Il più bel giorno della mia vita
Cristina Comencini torna a parlare di affetti e ferite tra le mura domestiche
Noi vi consigliamo di vedere …
Il più bel giorno della mia vita
di Cristina Comencini
Ritratto di famiglia per Cristina Comencini.
La regista di Va dove ti porta il cuore torna a parlare di affetti e ferite tra le mura domestiche.
Irene (Virna Lisi) è una matura signora che vive nella vecchia villa di famiglia ancorata ai ricordi di una vita.
Il suo rammarico più grande è di non essere riuscita a trasmettere ai suoi figli l'attaccamento alla casa e al concetto di famiglia. Ma la 'villa' non è l'unica cosa che i tre eredi rifiutano.
Sara (Margherita Buy) dopo la morte del marito si è rinchiusa in un'assoluta solitudine emotiva, passando le serate in attesa del ritorno del figlio Marco con la paura costante che gli possa accadere qualcosa.
Rita (Sandra Ceccarelli) è quella che sembra più realizzata, ha una bella casa, un marito e due figlie. Ma, dietro la facciata, c'è una grande insoddisfazione. Infine Claudio (Luigi Lo Cascio), un giovane avvocato che vive di nascosto e con frustrazione la propria omosessualità.
Un salutare terremoto emotivo li travolgerà, constringendoli a fare i conti con le verità più scomode.
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 102'
Regia: Cristiana Comencini
Con: Virna Lisi, Margherita Buy, Sandra Ceccarelli, Luigi Lo Cascio
Genere: Drammatico
La critica
di Roberto Nepoti (La Repubblica)
Finalmente, nel nostro cinema, i temi che riguardano tutti - l'amore, le difficoltà della coppia, la contraddizione tra affetto e passione, i bambini che ci guardano - rinunciano alle più corrive scorciatoie della commedia e trovano registi degni di rappresentarli. Tra questi c'è Cristina Comencini che, con Il più bel giorno della mia vita, firma il suo film più riuscito, un film-romanzo di largo respiro che ricorda un po' Woody Allen quando s'ispira a Ingmar Bergman: quasi, per evocare ancora il cineasta svedese, uno "scene da un matrimonio" aggiornato ai nostri anni.
Com'è sua consuetudine, la Comencini racconta tutto questo attraverso i percorsi parelleli-incrociati dei membri di una sola famiglia: la matriarca Irene (Virna Lisi); Sara (Margherita Buy) giovane vedova perseguitata dalle ansie per il figlio Marco; Rita (Sandra Ceccarelli) sposata e madre di due ragazzine, al bivio tra il matrimonio e un nuovo amore; il figlio maschio, Claudio (Luigi Lo Cascio) che tace, soffrendone, la propria omosessualità.
Se la voce narrante è (ma senza la minima tentazione di patetismo) quella di Chiara, una bimba che si prepara alla prima comunione e si raccomanda a Dio perché metta una buona parola con i genitori in crisi, il film fa variare i punti di vista distribuendoli equamente tra i vari personaggi: adotta ora quello della madre, che ha vissuto tutta la vita senza vero amore, ora quello di Rita, che non comprende come ciò sia possibile; ora la visione nevrotica e desolata di Sara, il più "alleniano" dei personaggi, ora quella di Claudio, in lotta tra l'educazione ricevuta e le intermittenze del cuore.
Accanto a loro ci sono i figli, adolescenti e bambini, comprensibilmente spaventati dal sesso e dai complessi rapporti affettivi che li attendono. Film come Il più bel giorno della mia vita sono necessari, preziosi per il modo in cui, sottintendendo lo sforzo di chi li realizza, si sforzano di aiutarci a capire la fluida, precaria realtà dei sentimenti con i quali dobbiamo convivere. E pazienza se la regista non si preoccupa troppo del linguaggio ma si limita a una direzione corretta e sobria, tutta funzionale alla recitazione dei bravi attori.