Il pentito Giovanni Brusca condannato a 10 anni
Concluso il processo a 19 affiliati a Cosa nostra accusati di sei delitti tra l'87 e il '92 commessi in Lombardia
Dieci anni e quattro mesi di carcere per il pentito Giovanni Brusca, più altre due condanne per altri due imputati e assoluzione piena per altri 16, tra cui Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina e Piddu Madonia.
Si è concluso così ieri, a Milano, il processo con rito abbreviato davanti al gup Maria Cristina Mannocci, a 19 appartenenti a Cosa nostra accusati, a vario titolo, di sei omicidi e un tentato omicidio compiuti nel capoluogo lombardo tra il giugno del 1987 e il maggio del 1992.
Era stato lo stesso Giovanni Brusca, che martedì ha parlato in aula della trattativa Stato-mafia al processo di Firenze sulle stragi mafiose (LEGGI), a far partire con le sue dichiarazioni agli inquirenti l'inchiesta coordinata dal pm della dda di Milano Marcello Musso sugli omicidi avvenuti a Milano e che sarebbero stati decisi dai vertici di Cosa Nostra per eliminare gli uomini non più affidabili dell'organizzazione. In particolare, Brusca rispondeva dell'omicidio di Alfio Trovato, come Totò Riina, che però è a processo con rito ordinario in Corte d'Assise. A 30 anni è stato condannato Santo Mazzei, mentre a 12 anni Salvatore Facella. Bagarella, assistito dall'avvocato Luigi La Marca, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing]