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Il NIT di Siracusa arresta altri quattro mostri

Arresti, indagati e perquisizioni in tutta Italia. Online filmati di torture e violenze sessuali su bambini di 4-5 anni

06 maggio 2009

Nemmeno i carabinieri e i finanzieri del Nucleo Investigativo Telematico (NIT) di Siracusa, abituate loro malgrado alla visione di ogni sorta di atrocità, hanno retto all'orrore delle immagini che sono stati costretti a vedere: filmati di violento, spietato e abominevole sadismo, con torture e violenze sessuali nei confronti di bambini e bambine di 4-5 anni sui siti pedopornografici.
Tali atrocità al centro dell'operazione contro la pedofilia su Internet denominata "Veritate", nella quale sono stati arrestati quattro individui e 53 sono stati indagati. L'operazione è coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa che ha disposto anche perquisizioni in quasi tutta Italia. I controlli sono stati eseguiti dal Nucleo investigativo telematico (NIT) con l'ausilio di trecento militari, tra Carabinieri e Guardia di finanza, e coordinati dal procuratore Ugo Rossi.

I quattro arresti di oggi si vanno ad aggiungere agli altri quattro avvenuti il 29 aprile scorso nella stessa operazione (LEGGI), oltre a cinquantasette perquisizioni in quindici regioni (Veneto, Lombardia, Sicilia, Campania, Lazio, Emilia, Toscana, Liguria, Puglia, Piemonte, Sardegna, Marche, Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia).
A Milano è stato arrestato un cinquantenne, dirigente di una nota industria dolciaria; a Vicenza un impiegato di 49 anni; a Torino un uomo di 31 anni impiegato presso un'azienda privata e a Siracusa è finito in manette un uomo di 32 anni. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip Tiziana Carrubba. L'accusa: produzione di materiale pedopornografico.

Le indagini sono state avviate dopo le denunce di Telefono Arcobaleno, organizzazione che da 13 anni si occupa dei diritti dell'infanzia ed ha maturato un'esperienza riconosciuta a livello internazionale nella lotta alla pedofilia on line, e si sono avvalse della collaborazione dell'Interpol di Lione e della Polonia. Sembra che per le indagini sia stata decisiva l'acquisizione e l'elaborazione dei dati telematici trasmessi al NIT dall'Interpol polacca, attraverso il centro Interpol francese.

Alcuni terribili dati di Telefono Arcobaleno - I clienti pedofili italiani sono triplicati in pochi anni. La macchina criminale del business pedofilo viaggia spedita 365 giorni all'anno e purtroppo, gli italiani rispondono sempre più numerosi, incidendo ormai per il 6,5% ull'intero mercato mondiale, contro il 2% del 2003. A sostenerlo è Telefono Arcobaleno, che ha presentato la sua relazione quadrimestrale. Telefono Arcobaleno ha effettuato oltre 5000 denunce nei primi quattro mesi del 2009: 1.385 segnalazioni al mese, 776 alla settimana, 50 al giorno. Con punte che hanno superato le 2.000 in un mese e 100 in un giorno.
"Se il 2008 si è confermato anno record della pedofilia on-line con un incremento del 149% al 2003 ad oggi nelle 5.434 segnalazioni di questo report quadrimestrale - ha dichiarato Giovanni Arena, presidente dell'Organizzazione - qualcosa è drammaticamente cambiato nei contenuti dei siti pedofili: i video e le fotografie di genere ''sadico'' sono raddoppiati, mentre si è abbassata drasticamente l'età dei bambini sfruttati. Nulla purtroppo è cambiato, sul fronte del pedo-business, una macchina inarrestabile che continua l'immissione nel mercato di nuovi visi e nuovi corpi, utilizzando ogni possibile risorsa di promozione diretta e indiretta. Il pedobusiness intanto muta e fa proprie linee immateriali di criminalità che permettono di sfuggire alle regole correndo meno rischi".

L'indagine che ha portato alla maxi operazione "Veritate" del NIT,a Siracusa, scaturisce da una delle 233.138 segnalazioni fatte da Telefono Arcobaleno che invita ad una riflessione attenta sull'evoluzione continua della pedofilia in internet e conseguentemente, sul ruolo che ciascun soggetto è chiamato a svolgere per porre sotto controllo questo dramma.
Arena, a margine di questa operazione, ha segnalato come nel Decreto Sicurezza siano state dimenticate le vittime del pedobusiness. Per i bambini che subiscono violenze sessuali dirette, infatti, la legge prevede il gratuito patrocinio dello Stato. Nel Decreto Sicurezza del governo invece i minori sfruttati sessualmente da pedofili per produrre e diffondere materiale pedopornografico non sembra abbiano gli stessi diritti. Eppure circolazione di immagini che riportano lo strazio di circa 40.000 bambini in tutto il mondo riguarda prevalentemente bambini e bambine dai 7 ai 9 anni, vittime evidentemente dimenticate. "Insomma, è in atto - ha detto Arena - un processo culturale pericoloso, che tende a considerare la pedofilia on line un crimine virtuale e non una vera e propria atrocità contro l'umanità, che coinvolge bambini veri e sempre più piccoli, sfruttati per alimentare ogni giorno un infame mercato di esseri umani".

Il governo pensa alle "ronde virtuali" per combattere la pedofilia su internet - 'Ronde' virtuali dei minori su internet per andare a combattere il fenomeno della pedopornografia sul web. E' quanto prefigura il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, intervenendo a Roma all'iniziativa della Fondazione di Luca Barbareschi 'Parla con noi' in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia che si è tenuta ieri.  "Mi riferisco - ha chiarito la Meloni - a una sorta di 'ronde' virtuali: non di una realtà organizzata come quella che tante associazioni svolgono meritoriamente sul territorio, ma di una realtà molto più spontanea che può fare la differenza". Ha infatti ricordato il ministro: "Può capitare spesso di incappare sulla rete in questo genere di reati e di non denunciarli per paura, per ignoranza, per il timore di finire in qualche maniera coinvolti o per semplice distrazione. Un discorso che riguarda la pedopornografia come anche il contrabbando di organi. Su questa ipotesi - informa - abbiamo avuto un rapporto epistolare con la Polizia postale, su come utilizzare la grande energia rappresentata dai giovani italiani che navigano in internet, responsabilizzandoli rispetto alla possibilità di incontrare reati e di denunciarli".
Per il ministro, "serve una grande campagna di sensibilizzazione e di responsabilizzazione dei giovani italiani, creando una sorta di rete non organizzata ma spontanea, semplificando il messaggio sul come si fa a denunciare questi reati e sul fatto che non si corrano rischi a farlo. C'è chi incappa in certi messaggi e filmati magari scaricando un'immagine o una musica e non li denuncia perché in qualche maniera ha commesso anche lui un reato. Ma c'è un livello ben diverso di gravità del reato - ha sottolineato Meloni - per cui si deve trovare una formula per fare in modo che le persone comunque abbiano la libertà di denunciare un reato di una gravità tale come la pedopornografia".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it, La Siciliaweb.it, AGI, Adnkronos/Ing]

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06 maggio 2009
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