Il nucleare iraniano: una minaccia incombente per tutti o una legittima scelta per il progresso del Paese?

Il dossier sul programma nucleare iraniano ''sarà trasmesso al Consiglio di Sicurezza dell'Onu''. Questo l'annuncio dell'ambasciatore americano alle Nazioni Unite a Vienna, Gregor Schulte, al termine della riunione del board dell'Aiea, l'agenzia dell'Onu per l'energia atomica, sulla vicenda.
Gli Stati Uniti, stando alle perole del sotto-segretario di Stato Nicholas Burns, vogliono che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la prossima settimana, ''discuta la possibilità di una risoluzione che isoli Teheran e, auspicabilmente, ne influenzi il comportamento''. ''Se l'Iran non risponderà in modo positivo, allora - ha aggiunto Burns - bisognerà pensare alle sanzioni''.

La decisione di trasmettere il dossier all'Onu era stata anticipata poche ore prima quando il delegato americano aveva intimato a Teheran di porre fine all'arricchimento dell'uranio altrimenti avrebbe dovuto ''far fronte a conseguenze''. Il governo americano - aveva spiegato - non è disposto a credere all'Iran quando dice che il suo programma nucleare è solo per uso civile: a suo dire Teheran dispone di uranio sufficiente per costruire dieci ordigni.
Durante il consiglio dei Governatori dell'Aiea, è stata inoltre formalizzata la posizione dell'Unione europea, ovvero: l'Iran deve rinunciare subito a tutte le ricerche sul nucleare se vuole evitare che sia il Consiglio di sicurezza dell'Onu a imporlo. L'Ue ha sottolineato anche che la decisione assunta il mese scorso da Teheran di limitare le ispezioni internazionali alle centrali, dopo che l'Aiea aveva deciso di notificare al Palazzo di Vetro il caso iraniano, ha rafforzato i dubbi della comunità internazionale sulle vere finalità del programma nucleare del regime degli ayatollah. Se vuole evitare all'ultimo minuto un deferimento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l'Iran deve fermare ogni attività di arricchimento di uranio e cooperare appieno con l'Aiea.

Una situazione che ha aumentato la tensione, anche se il direttore generale dell'Aiea, Mohamed El Baradei, ha parlato di un ''dialogo politico che continua''. El Baradei ha detto che durante la riunione una grande maggioranza si è detta in favore di un interessamento del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, alla luce delle inadempienze dell'Iran e del suo rifiuto di soddisfare le misure di fiducia richieste. A questo punto, ha aggiunto, la cooperazione con l'Aiea e le ispezioni devono andare avanti e il dialogo con l'Iran dev'essere proseguito.

Quella dell'Iran è però una replica a muso duro. ''L'Iran resisterà alle pressioni politiche sul proprio programma nucleare e non accetterà di essere umiliato''.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad risponde così alla decisione dell'Aiea: ''Il tempo delle intimidazioni è finito''.
''Sapevamo che lungo la nostra strada in direzione del progresso avremmo dovuto far fronte a simili ostacoli e sapevamo anche che non abbiamo altra possibilità se non quella di resistere'', ha dichiarato oggi il presidente iraniano, durante un discorso a Pole-Dokhtar, nella provincia occidentale del Lorestan, secondo quanto riferito dall'agenzia ISNA.
Ahmadinejad ha quindi citato l'Imam Hussein, nipote di Maometto, che prima della battaglia di Kerbala, nel 680 d.C. (dove poi venne ucciso, martirio che viene ricordato nella ricorrenza dei giorni dell'Ashura) respinse un'offerta di tregua di Yazid dicendo ''Sia io dannato se cedo all'umiliazione''.
Ahmadinejad ha poi reso noto di aver parlato con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan sulla natura ed il ruolo degli organismi internazionali e di avergli chiesto: ''se l'Onu è stata creata per difendere il diritto delle nazioni o per privarle dei loro diritti''.

- ''Carte scoperte, subito'' di Franco Venturini (Corriere.it)

[Foto tratta dal sito della CBS]