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Il nuovo presidente della Repubblica è... quello vecchio!

Rieletto Giorgio Napolitano: la migliore soluzione possibile o il fallimento totale della politica?

20 aprile 2013

Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti. Napolitano ha infatti accettato la proposta venuta da Pd, Pdl e Scelta civica per una sua conferma al Quirinale.
A Stefano Rodotà sono andate 217 preferenze; 8 a Sergio De Caprio; 4 a Massimo D'Alema, 2 a Romano Prodi. I voti dispersi sono stati 6; le schede bianche 10, le nulle 12. Presenti e votanti 997.
L'aula di Montecitorio ha salutato con un fragoroso e lungo applauso l'avvenuta rielezione: tutti in piedi, con la vistosa eccezione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, che sono rimasti seduti e si sono alzati solo al momento della proclamazione (rimanendo solo pochi di loro seduti) ma senza unirsi all'applauso, per il resto corale, dell'assemblea.
Mentre in piazza Montecitorio si sono levati cori e fischi da parte della folla raccolta per sostenere Stefano Rodotà. La gente ha urlato "vergogna, vergogna" e subito dopo ha attaccato con un "buffoni, buffoni" e "tutti a casa". Ci sono stati anche momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno prima chiesto e poi tentato di scavalcare le transenne. Le forze dell'ordine li hanno fermati evitando che oltrepassassero le barriere.

Nel momento in cui il nome del presidente Napolitano ha superato i 504 voti richiesti, Mario Monti ha telefonato dall'aula di Montecitorio al presidente della Repubblica per rallegrarsi vivamente per la rielezione a capo dello Stato. Lo rende noto un comunicato. "Monti - aggiunge il comunicato - ha espresso a Napolitano, anche a nome di Scelta Civica, profonda gratitudine per aver accettato, con grande spirito di sacrificio, di proseguire nel suo alto magistero istituzionale e morale, in questa difficile fase della vita nazionale".
''Gli faccio veramente i miei migliori auguri" ha commentato con i cronisti Romano Prodi, rientrando a casa a Bologna. E a chi gli chiedeva un commento circa il voto di ieri sulla sua candidatura al Colle, Prodi ha risposto: "Preoccupato lo sono da molto tempo, ma non c'è nessuna delusione, c'è molta serenità, si torna a casa".
''Risultato eccellente, grazie Napolitano''
le parole di Pier Luigi Bersani. Soddisfatto per la rielezione Silvio Berlusconi. "Napolitano è il #presidenteditutti. Parlare di golpe è ridicolo. Adesso il Pd ha l'occasione di cambiare davvero, senza paura. Ci proveremo" ha scritto Matteo Renzi su twitter.

Il capo dello Stato in carica ha sciolto la riserva poco prima della sesta votazione. "Nella consapevolezza delle ragioni che mi sono state rappresentate, e nel rispetto delle personalità finora sottopostesi al voto per l'elezione del nuovo Capo dello Stato, ritengo di dover offrire la disponibilità che mi è stata richiesta", ha affermato Napolitano.
"Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità", ha sottolineato il capo dello Stato. "Naturalmente, nei colloqui di questa mattina - ha poi precisato - non si è discusso di argomenti estranei al tema dell'elezione del presidente della Repubblica".
Il capo dello Stato ha ricevuto questa mattina al Quirinale Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Roberto Maroni e una delegazione della Conferenza dei presidenti delle Regioni guidata da Vasco Errani.
"Da tutti gli interlocutori - spiegava una nota diffusa dal Quirinale - è stata espressa la convinzione che, nella grave situazione venutasi a determinare col succedersi delle votazioni per l'elezione del nuovo capo dello Stato, sia altamente necessario e urgente che il Parlamento in seduta comune possa dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione del presidente Napolitano. Gli si è rivolto perciò un caldo appello a riconsiderare in questo quadro le ragioni da lui più volte indicate di indisponibilità a una ricandidatura".

Napolitano giurerà e pronuncerà il discorso di insediamento di fronte al Parlamento riunito in seduta comune lunedì prossimo alle 17. Da martedì dovrebbero poi riprendere le consultazioni per arrivare alla formazione del governo.
Quanto al futuro esecutivo, sembrano essere in discesa le quotazioni di Giuliano Amato premier. Oltre al veto della Lega ("Mai con chi ha tolto i soldi alla gente", ha avvertito Umberto Bossi), ci sarebbero forti resistenze anche nel Pd. Nelle ultime ore prende quota l'ipotesi di un governo guidato da Enrico Letta, gradito anche al Pdl. Almeno a quella parte di parlamentari azzurri che spinge per una grande coalizione e non vuole andare al voto. Per ora si tratta solo di voci non confermate che Letta liquida come "due bischerate".

In giornata, dal suo blog, Beppe Grillo ha parlato di 'golpe': "Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. E' in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati". "Quattro persone: Napolitano, Bersani, Berlusconi e Monti - scrive il leader del M5S - si sono incontrate in un salotto e hanno deciso di mantenere Napolitano al Quirinale, di nominare Amato presidente del Consiglio, di applicare come programma di Governo il documento dei dieci saggi di area Pdl/Pd che tra i suoi punti ha la mordacchia alla magistratura e il mantenimento del finanziamento pubblico ai partiti""Nel dopoguerra, anche nei momenti più oscuri della Repubblica - incalza Grillo - non c'è mai stata una contrapposizione così netta, così spudorata tra Palazzo e cittadini. Rodotà è la speranza di una nuova Italia, ma è sopra le parti, incorruttibile. Quindi pericoloso. Quindi non votabile. Il MoVimento 5 Stelle ha aperto gli occhi ormai anche ai ciechi sull'inciucio ventennale dei partiti. Il M5S da solo non può però cambiare il Paese".

"E' necessaria una mobilitazione popolare. Io sto andando a Roma in camper. Ho terminato la campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia e sto arrivando. Sarò davanti a Montecitorio stasera - scrive Grillo sul blog, dando appuntamento in piazza - rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni. Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia o si muore come Paese".
Alla fine, però, Beppe Grillo ha rinunciato a piazza Montecitorio. Il leader del M5S, a quanto si apprende, avrebbe desistito per motivi di sicurezza viste le strade e i vicoli stretti che confluiscono nella piazza antistante la Camera dei deputati. Grillo dovrebbe comunque tenere un comizio a Roma. Fonti della polizia e del Movimento confermano che si sta individuando la location dove tenere la manifestazione di protesta dopo la conferma di Giorgio Napolitano al Colle.

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20 aprile 2013
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