Il passato tornerà e chiederà il conto...
La Regione Siciliana dovrebbe date alle Medusa 4 milioni di euro per il film Baarìa
Sono sfumati i soldi della Regione siciliana alla Medusa di Silvio Berlusconi? E quelli assegnati alla Rai per Agrodolce? La storia si è messa male sia per la Medusa quanto per la Rai, perché è cambiato tutto alla Regione siciliana: le regole, i committenti, le volontà, le relazioni. Perfino l’organizzazione del lavoro. Per dirne una: il cinema era prima appannaggio dei Beni culturali, ora è una branca del Turismo e Spettacolo.
Ma non è certo questo trasferimento di competenze a provocare gli incagli, di cui si parla poco, perché - probabilmente - qualcuno ha il carbone bagnato o le carte non erano messe bene fin dall’inizio.
Il fatto è che la Regione non paga, e il contenzioso latita, senza che alcuno faccia la faccia feroce, sperando che prima o poi prevalga la dazione pubblica.
Vediamo di capirci qualcosa. Cominciando dalla Medusa di Silvio Berlusconi, azienda leader dell’impero Fininvest. La Regione siciliana, attraverso Film commission, e denari dello Stato, accantonati sui Fondi Fas destinati allo sviluppo (della Sicilia), decise di partecipare alla realizzazione del film Baarìa di Giuseppe Tornatore. Il costo industriale del film era di quaranta milioni, la Sicilia avrebbe partecipato con il dieci per cento, quattro milioni di euro, otto miliardi delle vecchie lire, non bruscolini.
I film sono finanziati dal ministero dei Beni culturali e dal ministero dello Sviluppo economico, oltre che dalle regioni che decidono di tirare fuori quattrini a questo scopo. La Sicilia ha potuto farlo grazie ad una intuizioni di Gianfranco Miccichè che nel 2005, viceministro del governo Berlusconi, promosse un allargamento degli obiettivi delle risorse destinate allo sviluppo: investire anche in ben immateriali e non solo materiali. Pensata ineccepibile, perché l’arte fa reddito, al pari di un’opera pubblica. Che Miccichè sapesse di Medusa e del progetto di Tornatore, che con il finanziamento non c’entra nulla, è davvero assai improbabile.
Miccichè ha creato, senza saperlo, le condizioni perché la Medusa del suo padrino politico, Silvio Berlusconi, ottenesse un congruo finanziamento per Baarìa.
Quali requisiti avrebbe dovuto possedere il progetto? Maestranze siciliane, location siciliana, soggetto siciliano. Soprattutto i primi due elementi erano essenziali. Nella fase di produzione del film tuttavia, ci sono stati intoppi e Bagheria è stata spostata a Tunisi, perché la produzione, cioè Medusa, ha così stabilito. A quel tempo a Tunisi regnava Ben Alì, uno dei rais amicissimi di Silvio Berlusconi, ed aveva voce in capitolo anche un imprenditore cinematografico in grado di "spuntare" risparmi considerevoli con location idonee. Così Baaria è stato in larga parte trasferito a Tunisi senza alcun danno, siamo nel 2009 più o meno, per il patto con la Regione siciliana (che risale alle giornate felici di SilvioBerlusconi e Raffaele Lombardo).
L’incaglio dei quattro milioni a che cosa è dovuto? Tutto quel che vi abbiamo raccontato non c’entra niente. I quattro milioni della Regione siciliana non arrivano alla Medusa del Cavaliere a causa di un dettaglio, manca il decreto con il quale la Regione si sarebbe dovuta impegnare a tirare fuori i quattrini. Incredibile, ma vero.
Che dire? Non tutti i mali vengono per nuocere? La partita, tuttavia, non è chiusa.
La storia di Agrodolce, la soap opera prodotta dalla Rai e dalla Regione siciliana, è ancora in alto mare. C’è un contenzioso pesante, tutti contro tutti. La Rai vuole i soldi della regione, dodici milioni, il produttore privato, Iosi, cui è stata affidata la serie televisiva, vuole i soldi dalla Rai. Un casino. Gli uffici della Regione ci vanno con i piedi di piombo. Vogliono carte, fatture, relazioni. Niente è più come prima.
Ma il passato non è affatto passato: il contenzioso resta in piedi e qualcuno ne uscirà con le ossa rotte, non c’è dubbio. Una questione di tempo. [Fonte: SiciliaInformazioni.com]