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Il piano "salva ospedali" siciliani non piace al ministero

Congelate mille assunzioni attese da due anni. Respinto pure il salvataggio di 80 mini reparti

26 luglio 2014

Il ministero della Salute rispedisce indietro il piano "salva ospedali" della Regione siciliana. Non passa l'esame romano la bozza definitiva della nuova rete ospedaliera, che prevede la sopravvivenza di 37 piccole e medie strutture di provincia coi giorni contati perché al di sotto degli standard minimi di 120 posti letto.
Ad essere contestata è la stessa impalcatura del provvedimento che si fonda sull'accorpamento dei piccoli presidi in "ospedali riuniti di distretto". A Roma la soluzione trovata da piazza Ottavio Ziino per aggirare la chiusura non convince. Tanto che dai piani alti di via Ribotta è arrivato l'invito a modificare il provvedimento. Uno stop che tiene col fiato sospeso oltre mille camici bianchi: il sì del ministero avrebbe accelerato lo sblocco di oltre mille assunzioni in corsia, al palo da quasi due anni.

Solo dopo l'approvazione del nuovo piano la Regione potrà dare il via ai concorsi per coprire i posti vacanti. Ma il cammino della nuova mappa della sanità siciliana, presentata ad aprile dall'assessore Lucia Borsellino e dal presidente della commissione Sanità all'Ars Giuseppe Digiacomo, rischia di diventare una corsa a ostacoli. Prima la levata di scudi di comuni e cittadini che ha costretto l'assessorato a modificare la prima bozza e fare un tour di tutta la Sicilia per concordare i nuovi assetti con sindaci e sindacati, adesso l'alt del ministero.

Emergenza sanità, l'allarme della Uil: "Giocano con la salute dei catanesi" - "A Catania è ormai certa la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele, quindi il dimezzamento della medicina d'emergenza in centro cittadino. Quello del Policlinico, intanto, rimane una chimera e tutte le strutture sanitarie, in città e provincia, manifestano in queste settimane estive inquietanti lacune di organico, non coperte dalla Regione".
L'allarme arriva da Fortunato Parisi, segretario della Uil di Catania e responsabile della Uil Medici Sicilia, e Stefano Passarello, segretario provinciale Uil Fpl.

"Stanno giocando con la salute dei cittadini. In questi mesi - aggiungono i due sindacalisti - abbiamo ripetuto il nostro appello perché le Aziende Cannizzaro e Policlinico-Vittorio non restino ostaggio di malaburocrazia e malapolitica, venendo finalmente dotate di management. Senza considerare le gravi carenze di organico che mettono a rischio anche i servizi essenziali".
I segretari di Uil e Uil Fpl lanciano l'allarme "emergenza sanità a Catania". "La Regione - osservano - non può più tardare nella rimodulazione dei posti-letto, negando quindi ai direttori generali delle Aziende la stessa possibilità di coprire le carenze di personale. Un'altra strada è possibile puntando sulla medicina territoriale e di base, mai decollata a Catania e in Sicilia, e sui tagli di appalti, consulenze e inutili acquisti di forniture. A fronte di questi risparmi - concludono Parisi e Passarello - sarebbe davvero facile e comunque risulta ormai indifferibile coprire almeno le lacune di organico medico e infermieristico nei reparti di emergenza".

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, Lasiciliaweb.it]

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26 luglio 2014
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