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Il pentito che permise di sventare un attentato progettato dalla mafia, ora non vuole collaborare più con la giustizia

09 settembre 2006

Nell'ottobre 2005 grazie alla sue rivelazioni permise agli investigatori della Squadra Mobile di Caltanissetta di sventare un progetto di attentato dinamitardo contro il presidente dei gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza. Ora Salvatore Cassarà, 25enne ex commerciante di auto di Gela (CL), ha deciso di gettare la spugna. ''Cosa nostra mi ha rovinato la vita, ma lo Stato non mi ha certo aiutato'', ha dichiarato il pentito, che nei giorni scorsi ha reso nota la sua decisione di voler ritrattare tutto ad alcuni giornalisti locali.
Il pentito, che finora si trovava in una località segreta, ha fatto sapere di aver già firmato tutti i documenti per rinunciare al programma di protezione. ''La mia vita era compromessa perché avevo sbagliato strada, ma lo Stato ha fatto il resto e per questo tra qualche giorno tornerò ad essere un uomo libero'', ha detto senza entrare nei dettagli dei motivo che lo hanno spinto a tornare indietro sui suoi passi.

Finora dalla Dda nissena non è giunta nessuna conferma. Una fonte investigativa ha riferito che ''finora nulla di ufficiale risulta e il collaboratore ha continuato a fornire il proprio apporto fino a pochi giorni fa, e la sua dichiarazione odierna potrebbe essere frutto di un momentaneo disagio''.
Il pentito mafia sembra però fermo e determinato nelle sue decisioni. Come lo era stato nell'autunno scorso quando, rivelando il progetto di attentato contro il giudice di Caltanissetta, aveva permesso alla polizia di fermare i due presunti e potenziali bombaroli, Paolo Palmeri, 39 anni e Salvatore Azzarelli, 28 anni, menti e braccia dell'attentato, affiliati al clan Rinzivillo di Gela, gruppo che aveva condannato a morte il gip antimafia ''troppo severo nei suoi pronunciamenti nei confronti dei boss''. Successivi sviluppi avevano permesso alla Dda nissena di mandare in carcere una ventina di boss e gregari delle cosche locali.

Fonte: Affari Italiani

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09 settembre 2006
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