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Il Papa a Lampedusa

"Chiedo perdono per l'indifferenza che porta all'anestesia del cuore e per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno condotto a questi drammi"

08 luglio 2013

Questa mattina Papa Francesco e partito da Roma per Lampedusa. È il primo viaggio apostolico dall'inizio del suo Pontificato. L'aereo, un Falcon 900 dell'Aeronautica militare, con a bordo il Pontefice è decollato poco prima delle 8.00 dall' aeroporto militare di Ciampino ed è atterrato pochi minuti prima delle nove
All'arrivo nell'isola delle Pelagie, terra più a sud del continente, ribattezzata la Porta d'Europa, che ha accolto negli anni migliaia di migranti, Papa Bergoglio è stato accolto dall'arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, e dal sindaco Giusi Nicolini.
Tra i momenti salienti del viaggio, di grande valenza simbolica per il Pontefice, il lancio nelle acque al largo dell'isola di una corona di fiori in memoria di quanti hanno perso la vita in mare durante le traversate dall'Africa.
Intanto, proprio questa mattina mentre il Papa decollava da Roma, un barcone carico di migranti è arrivato sull'isola. L'imbarcazione, con 166 stranieri a bordo quasi tutti somali ed eritrei, è stata intercettata dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto.

Alle 9.27 il papa ha lanciato in mare, in località Cala Maluk, la corona di fiori in memoria delle vittime delle traversate. Bergoglio a bordo di una motovedetta della capitaneria di porto si è raccolto in preghiera per i defunti. Tutto intorno a lui una cinquantina di pescatori che hanno fatto da corona alla vedetta del papa, accompagnandolo nella sua passaggio in mare. Il lancio della corona in mare da parte di papa Francesco è stato salutato dal suono delle sirene delle barche dei pescatori.
La motovedetta della guardia costiera che ha accompagnato il Papa durante la processione in mare è approdata poi nel molo Favarolo. Papa Bergoglio ha subito incontrato un centinaio di migranti che lo attendevano in rada con i ragazzi delle organizzazioni umanitarie di Lampedusa. Papa Francesco si è fermato ad ascoltare e salutare a uno a uno tutti i migranti prima di salire sulla Fiat Campagnola che lo ha accompagnato al capo sportivo per la messa.

"Vi ringrazio per l'accoglienza, tutti insieme pregheremo l'uno per l'altro, anche per quelli che oggi non sono qui", ha detto il Papa rivolto ai migranti sul molo Favarolo. Un extracomunitario, in rappresentanza di tutti gli altri, ha ringraziato il Papa: "Noi siamo fuggiti dal nostro Paese per due motivi, politico e economico, per arrivare in questo luogo tranquillo abbiamo superato vari ostacoli, siamo stati rapiti da vari trafficanti. Per arrivare qui in Italia abbiamo sofferto tantissimo". Nell'intervento il ragazzo, che si è anche interrotto per la commozione, ha chiesto aiuto per la situazione particolare: "Siamo qui costretti a rimanere in Italia perché abbiamo lasciato le impronte digitali e per questo non possiamo andare via. Quindi - ha aggiunto - chiediamo agli altri Paesi europei di aiutarci. Grazie per la vostra collaborazione e per questo ringraziamo Dio".

Dopo una lunga processione a bordo della Campagnola, Papa Francesco è salito sull'altare realizzato nel campo sportivo. Poco prima Bergoglio, tra l'euforia generale dell'assemblea dei fedeli raccolti a Lampedusa e in arrivo da tutta la Sicilia, si è fermato più volte per baciare e salutare centinaia di bambini lungo il percorso.
Nel campo sportivo ad attenderlo circa 20 mila i fedeli. In prima fila un gran numero di posti riservati a bambini e disabili. Il Pontefice ha celebrato l'Eucarestia con una croce e un calice realizzati con il legno dei barconi dei migranti abbandonati sull'isola. Il formulario della messa è stato uello per la remissione dei peccati, previsto dal Messale Romano. I testi della liturgia della Parola, la vicenda di Caino e Abele, la strage degli innocenti, il salmo miserere. L'uso del colore liturgico viola per le vesti sacre dei celebranti come testimonianza dell'aspetto penitenziale e l'estrema sobrietà del rito liturgico.

Alle 10:30 è cominciata la messa. "Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia dai giornali,  ho avuto come una spina nel cuore, una sofferenza, allora ho sentito che dovevo venire qui a pregare per compiere un gesto di vicinanza e per risvegliare nel nostre coscienze, perché ciò che è accaduto non si ripeta mai più".
"A voi abitanti di Lampedusa e Linosa voglio inviare un messaggio di coraggio. Ai militari e alle forze di sicurezza, tutti voi che mostrate attenzione alle persone nel loro viaggio. Voi siete una piccola realtà ma offrite un esempio di solidarietà"
.
W il papa! hanno gridato dall'assemblea i fedeli interrompendo l'omelia. Poi un ringraziamento all'arcivescovo Montenegro per "la sua vicinanza pastorale", il saluto al sindaco e il ringraziamento "per quello che ha fatto e che fa". Un pensiero anche "ai cari immigrati mussulmani che stanno iniziando il digiuno di Ramadhan, la Chiesa vi è vicina perché possiate avere una vita migliore per voi e le vostre famiglie. O' Scià".

Nella sue parole il Papa ha fatto costante riferimento all'indifferenza dell'uomo, partendo proprio dal testo liturgico di "Caino e Abele". "Vorrei che tutti riflettessero per cambiare certi attengiamenti. Adamo dove sei? chiede Dio all'uomo dopo il peccato. Adamo è disorientato, crede di essere potente di dominare tutto, di essere Dio. L'altro non è più il fratello da amare, ma solo colui che disturba il proprio benessere. Caino dov'è tuo fratello? Il sogno di essere come Dio porta una catena di morte, porta a versare il sangue del fratello". "Queste due domande di Dio risuonano con tutta la loro forza - ha sottolineato il Papa dal pulpito - Siamo disorientati, non custodiamo ciò che Dio ha creato, questo disorientamento porta a tragedie come quelle alle quali abbiamo assistito. Dov'è tuo fratello? I nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili, cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie ma hanno trovato la morte. Quante volte chi cerca accoglienza non trova solidarietà? Ho sentito recentemente uno di questi fratelli prima di arrivare qui, mi hanno raccontato che sono passati per le mani dei trafficanti, di quelli che sfruttano la povertà degli altri che per loro è una fonte di guadagno. Quanto hanno sofferto e per questo sono morti".

"Chi è il responsabile della morte di questi fratelli e sorelle - ha chiesto retoricamente il Papa - nessuno e tutti. Si è perso il senso della responsabilità fraterna, guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino” e poi ce ne andiamo. Pensiamo che soccorrerlo non è compito nostro. Viviamo in bolle di sapone, futili e provvisorie che portano alla globalizzazione dell'indefferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, una questione che non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro. Ritorna la figura dell'innominato di Manzoni, siamo tutti Innominati senza nome e senza volto". "Vorrei che ci chiedessimo anche chi di noi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? - ha concluso il Pontefice - Chi ha pianto per le giovani mamme che portavano il loro bambini, per gli uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? La globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere. Erode ha seminato sangue per difendere il proprio benessere, la propria bolla di sapone. Chi ha pianto oggi nel mondo?".
Per questo il Papa chiede perdono "per l'indifferenza che porta all'anestesia del cuore, per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno preso decisioni che conducono a questi drammi. Adamo dove sei, dov'è il sangue di tuo fratello?".

Prima della benedizione finale, Papa Francesco ha voluto ringraziare pubblicamente ancora una volta il popolo di Lampedusa. "Lampedusani siete esempio di amore e carità. Il vescovo ha detto che Lampedusa è un faro e allora sia faro per il mondo che a sua volta sia capace di accogliere chi cerca una vita migliore. Vi ringrazio per la vostra tenerezza che ho sentito nella persona di don Stefano, che mi ha raccontato sulla nave quello che fate per i poveri e per i migranti". Il Papa, infine, salutato commosso i fedeli tra gli applausi.
Dopo la messa, la folla dei diecimal fedeli, tra turisti e residenti, ha cominciato a defluire dallo stadio. Dalle parole di chi ha assistito alla liturgia c'è ancora grande entusiasmo. "Questo Papa è un grande - ha detto una donna intervistata da Rainews24 - le sue parole ci hanno toccato il cuore".

Alle 14:00 Papa Francesco tornerà a Roma. Lampedusa ha avuto la sua più bella, significativa e meritata visita di sempre...

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08 luglio 2013
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