Il Pd siciliano a rischio scissione
Il vicecapogruppo all'Ars Rinaldi: "C'è un problema reale che va affrontato subito, una gestione troppo autoritaria del partito"
Aria di "scissione" nel gruppo del Pd all'Assemblea regionale siciliana, con la maggioranza che però fa quadrato, qualche 'falco' che derubrica le tensioni a "legittima provocazione" e il segretario siciliano, Giuseppe Lupo, che getta acqua sul fuoco rimandando i chiarimenti alla prossima riunione del gruppo parlamentare.
Il clima nelle stanze del Pd a palazzo dei Normanni, comunque, è pesante. A parlare di spaccatura è il vice presidente del gruppo, Franco Rinaldi, esponente della corrente 'Innovazioni' che fa riferimento all'ex ministro Salvatore Cardinale e al deputato Francantonio Genovese, rappresentato nel governo dall'assessore 'tecnico' Mario Centorrino, finito nel mirino della Cisl, e dei sindacati autonomi, per i tagli alla formazione professionale.
Al centro della polemica c'è il capogruppo Antonello Cracolici, la cui gestione è definita da Rinaldi "autoritaria". "C'è un problema reale che va affrontato subito dal partito", avverte Rinaldi che richiama alla condivisione e prende le distanze dalla linea del gruppo sulla riforma elettorale per gli enti locali, tanto da ipotizzare "una scissione" senza un cambio di rotta.
I contrasti sono esplosi ieri durante la seduta dell'Ars, quando proprio Rinaldi, a sorpresa, chiedendo la sospensione dell'esame del disegno di legge sulla Targa Florio (composto da un solo articolo) ha di fatto determinato il rinvio dell'Ars dopo che, a fatica, la maggioranza era riuscita a fare passare, con l'opposizione in trincea, il calendario dei lavori d'aula.
"Più volte abbiamo chiesto una gestione condivisa del gruppo - accusa Rinaldi - Io e altri deputati avevamo manifestato perplessità sul ddl elettorale, una legge che non interessa ai siciliani e che credo sarà discussa dopo le amministrative di primavera". Ma Cracolici non ci sta: "Non penso che la legge elettorale sia il vero problema, dicano quali sono i reali motivi dei loro malumori". E aggiunge che così facendo c'è il rischio "di assecondare il delirio di sfascismo totale della destra siciliana". Lo scontro, però, ormai è aperto.
"Sono esterrefatto", commenta il deputato Pippo Digiacomo che difende la linea del capogruppo, come il collega Filippo Panarello che invita "chiunque abbia un malessere a metterlo in chiaro".
Dalla parte di Rinaldi si schiera il deputato questore Baldo Gucciardi, secondo cui "il gruppo ha più che mai necessità di una maggiore collegialità sostanziale, la questione è politica e va affrontata, tempestivamente ma con pacatezza". Smorza i toni Giuseppe Picciolo, anche lui esponente di 'Innovazioni', che giudica l'ipotesi scissione "una legittima provocazione".
Dall'opposizione, il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, rileva "che le nostre istanze politiche possono essere condivise da una parte importante del Pd", mentre per il capogruppo del Pid, Rudy Maira, "le posizioni politiche espresse dalla componente 'Innovazioni' del Pd fanno comprendere le distanze che esistono tra chi sostiene un presidente della Regione impegnato a spadroneggiare e chi invece ritiene che le priorità per l'isola siano cosa diversa dalla riforma elettorale".
Spetta al presidente dell'Ars, Francesco Cascio, sintetizzare il momento politico: "Sono preoccupato per questo clima, se non si trova un punto d'accordo tra maggioranza e opposizione e tra esponenti di uno stesso partito valuto difficile superare questo blocco, che certamente non fa bene alla Sicilia". [Lasiciliaweb.it]