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IL PARTITO DEGLI ONESTI

Angelino Alfano "acclamato" neo segretario politico del Pdl: "Dobbiamo lavorare per un partito degli onesti"

02 luglio 2011

Intanto, vogliamo far subito notare ai lettori che, con scrupolosa attenzione e serietà, abbiamo evitato nel titolo qualsiasi facile battuta ed ironia sull'affermazione netta proferita ieri da Angelino Alfano, nominato neo segretario politico del Popolo delle Libertà. Troppo facile sarebbe stato intitolare il pezzo "La banda degli onesti", citando il titolo del celebre film con Totò e Peppino. Inoltre, riflettendoci, sarebbe stato pure concettualmente errato utilizzare quel titolo per fare satira, perché il contenuto del film parlava della divertente incapacità di delinquere di tre persone, "tre morti di fame", profondamente oneste, mentre, lo sappiamo tutti, in politica di onesta... Ma lasciamo stare e passiamo a raccontare quanto è avvenuto ieri a Roma...

"Io propongo a tutti voi di fare quello che state già facendo quello cioè di designare Alfano per acclamazione...". Silvio Berlusconi 'investe' Angelino Alfano nuovo segretario politico del Pdl e subito dalla platea dell'auditorium della Conciliazione dove si svolge il consiglio nazionale scatta un applauso.
Sotto il palco il Guardasigilli appena 'nominato' segretario senza votazione appare visibilmente emozionato. Il Cavaliere lo chiama e lui sale sul palco per la standing ovation. Tra i flash dei fotografi il premier alza il braccio di Alfano in segno di vittoria. Poi si rivolge al 'notaio' Denis Verdini che è irreprensibile. "Dobbiamo seguire la procedura, bastano anche 30 secondi ma dobbiamo farlo", dice il coordinatore nazionale. E si passa subito all'approvazione della modifica statutaria che formalizza l'introduzione della nuova figura del segretario nazionale che viene eletto.
"Non c'è nessun dubbio, Alfano è la persona giusta, non è un menzognero" scandisce il Cavaliere (ma come si fa a non fare battute?, ndr) che saluta "emozionato" l'elezione di Alfano: "In questi anni ho subito attacchi di ogni genere, giudiziari, patrimoniali, fisici... è stato un periodo molto intenso e difficile della mia vita e vi ringrazio di cuore perché con il vostro affetto mi avete ripagato".
"Oggi deve essere la giornata di una forte ripartenza dell'attività del partito. Questa deve essere la giornata dell'amore, dell'armonia e della coesione" ha detto Berlusconi durante il suo intervento. "Siamo ancora la più grande e la principale forza politica in Italia, anche se i signori del Pd dicono il contrario. A noi risulta che il Pdl è ancora al 30% ed ha una grande possibilità di crescere" e ''di certo vogliamo arrivare ad essere il partito di maggioranza assoluta nel paese. Veniamo da un momento difficile, ma non dispero che si possa arrivare al 51%". "Ora il Pdl avrà un nuovo inizio - prosegue - Si riparte dalla sconfitta delle amministrative, puntando a riconquistare e a consolidarci al centro". "Dobbiamo portare avanti il grande sogno che già si è avverato nel Pdl e deve continuare ad avverarsi - ha detto ancora - per dare all'Italia una famiglia a ciò che in Europa è il Partito popolare europeo. Questo deve essere il mio lascito".

Berlusconi ha parlato anche della manovra. "Siamo aperti ai buoni consigli, ai suggerimenti per migliorare la manovra" ha affermato il premier confermando comunque che il governo porrà la fiducia sul testo che uscirà dalla commissione.
Il presidente del Consiglio ritiene poi "indispensabile una riforma della giustizia", quanto alle intercettazioni, ha ribadito, "faremo presto una legge, perché non è un paese civile questo dove viene violata la privacy in tal modo".
Annunciata anche la riforma del fisco e una nuova "architettura istituzionale". "Dobbiamo andare nella direzione di un cambiamento dell'assetto del potere che si erano dati i nostri padri costituenti - ha spiegato Berlusconi -. I padri costituenti avevano diviso il potere tra il capo dello Stato, la Corte costituzionale e il Parlamento. Al presidente del Consiglio hanno riservato solo la possibilità di presentare i disegni di legge o i decreti legge. Oggi ci troviamo in un sistema così. A volte vengo preso dallo sconforto". "Il governo - ha proseguito la disamina di Berlusconi - può solo presentare disegni di legge, presentarli al Parlamento e poi vanno nelle commissioni e in Aula e vengono cambiati continuamente. Alla fine di questo itinerario c'è il giudizio del Capo dello Stato, che potrebbe rintracciare elementi di incostituzionalità. Ma se la legge non piace alla magistratura di sinistra e ai suoi pubblici ministeri questa legge viene impugnata. La Corte costituzionale è costituita da 11 membri della sinistra e 4 del centrodestra. Ebbene qualche cittadino a cui ho spiegato questo sistema, mi ha detto: 'allora è inutile andare a votare'. Per questo motivo - ha concluso il Capo dell'esecutivo - dobbiamo riscrivere l'architettura dello Stato. Dobbiamo dare al governo pieni poteri, ripartire meglio i poteri. Credo che sia un impegno importante".

"Sono emozionato - ha aggiunto poi il premier prima di dare spazio ad Alfano - perché sapete con quanta passione sono sceso in campo per lasciare una professione che amavo moltissimo. Ho subito attacchi fisici, patrimoniali, politici. Ho sacrificato sull'altare della libertà la mia vita, ma la vostra unità mi ripaga di tutto questo".
Del neo segretario nazionale Berlusconi dice: "Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai. Questa è un'investitura prebiscitaria". E il primo segretario del Pdl ripaga il premier con un discorso carico di omaggi e ricordi: "Nel 1994 vidi in tv un imprenditore con il sole in tasca. E aderii a Forza Italia".

Il discosrso di Angelino Alfano - I moderati "non hanno votato a sinistra e sono pronti a votare nuovamente per noi se saremo in grado di dargli un motivo per farlo e due anni sono tanti". "Dobbiamo lavorare per un partito degli onesti" ha aggiunto Alfano, spiegando che Silvio Berlusconi "è stato un perseguitato dalla giustizia", ma "con onestà, visto che è un nuovo inizio, dobbiamo dire che non tutti lo sono". Rivolgendosi poi al premier, dal palco Alfano rivela: "Stamattina il mio papà mi ha dato il facsimile del mio primo 'santino' elettorale, della bellissima primavera 1994 per il Consiglio provinciale di Agrigento". Il Guardasigilli ha rievocato quel periodo, quando guardava a Silvio appena sceso in campo, dall’altra parte del televisore. "Era la primavera del 1994 - ha ricordato - e mi ero candidato al consiglio provinciale di Agrigento. Avevo finito i miei studi a Milano ed ero un giovane di 23 anni che credeva nel bipolarismo, credevo nel suo progetto di società, presidente Berlusconi, dove chi ha talento e merito deve farsi avanti". "A 23 anni vidi in tv un imprenditore che aveva il sole in tasca, sentii una musica, un jingle, e vidi un uomo che mi spinse alla mia prima campagna elettorale, che mi spinse ad aderire a Forza Italia. Lo decisi unilateralmente, senza parlare con Berlusconi, perché lui lo vedevo in televisione, lo vidi in quello splendido annuncio del gennaio del 1994. Credevo in quell'uomo e in quella musica".

Alfano ha poi illustrato la sua visione della politica parlando di economia e fisco e di principi. Il segretario del Pdl ha detto di credere "nel biporalismo, nella democrazia e trasparenza, nella necessità di riformare lo Stato, nel principio fondante della libertà dall'oppressione fiscale". Discorso a parte per il Sud, a cui Alfano appartiene. "Credevo e credo che il Sud potesse avere un destino - ha detto - non del piagnisteo né del venire a Roma col cappello in mano, ma che dovesse riscattarsi da solo. Credo che il Nord e il Sud debbano stare insieme, sapendo che il Nord produttivo porta avanti il nostro destino in Europa".
Anche Alfano ha parlato della discussa Manovra. "La manovra economica" è stata fatta pensando "ai figli dei italiani affinché non siano i figli a pagare. Abbiamo fatto tutto il possibile, tutto ciò che la crisi ci ha consentito di fare" ha detto. "Che cosa abbiamo fatto noi in questi anni? Siamo stati riformatori in tempo di crisi. Abbiamo fatto tutto quello che era possibile e che la crisi ci consentiva di fare. Questa è la verità. Questo è il periodo delle formiche e non delle cicale e noi ci siamo impegnati per fare tutto ciò che era possibile" per non far ricadere "sui nostri figli il peso di un paese al disastro".
"Noi proteggeremo il tenore di vita degli italiani e il loro benessere" ha detto ancora il neo segretario del Pdl, e guardando avanti ha aggiunto: "Dobbiamo dare una chance anche ai loro figli. Che il benessere vogliono conquistarselo. Per questo dobbiamo diventare il partito del merito e del talento. Altrimenti non vincono i migliori". "Se mi chiedete quale è il partito che vorrei - aggiunge Alfano -, è un partito che tra 17-20 anni ci sia ancora e dove un giovane consigliere provinciale o un ragazzo delegato abbia in un tempo non troppo lontano la possibilità di diventare segretario come accade a me, perché il partito glielo concede dando spazio a chi ha merito".
E ha parla poi di principi cominciando con il tema della bioetica. "Tra i nostri valori c'è la vita - ha scandito Alfano -. Siamo laici e cattolici, ma tutti noi crediamo che qualcuno possa dare e togliere la vita, ma quel qualcuno non è il Parlamento". "Da noi - ha proseguito il neo segretario - ci sono uomini coniugati e separati, ma tutti credono che il nucleo essenziale sia la famiglia composta da uomo e donna. Tra i valori che ispirano il Pdl c'è la famiglia naturale, composta da un uomo e da una donna".
Alfano ha spostato poi il discorso sulla scuola: "Qui ci sono quelli che in Italia pensano che la persona venga prima dello Stato e lo Stato non dà i diritti ma li riconosce. Ci sono quelli che sono per la libertà di educazione per i figli. Nessuno ha mai messo in dubbio la scuola pubblica, ma papà e mamma hanno la libertà di scegliere il modello educativo per i figli". Infine la contrarietà verso l'evasione fiscale dei "furbetti". "Noi siamo per la lotta all'evasione fiscale. Senza angherie. Per fare sì che ciascuno paghi il giusto ed evitando che i furbetti non paghino facendo pagare il conto alle persone oneste".

"Non abbiamo bisogno di eredità, di lasciti: abbiamo bisogno dell’entusiasmo, del sorriso, della volontà del presidente: lei presidente vincerà ancora una volta le elezioni del 2013". Con queste parole il neo segretario del Pdl ha concluso il suo intervenuto al Consiglio nazionale, salutato da una standing ovation.
Alfano, lasciato il podio è andato a sedersi accanto a Berlusconi sul palco. Il Cavaliere gli ha stretto la mano e lo ha accarezzato più volte sulla testa, ringraziandolo.

LE REAZIONI - "Alfano eletto per acclamazione? Fantastico. Io ho fatto più fatica a diventare segretario, beato lui - ha commentato Pier Luigi Bersani - Ma è segretario del partito o del presidente del partito. Lo vedremo prossimamente". Il commento del leader del Pd non è piaciuto al Pdl. "Bersani pensi al rischio di continuare ad essere il reggicoda di Vendola, De Magistris e Pisapia o peggio, il vice di Di Pietro" ha replicato a stretto giro il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del partito, Ignazio La Russa.
Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini invece si è limitato ad augurare ad Alfano "buon lavoro, sperando che dia un contributo serio a un corretto rapporto tra i partiti di maggioranza e opposizione in un momento di grande difficoltà per l'Italia".
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato ad Alfano "i migliori auguri di buon lavoro", mentre in Futuro e Libertà si sono registrate reazioni discordanti. Italo Bocchino considera "l'elezione di Alfano una buona mossa, ma tardiva e probabilmente inutile", perché "la crisi del Pdl è irreversibile dopo la cacciata di Fini e le qualità personali del neosegretario non riusciranno a farne un partito democratico e partecipato". Fabio Granata: "Il guardasigilli Angelino Alfano è solo il ventriloquo di Berlusconi, e il suo richiamo ai valori risulta involontariamente esilarante, vista la platea e i comportamenti. Vedere Alfonso Papa partecipare alla ovazione su 'regole e sanzioni' fotografa e sintetizza il nuovo corso". Ma un altro esponente di Futuro e Libertà, Adolfo Urso, saluta la proposta di Alfano per una "grande costituente popolare". "Questa è la strada giusta - ha detto Urso - per costruire un nuovo centrodestra". Secco il commento di Umberto Bossi: "Alfano è un bravo ragazzo".
"Non ho condiviso né condivido nulla dell'attività politica e ministeriale dell'onorevole Angelino Alfano - ha detto Antonio Di Pietro -, ma egli oggi, piaccia o non piaccia, ha assunto, per decisione unanime degli organi a ciò preposti, formalmente, politicamente e giuridicamente la direzione di un partito italiano presente in Parlamento e tutelato dalla Costituzione. Siamo in democrazia e di ciò va preso atto e dato rispetto".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

 

 

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02 luglio 2011
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