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Il "Pacchetto Tsunami"

"Io più grillino dei grillini". Il nuovo "rivoluzionario" programma di Rosario Crocetta

05 marzo 2013

"Abbiamo chiamato tutti provvedimenti approvati ieri sera in Giunta 'pacchetto Tsunami'". Lo ha detto oggi pomeriggio il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans. Il riferimento è all'abolizione delle province e altre delibere approvate ieri sera in Giunta, terminata solo in tarda notte (LEGGI).
Rosario Crocetta si è presentato ai cronisti con la fierezza di chi è convinto di "portare avanti la rivoluzione" in Sicilia. E a chi parla di misure che potrebbero piacere ai cinque stelle o addirittura concordate con i loro, Crocetta risponde netto: "Io sono più grillino dei grillini, basta con questa storia, sono stufo. Io governo - sbotta - ho l'obbligo di presentare leggi: chi ci sta, ci sta. Sto solo portando avanti quanto ho promesso in campagna elettorale".

"Con l'abolizione delle province solo di indennità ai Presidenti e ai consiglieri provinciali e organi di funzionamento risparmieremo 10,3 milioni di euro e complessivamente la riforma ci fa risparmiare 50 milioni di euro". ha annunciato il Governatore .
La Regione siciliana, inoltre, istituirà un "fondo contro la povertà e un salario di sussistenza" ha annunciato ancora Crocetta. "Non è un reddito di cittadinanza - ha detto - Siamo contrari a leggi demagogiche, abbiamo trovato 70 mln di euro per aprire cantieri di servizio e il salario di sussistenza che verrà dato a fronte di un lavoro e per evitare nuovo precariato diremo che i fondi verranno dati ai comuni che presentano progetti". Crocetta pensa di dare lavoro a 40.000 disoccupati per tre mesi.
"Da vent'anni i fondi degli interventi strutturali era nelle mani del genero di Antonino Mandalà, capomafia di Villabate (Palermo). Adesso abbiamo deciso di trasferirlo in un altro ufficio Franco Schillaci che fino ad oggi era nella Segreteria generale di Palazzo d'Orleans. Nessuno si accorgeva di questi particolari".

Ma lo "tsunami", nelle intenzioni del governatore, che era insieme a buona parte della sua giunta, è più esteso. Negli altri disegni di legge c'è un po’ di tutto: dall'idea di attuare l'Alta Corte in Sicilia (prevista dallo Statuto), alla creazione di un fondo contro la povertà, dal sussidio minimo per le famiglie meno abbienti (non meno di 5 mila euro), all'abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp), dal taglio dei Cda di alcuni enti, al trasferimento all'Irfis-Fin Sicilia (società finanziara della Regione) delle competenze finora svolte da Casse per il finanziamento di artigiani (Crias) e cooperative (Ircac). E tagli sono in arrivo per altri enti sovvenzionati, come il Cerisdi, e su alcune spese che Crocetta imputa "a una casta fantasiosa" come i 500 mila euro per la gestione degli uccelli nelle gabbie del Parco d'Orleans (compiti che andranno alla forestale). Ma c'è di più. Crocetta sfida lo Stato sull'art.37 dello Statuto speciale, che prevede il pagamento alla Regione delle imposte delle imprese con impianti nell'isola ma sede legale fuori dalla Sicilia. "Faremo un decreto col quale autorizzeremo la Serit (società di riscossione) a riscuotere direttamente le imposte: visto che Roma non firma il decreto sulla base della proposta d'accordo, lo facciamo noi". Se l'operazione andasse in porto, la Sicilia incasserebbe 1,5 miliardi di euro all'anno.

Per pagare le imprese che vantano 2 miliardi di crediti nei confronti della Regione, il governo lancerà i 'Trinacria bond', agganciate a un fondo, stimato in 500 milioni di euro, alimentato dal patrimonio delle società partecipate, dieci delle quali spariranno. L'Irfis si occuperà della gara per l'affidamento a una società veicolo (Sgr) della collocazione dei bond. Il fondo non sarà agganciato al bilancio, in modo da "aggirare" il patto di stabilità.

Ma, quello che Il governatore chiama "pacchetto-tsunami", è stata ribattezzata "riforma-burla"  da uno dei suoi principali alleati, il numero uno dell'Udc siciliano Giampiero D'Alia. "Non voteremo mai un testo burla sulle province. Noi siamo per la soppressione con contestuale trasferimento delle funzioni a comuni e Regione. Siamo per la fusione dei piccoli comuni al di sotto dei 10.000 abitanti e per l'obbligo della unione dei comuni per quelli al di sotto dei 50.000 abitanti. Pensare di cambiare il nome alle province chiamandole unione dei comuni, prevedendone, inoltre, l'ampliamento del numero con una delibera di giunta mi sembra obiettivamente una burla che rischia di bruciare i pochi risparmi di spesa", afferma D'Alia, che accusa Crocetta di volersi "arruffianare i grillini".
Alt anche al reddito di cittadinanza: "Vogliamo un serio ed efficace piano di lotta alla povertà e di sostegno alle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese - aggiunge D'Alia - Qui per noi sta il confine tra populismo e buon governo. Ne parleranno oggi i nostri deputati in gruppo all'Ars e decideremo il da farsi sabato prossimo al nostro comitato regionale".
La strada per l'intesa si fa stretta anche per il Giovanni Panepinto (PD), presidente della commissione Affari istituzionali che oggi pomeriggio esaminerà la proposta: "Tra tatticismi e annunci ci potremmo ritrovare domani in aula senza un testo che concretizzi l'impostazione data dal Pd di qualche giorno fa, cioè di avere liberi consorzi e città metropolitane".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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05 marzo 2013
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