Il Pd siciliano non perde Lupo... e nemmeno il vizio
Ritirata la sfiducia al segretario regionale del Pd che verrà affiancato da un ufficio politico
L'assemblea del Pd regionale, che si è tenuta ieri a Palermo nell'hotel San Paolo, ed ha visto la partecipazione di 368 delegati, è stato un incontro a dir poco infuocato, con rissa sfiorata e contestazioni dopo il dietrofront sulla mozione nei confronti del segretario siciliano, Giuseppe Lupo.
Infatti, la mozione di sfiducia al segretario siciliano del Pd, firmata da 188 delegati, è stata ritirata dai promotori: dopo la lettura del documento scritto dal segretario, oltre cento delegati che avevano firmato la mozione si sono riuniti dietro la sala conferenza e lì è stato deciso di ritirare la richiesta.
Lupo nella bozza di documento che invitava al ritiro della mozione ha scritto: "L'assemblea valuta con grande preoccupazione i risultati elettorali delle recenti amministrative e le condizioni in cui versa il Pd". Il segretario considera "fondamentale l'alleanza con le forze del centrosinistra" che può essere allargata "alle forze moderate che si sono contraddistinte nella lotta al centrodestra". Vengono considerati prioritari "i temi della legalità e della lotta alla mafia" mentre "è superata l'esperienza del governo Lombardo".
E' passata quindi la linea della mediazione contro lo spettro del commissariamento degli organismi del partito.
Sul palco è poi salito il capogruppo Pd all'Ars, Antonello Cracolici: "Ritiriamo la mozione di sfiducia - ha dichiarato - perché può essere un tentativo di ritrovata unità, visto che siamo un partito che sta per andare al voto. Nelle prossime ore dobbiamo fare le liste e poi pensare alle alleanze. Sarebbe ipocrita se dicessi che l'esito soddisfa la chiarezza che anche l'opinione pubblica ci chiede". Secondo Cracolici "il partito è spezzato, come fa a fare alleanze all'esterno se non sa trovare unità all'interno? Abbiamo necessità di dire come stanno le cose, il partito è malato, qual è la medicina? Il dilemma è se seguire le indicazioni dell'uomo venuto da Roma oppure seguire la consapevolezza che il partito deve fare da sé. Sarebbe stato meglio se il segretario avesse fatto un passo indietro, non l'ha fatto e se ne assume la responsabilità".
Certo, all'inizio dei lavori i toni non sono certo stati esattamente concilianti, si è infatti sfiorata la rissa tra alcuni delegati, deputati e democratici seduti alla presidenza sulla possibilità che i due deputati regionali Pd Elio Calvagno e Salvatore Termine avessero diritto di voto in quanto non iscritti al circolo ennese riconosciuto dal partito.
Dopo la proposta di documento di Lupo, il deputato regionale Lillo Speziale aveva parlato ai delegati definendo "sciagurata" la scelta commissariale e dicendosi d'accordo con "una gestione collegiale del partito nei prossimi mesi". A quel punto molti delegati si sono alzati gridando "Buffoni, vergogna, venduti...". Una delegata ha detto: "Ci raccontano le storielle, ci fanno venire qui parlando di democrazia poi si 'appattano' e finisce tutto". Un altro delegato ha gridato verso la presidenza dell'assemblea: "Non ci sarà mai un vero cambiamento dentro il Pd, andatevene a casa". Un altro, rispondendo al segretario che aveva tracciato un bilancio non negativo delle recenti elezioni amministrative siciliane, ha affermato: "Sono andate largamente male, è questa la verita". E' seguito un applauso di gran parte dell'assemblea.
A questo punto, l'assemblea si riunirà entro un mese. Dunque, tutti a casa con una sola novità: il segretario sarà affiancato da un ufficio politico - composto da 3 o 4 rappresentanti delle anime del Pd - per il traghettamento verso le regionali. Lo snodo è proprio questo: le scelte dei candidati e delle alleanze per il futuro della Regione. Gli esponenti locali non volevano che fosse un “romano” a imporre decisioni. Così è stato scelto quello che appare il male minore per chi tiene le fila del partito in Sicilia.
[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]