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Il Parlamento tarpa le ali di Silvio

Berlusconi: ''Servono più poteri per l'esecutivo''. Fini: ''Il Parlamento è un interlocutore ineludibile''

22 maggio 2009

Doveva essere solo un intervento di saluto, quello di Silvio Berlusconi all'assemblea annuale di Confindustria. Invece si è trasformato in un'arringa contro i magistrati e in un lungo elenco di cose fatte e da fare, con un pizzico di propaganda elettorale in vista delle Europee.
Berlusconi ha voluto ripetere che la sentenza sul caso Mills è "una cosa scandalosa" perché "la realtà è esattamente il contrario di quello che questi giudici hanno scritto, perché si tratta di giudici che sono degli estremisti di sinistra". "Berlusconi ha le spalle larghe e più lo attaccano più ne esce rafforzato", ma qualunque altro cittadino potrebbe non potersi difendere adeguatamente con l'attuale sistema.
Dal palco del Parco della Musica di Roma, il leader del centrodestra ha poi dato, ancora una volta, la propria ricostruzione della vicenda per cui è imputato di corruzione: "Il signor avvocato Mills, che io non ho mai conosciuto, riceve per le prestazioni da un armatore italiano una parcella da 600mila dollari, così per non pagare tasse dice che è una donazione. E quando viene messo sotto pressione e gli si chiede da dove arrivi quel denaro, decide di chiamare in causa un dirigente Fininvest morto... Poi si accorge di quello che ha fatto e finalmente dice la verità". Quanto alle critiche ai giudici, ha sottolineato, "sarebbe assurdo non poter esprimere un'opinione". Soprattutto se queste riguardano la loro non obiettività legata a ragioni politiche (uno dei motivi per cui era stata chiesta dai suoi avvocati la ricusazione di Valentina Gandus). (LEGGI)

Chiuso il capitolo Mills, Berlusconi ha parlato della situazione economica italiana e internazionale, evidenziando come sia "certamente importante la componente psicologica di questa crisi e ho fatto bene a cercare di infondere sempre ottimismo" perché "la fiducia è un fattore cruciale per uscire dalla crisi". La percezione negativa della situazione, ha detto Berlusconi, sarebbe colpa dei media e dei suoi oppositori. "Bisogna cercare di allontanare questa paura - ha detto Berlusconi - e sono addolorato quando giornali, tv e opposizione cantano la canzone del pessimismo e del catastrofismo".
Quanto al rilancio dell'economia, il premier ha parlato della necessità di investire nei mercati emergenti e nell'offerta turistica, ricordando che la recente promozione di Michela Vittoria Brambilla da sottosegretario a ministro va proprio in questa direzione, e nel campo della sanità, un settore dove vi sarà una richiesta di servizi sempre maggiore.

La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, aveva esortato Berlusconi a sfruttare il proprio consenso per effettuare le riforme urgenti dell'assetto istituzionale. Berlusconi si è detto d'accordo, anche perché - ha spiegato - oggi il presidente del Consiglio conta poco, "comprensibilmente dopo il fascismo hanno privilegiato il Parlamento, tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che però è pletorico" e sarebbe pure opportuno ridurre il numero dei parlamentari, "ne basterebbero un centinaio, come nel Congresso americano". Ma su quest'ultimo aspetto, il premier non ha preso un impegno in prima persona: "Bisognerà passare per forza per una legge di iniziativa popolare, altrimenti sarebbe come chiedere ai capponi (nella fattispecie i parlamentari che perderebbero il posto, ndr) di votare per anticipare il Natale".
Un tema su cui è intervenuto il presidente della Camera Gianfranco Fini, aprendo a Montecitorio i lavori di un seminario sul ruolo del Parlamento nella transizione verso il federalismo fiscale. "L'iter della legge sul federalismo fiscale smentisce la tesi dell'inevitabile tramonto del ruolo del Parlamento come legislatore, della sua presunta marginalizzazione nella definizione delle leggi - ha detto Fini -. Quando riesce a operare attraverso procedure aperte, è e viene percepito dalla società come un interlocutore ineludibile, qualificato e impegnato". Più tardi Fini è tornato sul tema: "L'Assemblea di Montecitorio può essere giudicata, con i suoi 630 membri, pletorica, ma certo non può essere definita né inutile né controproducente". Secondo il presidente della Camera, sarebbe "inaccettabile la privazione del Parlamento, in quanto espressione della sovranità popolare, delle sue essenziali funzioni di indirizzo generale, di controllo dell'operato del Governo, di esercizio del potere legislativo".

Le affermazioni del Cavaliere hanno scatenato un vespaio nell'opposizione. Secondo la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, "sono assolutamente rivelatrici di un fastidio per il Parlamento. E comunque una proposta di legge anche se di iniziativa popolare va approvata in Parlamento".
Molto duro il commento anche dell'Italia dei Valori. "Le offese al Parlamento sono l'anticamera del regime - tuona il capogruppo alla Camera Massimo Donadi - Ci appelliamo al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato affinché intervengano per difendere le istituzioni, umiliate dalle parole del capo del governo". "Solo un dittatore - ha aggiunto - o un invasato irresponsabile che rimpiange i regimi assoluti può pensare che il Parlamento sia 'pletorico'". [Informazioni tratte da Corriere.it, Adnkronos/Ing]

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22 maggio 2009
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