio esperimenti con il biossido di zolfo, il produttore Beaujolais Marcel Lapierre, il suo importatore americano Kermit Lynch, e anche lo stesso signor Parker, che ha messo anni a criticare molte delle peggiori pratiche di produzione di massa del vino".
"I vini naturali offrono un ideale - molti ideali - che hanno influenzato il mondo del vino, non importa quanto diano fastidio", ribadisce Asimov. Dunque meglio prenderli in considerazione piuttosto che considerarli una minaccia. [Lasiciliaweb.it]

- Wines Worth a Taste, but Not the Vitriol by Eric Asimov (NYT)

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31 gennaio 2012
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