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Il Pd siciliano lo fa o no questo referendum?

Secondo i deputati regionali del Pd, il referendum sulla fiducia a Lombardo sarebbe "inopportuno"

13 gennaio 2012

Tre giorni fa, il gruppo parlamentare del Partito Democratico all'Assemblea regionale siciliana ha chiesto all'unanimità al segretario regionale Giuseppe Lupo "di convocare al più presto la direzione regionale del partito, organismo che dovrà valutare l'opportunità di svolgere o meno" il referendum in programma il 12 febbraio sull'alleanza col Terzo polo e il sostegno al governo di Raffaele Lombardo (LEGGI).
La riunione, alla presenza di Lupo e del capogruppo Antonello Cracolici, è durata quasi cinque ore. Nel corso della riunione i parlamentari hanno sottolineato che "con le elezioni amministrative alle porte, lo svolgimento di un referendum interno al partito - si legge in una nota del gruppo del Pd all'Ars - in questo momento sarebbe inopportuno e di ostacolo alla costruzione delle liste e al rafforzamento delle alleanze".

Salta il referendum, Bersani chiederà il rinvio, dopo le amministrative - Il gruppo parlamentare del Pd all'Assemblea regionale ha deciso unanimemente di chiedere alla Direzione del partito di soprassedere. Unanimemente, ma non all’unanimità. Che significa? Non lo sappiamo, ci dispiace. Non potete pretendere che inventiamo una motivazione per spiegarvelo.
Sarebbe di qualche utilità avere una spiegazione, non lo neghiamo, perché fra coloro che hanno chiesto "unanimemente" c’è il segretario regionale del Pd, Beppe Lupo, il quale ha annunciato lo svolgimento del referendum sulle alleanze politiche del suo partito in Sicilia. E pareva contento di quell'annuncio ("Non si può venire meno alla democrazia…"), a causa del quale ha polemizzato anche con Raffaele Lombardo, esageratamente turbato dalla notizia. Ha cambiato idea? Nemmeno per sogno. "Come faccio a dare torto ai deputati che si preoccupano del referendum troppo vicino alle amministrative ed alle primarie…", ha osservato con candore.
Voi direte: poteva pensarci prima, ma non vi siete messi nei panni di chi ha mille cose da fare. Capita che si ometta, ci si distragga, si facciano le cose due volte, o ci si contraddica. Niente di male.
Enzo Bianco, appena ha avuto notizia della decisione del giudizio del gruppo parlamentare è apparso irritato e rammaricato. Irritato, perché è un referendario della prima ora e non vede l'ora di dare il benservito a Lombardo (non ha altro per la testa da due anni e mezzo). Rammaricato, perché fra coloro che hanno chiesto di soprassedere ci sono deputati, come Bernardo Mattarella, che pure ha combattuto insieme a lui la battaglia referendaria democratica. "Non spetta al gruppo parlamentare assumere queste decisioni", ha ricordato, perentorio. Giusto, ma gli organismi interni di partito - la direzione - ha già deciso il da farsi e lo strumento più conosciuto, e universalmente noto, quando si vuole cambiare linea politica, è il congresso straordinario. Ma questi sono affari loro.
Il referendum non si fa, dunque. Ma come e chi fermerà la macchina messa in moto da Beppe Lupo? Il segretario non può tirarsi indietro, ha dato ragione ai referendari, alla fine, ma anche ai deputati regionali (pure alla fine), sicché ci vuole il deus ex machina. Non uno qualsiasi, chi sta "sopra" di lui. Chi? Pierluigi Bersani, o qualcuno da Bersani delegato al rinvio.
Ha vinto il buonsenso, le ragioni dell'ingorgo (primarie, urne ravvicinate)? Nemmeno per idea. Se si fa il referendum con il segretario che vota a favore delle alleanze, Rita Borsellino abbandonerebbe il campo, non si candida. O comunque, non si candida con il Partito Democratico. Il suo staff mal sopporta l'apparato del Pd, morde il freno. E c’è un tentativo di mediazione di Vendola e Di Pietro, che potrebbe condurre ad un gentlemen's agreement fra l’eurodeputata e l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
In definitiva, se il referendum salta, lo si deve a Rita Borsellino, altrimenti perché mai i sostenitori della consultazione si sono tirati indietro, abbandonando Enzo Bianco? Se stanno così le cose, Rita conterebbe più del gruppo parlamentare Pd dell’Ars. Ma non esageriamo: c’è piuttosto una occasionale "comunione" di punti di vista. Succede anche nelle migliori famiglie. [SiciliaInformazioni.com]

Intanto l'Udc va all'opposizione ... - Dopo essere uscita dal governo guidato da Raffaele Lombardo, l'Udc siciliana va all'opposizione: "Ieri sera - ha spiegato ieri il coordinatore regionale del partito, il senatore Giampiero D'Alia - abbiamo avuto un lungo, franco e cordiale incontro con il presidente della Regione siciliana, al quale abbiamo ribadito la nostra posizione sulla situazione politica e sul governo della Regione e lo abbiamo ringraziato per la sua disponibilità, ma abbiamo dovuto constatare, nostro malgrado, che non sono state rimosse le cause che hanno portato il 27 dicembre scorso l'Udc siciliano a uscire dal governo regionale". "Per queste ragioni - ha aggiunto - dopo aver informato i vertici nazionali del partito, abbiamo deciso di collocarci all'opposizione, svolgendo una funzione di stimolo e di proposta nell'interesse della Sicilia. Abbiamo comunque assicurato al Presidente della Regione che mai verrà meno il nostro contributo in Assemblea regionale, su iniziative e proposte dell'esecutivo che siano funzionali a una effettiva modernizzazione dell'Isola". [Lasiciliaweb.it]

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13 gennaio 2012
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