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Il ''pacchetto sicurezza'' contrasta con la Costituzione

L'Associazione nazionale magistrati: ''Seri dubbi di compatibilità costituzionale''

22 aprile 2009

"Perplessità per il massiccio ricorso da parte del disegno di legge alla sanzione penale per comportamenti di scarsa o nulla offensività. Una scelta legislativa che oltre a rendere di fatto del tutto inefficace lo strumento del diritto penale, contrasta con il principio costituzionale che impone il ricorso a questa come extrema ratio e solo per comportamenti realmente offensivi di beni di rilievo".
E' quanto evidenziato ieri dall'Associazione nazionale magistrati in merito al disegno di legge sulla sicurezza, davanti alle commissioni giustizia e affari costituzionali della Camera. Nel corso dell'audizione i vertici del 'sindacato delle toghe' hanno espresso "dubbi in merito alla reintroduzione del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale, all'introduzione del reato di ingresso illegale nel territorio dello Stato (anche se sanzionato solo con la pena della ammenda e attribuito alla competenza del giudice di pace), alla introduzione di nuove fattispecie penali a tutela del decoro urbano". Analoghe perplessità sono state evidenziate sull'introduzione di nuove "aggravanti di carattere astratto e prive di effettiva offensività".

L'Anm, si legge in una nota, "ha poi espresso seri dubbi di compatibilità costituzionale delle disposizioni in materia di iscrizione alla anagrafe dei figli di immigrati clandestini e in materia di segnalazione di immigrati clandestini da parte delle strutture sanitarie pubbliche".
Sul punto, l'associazione "ha anche consegnato alle Commissioni riunite un documento predisposto dalla Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia, nel quale si segnala la contrarietà di tali disposizioni con la Convenzione sui diritti del fanciullo sottoscritta a New York nel 1989".
Dubbi, sia di legittimità costituzionale che di opportunità, sono stati sollevati anche con riferimento "alla previsione di un concorso di associazioni di volontariato nella tutela dell'ordine pubblico".

L'Anm ha inoltre consegnato alle Commissioni riunite un documento predisposto dai magistrati di sorveglianza del Tribunale di Roma nel quale "si sollevano seri dubbi e perplessità sia in punto di opportunità che di legittimità delle disposizioni che accentrano sul Tribunale di Sorveglianza di Roma la competenza in materia di controllo di legittimita' dei provvedimenti del ministro della Giustizia" sull'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario. Al riguardo, l'Anm "nel condividere tali perplessità, ha sottolineato l'esigenza di un intervento che senza rinunciare al fondamentale valore del carattere diffuso della giurisdizione rafforzi la garanzia del giudice naturale per tali procedimenti".

Con riferimento alle disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale "ha segnalato l'assoluta necessità di un intervento legislativo che ne valorizzi l'autonomia rispetto alle misure personali, risolvendo i dubbi interpretativi scaturenti dal mancato coordinamento tra il 'decreto sicurezza' e la normativa preesistente. Evidenziata poi l'indifferibilità dell'adeguamento della disciplina italiana in materia di riciclaggio alle tendenze internazionali e alle direttive europee con la eliminazione della clausola di non punibilià del cosiddetto 'autoriciclaggio'. Una disposizione che era stata introdotta nel corso dell'esame in Senato e purtroppo abbandonata". E' stata infine sottolineata la necessità di "rendere effettivo l'accesso da parte dell'autorità giudiziaria all'anagrafe dei rapporti bancari". [Adnkronos/Ing]

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22 aprile 2009
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