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Il Paese dalle troppe ambulanze

La Corte dei Conti ha quantificato alla Regione Sicilia un danno erariale di 39 mln di euro per l'acquisto di 64 ambulanze

08 aprile 2010

Un danno erariale di 39 milioni è stato prodotto in Sicilia secondo la Corte dei conti dall'acquisito di ambulanze per il servizio di emergenza del 118 deciso nel 2005 solo per poter assumere 2.500 precari.
La Corte ha notificato "inviti a dedurre", cioè a giustificare le loro scelte, all'ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, a tutti gli assessori della sua giunta e a sette componenti della commissione Sanità dell'Ars. "La scelta del governo e quindi della commissione Sanità dell'Ars di incrementare mezzi e personale non era funzionale a migliorare il servizio bensì a risolvere problemi occupazionali", ha affermato la Corte dei conti.
La vicenda, secondo quanto riportato dall'edizione locale del quotidiano 'la Repubblica, risale al 20 settembre del 2005 quando la giunta siciliana, presieduta da Cuffaro, deliberò di potenziare il servizio di emergenza-urgenza; successivamente l’allora assessore alla Sanità, Giovanni Pistorio, firmò un atto aggiuntivo alla vecchia convenzione fra Regione e Croce rossa, che dotava il servizio di 64 nuove ambulanze. L’assessore innalzò inoltre da 10 a 12 il numero dei soccorritori da destinare a ogni ambulanza. Il provvedimento, finito all’esame della Commissione Sanità dell’Ars, fu ulteriormente ritoccato grazie a due emendamenti votati da sette deputati che incrementavano il parco mezzi con ulteriori 49 ambulanze.
Quando i magistrati contabili avviarono l’indagine sulla vicenda, l’Ars si rifiutò di fornire le generalità dei componenti della commissione ed i verbali della seduta con i nomi dei deputati che avevano votato gli emendamenti. Da qui un ricorso alla Consulta che ha stabilito come "l’Ars, non diversamente dai consigli regionali, soggiace in alcuni casi al potere d’indagine della Corte dei conti".

[Informazione tratte da AGI, LiveSicilia.it]

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08 aprile 2010
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