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Il nostro non è un Belpaese per gli stranieri

L'Agenzia Onu per il lavoro: ''L'Italia, xenofoba e razzista, viola i diritti umani''

20 marzo 2009

L'ILO, l'agenzia Onu per il lavoro, nel suo ultimo rapporto sull'applicazione delle Convenzioni e Raccomandazioni internazionali fotografa un'Italia in cui vige un clima di intolleranza verso gli stranieri, in particolare Rom. La colpa, secondo l'agenzia, sarebbe anche dei leader politici italiani, colpevoli di usare una "retorica aggressiva e discriminatoria nell'associare i rom alla criminalità, creando così un sentimento di ostilità e antagonismo nell'opinione pubblica".
"E' evidente e crescente l'incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti asilo e rifugiati, compresi i Rom. Chiediamo al governo di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status".

L'agenzia dell'Onu, formata da venti giuslavoristi provenienti da tutto il mondo, che verifica costantemente l'osservazione delle norme da parte dei governi, chiede quindi delle risposte da parte di Roma entro il 2009, sollecitando misure ed interventi "per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". Un clima di intolleranza che se condo l'analisi del Comitato ha un impatto anche sugli standard minimi di protezione "dei diritti umani e del lavoro" nonchè sui livelli di vita e le condizioni lavorative, ponendosi in contrasto con la convenzione 143, sulla "Promozione della parità di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti", ratificata dall'Italia nel 1981. Un vero e proprio duro richiamo all'ordine, dato che il Governo "ha il dovere di assicurare" anche ai lavoratori illegali i loro diritti nel rispetto delle norme su "remunerazioni, sicurezza sociale e altri benefits".

Le critiche e le richieste dell'Ilo si basano su quanto riportato dal Comitato consultivo della convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali in Europa (Acfc), che aveva già denunciato le dure condizioni di detenzione per gli immigrati irregolari, in attesa di rimpatrio. Ma si basano anche sulle osservazioni di un altro organismo dell'Onu per l'eliminazione della discriminazione razziale (Cerd), che ha rilevato "gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell'Africa, dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti, salari bassi e dati in ritardo, orari eccessivi e situazioni di lavoro schiavistico in cui parte della paga è trattenuta dall'impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua né elettricità". I rapporti Onu mettono in evidenza anche i "continui dibattiti razzisti e xenofobi essenzialmente contro immigrati non europei, discorsi ispirati dall'odio contro gli stranieri e maltrattamenti delle forze di polizia verso i Rom, specialmente quelli di origine romena, durante i raid per lo sgombero dei campi".
Insomma, una lunga lista di accuse che vanno dalla questione delle impronte digitali alla "retorica discriminatoria di alcuni leader politici che associano i Rom alla criminalità, creando nella pubblica opinione un clima diffuso di ostilità, antagonismo sociale e stigmatizzazione". Pertanto, il Comitato di esperti dell'Ilo non può che esprimere "profonda preoccupazione" e invita il governo italiano a prendere "le dovute misure affinché ci sia parità di trattamento, nelle condizioni di lavoro, per tutti i migranti".

La reazione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, davanti ai contenuti del documento del Comitato di esperti dell'Ilo è stata dura tanto quanto le accuse dell'agenzia Onu. "Il Rapporto è falso e contiene cose da respingere al mittente". Per Frattini espressioni come "intolleranza" o "discriminazione" nei confronti degli immigrati sono utilizzate "in modo gravemente inaccettabile nei confronti dell'Italia e delle autorità italiane". Per questo l'Italia "ha già espresso" la propria "indignazione". "Ci auguriamo che si tratti di una sfortunata pagina dell'attività di un'istituzione, l'Ilo, che l'Italia rispetta e con la quale intende continuare a collaborare" prosegue la nota.
Due in particolare i punti critici sottolineati dal ministro. Gli autori del documento, secondo il governo, "non considerano che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorità italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanità". Inoltre, sempre secondo Frattini, il rapporto ignorerebbe "completamente la situazione di diffusa illegalità in cui si trovano in Italia molte decine di migliaia di immigrati la cui doverosa espulsione resta tuttavia soggetta a leggi che garantiscono la piena tutela davanti alle autorità giudiziarie competenti". E, ancora, gli autori trascurerebbero "l'impatto negativo che la presenza di immigrati clandestini che spesso sono autori di reati o in maggioranza dediti ad attività lavorative irregolari rappresenta presso la popolazione italiana e non italiana residente e rispettosa delle leggi".
Nessuno scandalo invece per la Caritas: "Da anni esprimiamo preoccupazione per forme di intolleranza e discriminazione verso gli immigrati, e in modo particolare nel mondo del lavoro" ha commentato il responsabile immigrazione Oliviero Forti.

Seccata anche la reazione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che punta a sminuire il peso del rapporto: "Non è un atto ufficiale ma solo il recepimento da parte degli esperti, che verificano l'attuazione delle Convenzioni Internazionali, di ipotesi tutte da dimostrare". Ed è a questo punto che Sacconi, senza fare nomi, punta il dito contro dei presunti ispiratori nel nostro Paese: "Come al solito è molto probabile che queste sollecitazioni siano pervenute dall'Italia".
Chi invece considera "grave" il documento e invita Sacconi a non "sottovalutarlo" è Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro alla Camera. "La distinzione tutta formale tra atti ufficiali e documenti interni e l'elevato livello della critica - aggiunge il democratico - dovrebbe portare il governo ad esaminare tempestivamente e in modo approfondito il profilo della sua azione su questi temi".

[Informazioni tratte da Repubblica.it (articolo di V. Longhi), Corriere.it, Agenzia multimediale italiana (ami)]

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20 marzo 2009
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