Il parere del presidente Nello Musumeci sulla riduzione della quarantena Covid
"È anche un fatto di giustizia nei confronti di chi ha fatto il vaccino e anche la terza dose e ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità"
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Questione posta dai presidenti di Regione, in questi giorni il governo sta ragionando sulla riduzione dei tempi della quarantena Covid.
Le regole attuali prevedono una durata che va dai 7 ai 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) anche per quei soggetti che hanno ricevuto la terza dose: l'ipotesi in campo è quella di ridurla per chi ha fatto la "terza dose". Proprio per affrontare il tema, il governo ha convocato il Comitato tecnico scientifico (Cts) per domani, mercoledì 29 dicembre.
Dalla Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, si dice "d'accordo con l'orientamento generale dei colleghi presidenti delle Regioni affinché il governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. È un fatto di giustizia nei confronti di chi ha fatto il vaccino e anche la terza dose e ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità".
"Sono regole che se non venissero cambiate - ha aggiunto Musumeci, intervenendo stamattina a Omnibus su La 7 - rischierebbero di bloccare la parte forse quella più attiva del Paese". "Oggi riuniamo in Sicilia il Comitato tecnico scientifico perché vogliamo rivedere la distribuzione del personale, vogliamo aumentare e incentivare i tamponi drive-in con il reclutamento di alcune centinaia di biologi e destinare maggiore attenzione a chi rimane a casa perché non si senta un recluso dimenticato - ha detto ancora il governatore -. Da questo punto di vista bisogna essere attenti a garantire la quarantena essenziale 3-4-5 giorni, soltanto per chi ne ha necessità, 10 giorni sono davvero tanti".
"Non siamo ancora zona gialla ed è merito della nostra comunità che sta rispettando le regole - ha aggiunto - temiamo di poterlo essere tra qualche giorno, ma in ogni caso la nostra attenzione è rivolta non soltanto alla tutela della salute dei più fragili, ma anche a evitare di bloccare il settore economico che da noi diverrebbe una vera catastrofe. Ne parleremo oggi con il Comitato tecnico scientifico".
Sul tracciamento dei casi Musumeci ha aggiunto: "Si è notato negli ultimi mesi la impossibilità di potere effettuare un lavoro serio, razionale e attendibile, la moltiplicazione dei contagi così vertiginosa rende di fatto impossibile il tracciamento, soprattutto adesso. Se la tensione cala, perché cala il numero dei contagi, cala anche l'attenzione, è un fatto non legittimo ma fisiologico. Nella mia regione laddove c'è un focolaio interveniamo subito, istituendo nei comuni la zona gialla, arancione o addirittura rossa e lo abbiamo fatto anche in piena estate, quando normalmente in Sicilia il contagio non presentava caratteristiche allarmanti. Isolare la zona di origine del contagio fino a questo momento è stata una pratica assolutamente utile".
Musumeci ha dato poi i numeri dei vaccinati nell'Isola: "In Sicilia l'85% dei cittadini ha almeno una dose di vaccino, il ciclo completo ha raggiunto l'81,73% di siciliani. Stiamo notando una crescita delle prime dosi negli ultimi giorni, segno evidente che l'area dei no vax si stia frantumando tra i pochi irriducibili e chi sta superando lo stato iniziale di diffidenza e adesso si sono convinti che non c'è alternativa. Abbiamo 81 persone ricoverate in terapia intensiva. Non è un numero allarmante, perché la popolazione ha compreso".