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Il petrolio ragusano

La texana Mediterranean Resources vuole perforare il territorio ibleo in cerca di idrocarburi

16 febbraio 2010

La Texana Mediterranean Resources crede nel petrolio ibleo
di Stefano Alicata (www.economiasicilia.com, 16 febbraio 2010)

Ricominciano le perforazioni per l’individuazione di possibili giacimenti petroliferi al largo della costa ragusana. A credere e investire nuovamente nel settore della ricerca di idrocarburi nel territorio ibleo è la Srn - Sviluppo risorse naturali Srl, società con sede legale a Roma ma di fatto controllata dalla Mediterranean Resources con sede ad Austin in Texas, che si è vista approvare l’aprile dello scorso anno una concessione per la ricerca di idrocarburi dal Ministero dello Sviluppo Economico.

La concessione, che ha una durata di sei anni, dà la possibilità di effettuare indagini per verificare la presenza di giacimenti petroliferi al largo della costa iblea su un’area totale della grandezza di 460 km quadrati in una zona che va da Scoglitti a Sampieri.
La società del gruppo Mediterranean Resources, già titolare nel territorio ibleo della concessione "Irminio" per l’estrazione in terraferma, rafforza la propria presenza e quella di società interessate all’oro nero ibleo come la Phanter che già opera da diversi anni nei medesimi posti.
Le attività di sondaggio potrebbero partire entro la fine dell’anno, dopo che la Srn sia entrata in possesso delle ultime autorizzazioni mancanti. In caso di un eventuale esito positivo proveniente dalle ispezioni sottomarine la società potrà attrezzare i pozzi che entreranno a pieno regime in un tempo inferiore a 10 anni.
La presenza del petrolio nell’altipiano è comunque nota da tempo. Le prime trivellazioni nel territorio ibleo vennero effettuate dalla Gulf Italia, grazie ad un permesso rilasciato dalla Regione siciliana, già dall’autunno del 1953. Impianti che poi furono ceduti all’Agip nel 1965.

La possibilità di nuove trivellazioni ha subito messo in allarme Legambiente che, in una nota dichiara: "il commissario Montalbano nuoterà in una chiazza di petrolio. Il mare rischia così di trasformarsi in una enorme zona industriale con decine di piattaforme petrolifere davanti alla costa e via vai di petroliere, mandando a monte le ambizioni di sviluppo turistico del territorio".
Non si è lasciata attendere la risposta del direttore generale di Srn Antonio Pica il quale dichiara: "Opereremo sotto le direttive del ministero come abbiamo fatto da sempre. Abbiamo sfruttato sette mila giacimenti e non abbiamo mai procurato i disastri temuti dagli ambientalisti".

- Stop alle trivelle nel Val di Noto (Guidasicilia.it, 16/06/07)

 

 

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16 febbraio 2010
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