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Il partito del Sud di Ciancimino e Gelli

Massimo Ciancimino, intervistato da Klaus Davi, parla di mafia e politica a 360°

08 ottobre 2009

Un partito del Sud ante litteram, l'interesse di Cosa nostra nei confronti della "comunicazione", la mafia e l'omosessualità: Massimo Ciancimo, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, ha parlato un po' di tutto con Klaus Davi nel corso del programma web-tv Klauscondicio. Temi che probabilmente, riproporrà questa sera ad Annozero, il programma di Michele Santoro al quale Ciancimino jr è stato invitato insieme all'onorevole Antonio Di Pietro (Idv), al viceministro Roberto Castelli (Lega) e a Felice Cavallaro, giornalista del Corriere della Sera. Sandro Ruotolo sarà in collegamento da Palermo.

Il partito del Sud - "Mio padre e Licio Gelli progettavano una sorta di partito del Sud, un'entità che potesse rappresentare il Sud d'Italia. Mio padre aveva partecipato alla manifestazione organizzata al centro congressi Hotel Michelangelo di Roma e, anche in quell'occasione, si era parlato di mettere in campo una nuova forza politica che potesse rappresentare il Sud d'Italia. Allora mio padre aveva parlato di quella che doveva essere la sua idea: aveva scritto uno statuto di un partito che doveva chiamarsi Rinascita. Perchè non andò a buon fine? Perchè la seconda volta che incontrò Gelli, non lo reputò una persona adatta a proseguire il progetto e perchè l'incontro con Gelli, non dico che era stato ordinato, ma era stato sollecitato da qualcuno, da qualche amicizia collocabile in altri ambienti. Politici o massonici? Politici sicuramente lo escludo".

Marcello Dell'Utri - "Mio padre non ha mai voluto incontrare Dell'Utri. L'ha sempre trovato una persona troppo istintiva [...] Mio padre commentava una telefonata di Dell'Utri a un pentito, non so chi, che è stata poi oggetto di un'inchiesta. Aveva chiesto un appuntamento per far cambiare le dichiarazioni a mio padre. Classico di Dell'Utri, tanto geniale quanto istintivo. Non lo stimava soprattutto perchè aveva rapporti a tutti i livelli, per le sue attività, calcio, cavalli. Mio padre, nato in un sistema e vissuto in un sistema, cercava di limitare le sue conoscenze a un unico livello". Massimo Ciancimino, condannato a 5 anni e 8 mesi per avere riciclato i soldi sporchi del padre, sempre parlando del senatore del Pdl, creatore di Forza Italia, il partito di Silvio Berlusconi, ha detto anche: "Dell'Utri poteva rappresentare la continuità sulle trattative Stato-Mafia. Lo stabiliranno i magistrati e certamente non è compito mio fare illazioni. Sicuramente c'è stato un soggetto che si è sostituito a mio padre per fare da garanzia, da equilibrio in quel periodo. Se poi mio padre potesse identificare questo soggetto in Dell'Utri, questo non lo posso dire".

Mafia e Media - "Il sogno della mafia era controllare la comunicazione. La mia è solo un'ipotesi, ma certe cose sono processualmente accertate. Tra i tanti soggetti che ruotavano attorno a Cosa Nostra, c'è sempre stato chi desiderava la vicinanza o l'accavallamento a una rete, ai media, o un giornale locale".

Cosa nostra e i "cattivi costumi" - "Si diceva che il figlio di Michele Greco, Giuseppe, fosse gay perchè faceva il regista. Per la mafia quello della cultura e del cinema è un mondo di gay, per usare un eufemismo. Il problema è che l'ingiuria nelle lotte tra famiglie danneggia. Cosa Nostra si chiama 'famiglia Cosa Nostra' e uscire dai canoni è difficile. Se il divorzio viene visto male, figuriamoci l'omosessualità. Tutto quello che è di facciata va salvaguardato, anche se poi, sotto sotto, avviene tutto e il contrario di tutto".

Nicola Mancino -
"Mancino evoca atteggiamenti del tipo 'non so niente, non ho visto niente'. Un atteggiamento che preferirei riportato ad altri personaggi, più che al vicepresidente del CSM". Ciancimino jr ha parlato anche del presunto incontro tra l'ex ministro dell'Interno e il giudice Paolo Borsellino, sempre negato dal politico democristiano. "Una cosa che fa tristezza è quello che accadde il giorno della nomina di Mancino a ministro degli Interni. Intento a festeggiare, il vicepresidente del CSM non si ricorda se ha incontrato o meno il dott. Borsellino, in quel momento il personaggio più in vista e più da salvaguardare in Italia, e forse in Europa, per la lotta al crimine. Mi chiedo soltanto se in 17 anni Mancino si sia mai chiesto se era la persona giusta al posto giusto, visto che non se lo ricorda. E se oggi lo è ancora". "Sono stato querelato da Mancino. La querela risulta essere stata inoltrata a gennaio, visto che a luglio mi é arrivata la richiesta di proroga d'indagine, quindi ancora non so come il dott. Mancino possa aver letto a gennaio un solo verbale, visto che non ne era stato ancora depositato alcuno. Vorrei sapere come ha fatto ad avere accesso a questo tipo di verbali, che dovevano quantomeno essere secretati e che sono stati depositati a marzo".

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]

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08 ottobre 2009
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