Il nucleare? Pure buono...
A ventun'anni dal referendum che disse no al nucleare, oggi gli italiani sembrano ripensarci
L'8 e il 9 novembre del 1987 gli italiani furono chiamati per votare tre quesiti referendari sul nucleare (si votò anche per altri due referendum sulla giustizia). Con quel referendum abrogativo fu "di fatto" sancito l'abbandono da parte dell'Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico ed infatti di lì a poco le quattro centrali nucleari in Italia [la Centrale di Latina (Lazio), la Centrale di Trino Vercellese (Piemonte), la Centrale di Caorso (Emilia-Romagna), la Centrale del Garigliano (Campania)] furono chiuse. Tuttavia ancora oggi i rifiuti radioattivi non sono custoditi in condizione di massima sicurezza. Inoltre resta ancora da effettuare il totale smantellamento, la rimozione e la decontaminazione (operazioni definite di "decommissioning") di strutture e componenti degli impianti nucleari in Italia. Insomma, da vent'anni l'Italia, per il volere sovrano della popolazione, non produce più energia con l'ausilio del nucleare ma continua a mantenere vere nel proprio ventre delle vere e proprie bombe ambientali ("Report" - 02 novembre 2008).
Non è però di questo che vogliamo parlare, ma dei risultati della recente indagine realizzata dall'Istituto Demos e curata da Ilvo Diamanti, Luigi Ceccarini e Fabio Bordignon con la collaborazione di Natascia Porcellato (il sondaggio è stato condotto da Demetra dal primo all'8 ottobre 2008 su un campione, di 1300 persone rappresentativo della popolazione italiana con oltre 15 anni per genere, età, titolo di studio e zona geopolitica di residenza): ebbene, a ventuno anni dai referendum che hanno sancito l'abbandono dell'energia nucleare, l'Italia sembra ripensarci e il 46,8% si scopre favorevole alla costruzione di centrali atomiche nel nostro paese, il 44,1% resta contrario e il 9% non ha una opinione precisa.
Dunque oggi, secondo il sondaggio, gli italiani sembrano aver cambiato idea, ma se il 46,8% in genere è favorevole, resta ancora valida la sindrome 'Nimby' (Not in my backyard, Non nel mio giardino, ndr) e la percentuale si abbassa quando si tratta di costruire una centrale nella propria provincia. Secondo i dati, la percentuale di contrari sale infatti al 50,2% quando si tratta di costruire nella propria provincia. E, a sorpresa, sono proprio i più giovani, che non hanno preso parte al referendum di oltre vent'anni fa, a esprimere il parere maggiormente negativo. Infatti, se i contrari alla costruzione di centrali nucleari in Italia sono il 44%, il dato si alza tra i più giovani, in particolare tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni (48%) e nella fascia tra i 35 e i 44 anni, dove tocca il 50%. Se invece consideriamo quanti non vogliono la centrale nella propria provincia di residenza, sono sempre le generazioni più giovani ad esibire l'opposizione più netta: tra i 15 e i 44 anni, infatti, sono oltre il 54% ad esprimersi negativamente, contro una media del 50%.
Altro dato interessante è quello che illustra un'Italia divisa in due anche sul nucleare: se il Nord tende ad essere più favorevole al suo ritorno, il Centro e il Sud continuano a mostrare scetticismo. In particolare, è il Nord Ovest a manifestare maggiore apertura, sia per la costruzione di centrali in Italia (54%) che nel territorio (46%). I più scettici sono invece i cittadini del Centro: il 37% accetterebbe la costruzione di una centrale nella propria provincia, mentre è il 43% ad auspicarne la costruzione nella penisola.
Anche la variabile elettorale offre spunti interessanti di riflessione e aiuta a comprendere come le posizioni discendano anche - e soprattutto - da ragioni "politiche". La spaccatura tra destra e sinistra, in altre parole, divide anche tra favorevoli e contrari alla costruzione di centrali nucleari. Gli elettori di PdL e Lega Nord, ma anche quelli dell'Udc, si distinguono per il grande favore con cui vedono la costruzione di centrali, sia in Italia che nella realtà locale. Le aree di maggiore scetticismo (o di aperta opposizione) si concentrano invece tra gli elettori del Pd, dell'IdV e, soprattutto, della Sinistra Arcobaleno.
[Informazioni tratte da Apcom, Repubblica.it]
- Il ''Sì al nucleare'' del presidente Raffaele Lombardo (Guidasicilia.it, 03/11/08)