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Il nuovo sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, sembra che non voglia fare parte della ''casta'' politica

07 giugno 2007

Si potrebbe dire che il neosindaco di Agrigento, il giovane Marco Zambuto, segretario provinciale dell'Udc fino a qualche mese fa, poi candidatosi come sindaco del centrosinistra, abbia cominciato col piede giusto. Appena insediatosi come Primo Cittadino della Città dei Templi, ha subito pensato alla critica situazione finanziaria nella quale versa il comune e senza giri di parole o programmi da attuare a data da definire, è subito andato a restituire l'auto blu al concessionario dove qualche tempo prima il suo predecessore Aldo Piazza, era andata a comprarla. Un macchinone blu, a carico dei contribuenti agrigentini in cambio di uno scuolabus. Il sindaco e gli altri membri dell'amministrazione potranno benissimo spostarsi coi propri mezzi.
Di questi tempi un'azione del genere fa notizia, ma Zambuto sembra abbia anche altre idee per la testa, idee che sembrano buone e che fanno ben sperare...

No all'auto blu, meglio lo scuolabus
di Felice Cavallaro (Corriere.it, 06 giugno 2007)

«Il bilancio del Comune di Agrigento è in stato di pre dissesto finanziario». E così Marco Zambuto, neoeletto sindaco di centrosinistra, per tagliare le spese ha rinunciato all'auto di servizio, una Lancia Thesis blu. E' andato dal concessionario, ha restituito la vettura e ha proposto in cambio di assegnare uno scuolabus ai ragazzi delle elementari.
Non basterà certo per frenare l'idrovora della spesa pubblica in Sicilia visto che, tanto per tratteggiare un paradosso, i forestali della Regione siciliana sarebbero in soprannumero pure in Amazzonia. Ma un input di segno opposto ai soliti sprechi arriva da Agrigento, dal neosindaco con la faccia del ragazzo appena laureato, Marco Zambuto, ieri alla sua prima uscita con l'auto di rappresentanza, una Lancia Thesis, naturalmente blu, acquistata di recente dal suo predecessore, Aldo Piazza. Quando ha indicato la direzione della concessionaria, l'autista ha pensato che il sindaco volesse un'auto nuova di zecca. E invece Zambuto ha sconvolto anche il titolare della filiale, Elio Guadagni, consegnandogli le chiavi dell'ammiraglia e proponendogli in cambio di assegnare uno scuola- bus ai ragazzi delle elementari. 

Pochi minuti dopo, eccolo sulla sua Panda azzurra, al volante, pronto a riportare in ufficio l'autista. Perché tutti colgano il segnale. «Abbiamo trovato una situazione disastrosa», spiega il ''ribelle'' cresciuto alla corte democristiana di Totò Cuffaro, segretario provinciale dell'Udc fino a qualche mese fa, poi candidatosi come sindaco, vincente, del centrosinistra.
«Il bilancio del Comune è in stato di pre-dissesto finanziario. Necessita di interventi drastici. Si impone una inversione di tendenza riducendo drasticamente anche le spese di rappresentanza e di funzionamento dell'apparato politico-amministrativo», insiste Zambuto in una città dove al ballottaggio ha battuto il suo avversario con il 63 per cento dei voti e non si cura delle accuse di demagogia.
Così, ieri sera se ne è tornato a casa in Panda, pensando ai prossimi provvedimenti. Il ritiro dei cellulari di servizio ai dirigenti, l'abolizione di ogni spesa superflua, la riduzione di viaggi e missioni evitando gli alberghi a quattro stelle, sono alcuni dei punti che animano il dibattito anche fra gli assessori di Zambuto, pronti ad accettare un taglio del trenta per cento alle indennità. Pure loro a piedi. O in autobus. Anche se proprio gli autobus nella città dei Templi passano a singhiozzo. Un po' come l'acqua che arriva ancora un giorno si e dieci no. Ma per questo non basta una delibera.

Un'elezione, la sua, preceduta da uno psicodramma tutto interno all'Udc. La candidatura è stata ufficialmente osteggiata dalla maggior parte dei big agrigentini della Casa delle libertà: dal governatore Totò Cuffaro all'azzurro Angelino Alfano, schierati per il candidato sponsorizzato dall'autonomista Raffaele Lombardo. Ma fu proprio il capogruppo al Senato dell'Udc, Francesco D'Onofrio, a favorire le dimissioni di Zambuto dalla carica di segretario provinciale dell'Udc, incoraggiando la candidatura sulla sponda opposta. E così D'Onofrio, diventando il king maker del neosindaco, ha scatenato ''le reprimenda'' di Lorenzo Cesa e dello stesso Cuffaro, con grande imbarazzo di Pier Ferdinando Casini, rimasto estraneo a questo match tutto agrigentino.

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07 giugno 2007
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