Il pentito Spatuzza deporrà al processo Dell'Utri il 4 dicembre

Ieri nuovi atti sono stati depositati nel processo contro il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato a nove anni in primo grado. Si tratta, tra le altre cose, di verbali del collaborante Gaspare Spatuzza, che sarà sentito dalla Corte di Appello di Palermo il 4 dicembre a Torino, così come deciso dal collegio guidato dal presidente Claudio dall'Acqua.
Nelle carte ricorrono i nomi di Marcello Dell’Utri e di Silvio Berlusconi con i quali, riferisce Spatuzza, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, boss di Brancaccio, avrebbero avuto "contatti diretti". Le dichiarazioni arrivano da Firenze: i fratelli Graviano, secondo Spatuzza, avrebbero avuto contatti per avere una sorta di copertura politica dei piani stragisti. Spatuzza parla in parte per deduzioni, ma in base alla propria esperienza si dice certo che i Graviano abbiano trattato direttamente con i politici. Messo a confronto con Filippo Graviano, il boss conferma alcuni fatti storici e i colloqui con lui avuti, ma lo smentisce circa i propri intenti di parlare con i pm se la politica non avesse rispettato i presunti patti. Per far vedere cosa sono stati i mafiosi, Spatuzza mostra a Filippo Graviano la foto del bimbo ebreo durante il rastrellamento del ‘43 nel ghetto di Varsavia: "Queste sono le nostre vittime".

Tra gli atti depositati dal Pg Antonino Gatto, a disposizione della difesa, anche gli interrogatori di Cosimo Lo Nigro, Pietro Romeo, Giovanni Ciaramitaro, ma anche i verbali di due ispettori della Dia di Caltanissetta. "Lo scorso 18 novembre - ha spiegato Gatto alla Corte d'Appello - sono pervenuti alla Procura generale due 'carpettoni' pieni di atti che riguardano questo procedimento, non ho ancora avuto il tempo di visionarli ma li ho depositati alla mia segreteria".
Il Procuratore genrale di Palermo ha chiesto anche alla Corte d'Appello l'interrogatorio del pentito Salvatore Grigoli, l'assassino reo confesso di padre Pino Puglisi. "Chiedo anche alla Corte d'Appello di sentire il collaboratore Salvatore Grigoli sentito dai magistrati di Firenze il 16 settembre del '97 sulle finalità delle stragi di mafia. Grigoli si disse a conoscenza di un politico legato a Cosa nostra ma non volle fare il nome. Sentito di recente, ha affermato che si trattava di Marcello Dell'Utri. Ma non e' in grado di dire se il nome venne fatto parlando delle finalità delle stragi per fare scendere a patti lo Stato o sulla questione D'Agostino (l'acquisto di un giocatore di calcio al Milan, ndr)". Gatto ha, quindi, chiesto di sentire i verbalizzanti della Dia di Caltanissetta Pietro Garanci e Claudio Castagna "a conferma - ha spiegato il Pg - degli accertamenti compiuti".

Immediata la replica della difesa, rappresentata dagli avvocati Antonino Mormino, Pietro Federico, Alessandro Sammarco e Giuseppe Di Peri: "Questo processo sembra non finire mai - ha spiegato Mormino - ci allungherà la vita, i depositi di faldoni non finiscono più. Appare evidente come il proliferare di richieste e di atti imponga una riflessione complessiva che non può essere parcellizzata di volta in volta. Siamo in difficoltà per esprimere la nostra opinione sulle richieste già formulate". La difesa ha, quindi, chiesto di depositare "tutti gli atti riguardanti le dichiarazioni di Salvatore Grigoli".
A questo punto, il presidente della Corte d'Appello Claudio Dall'Acqua ha ordinato al procuratore generale di "depositare a favore della difesa, nella versione integrale e riassuntiva, le dichiarazioni rese da Salvatore Grigoli al pm di Firenze il 16 settembre '97 e il 7 ottobre '98".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, LiveSicilia.it]

- "Ho un patto con Berlusconi. Questo mi rivelò il boss" di Francesco Viviano (Repubblica.it)

- Indagine esplosiva di Lirio Abbate (L'espresso)