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Il pizzo anche sulla raccolta dei rifiuti. La denuncia di Rosario Crocetta, sindaco di Gela

29 gennaio 2007

Le imprese che a Gela gestiscono il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, verserebbero alla mafia 18 mila euro al mese: 9 mila alla cosiddetta Stidda e altrettanto a Cosa nostra. La denuncia è giunta dal sindaco, Rosario Crocetta. Il primo cittadino si è rivolto alla polizia e alla magistratura per perseguire i responsabili di un'estorsione che frutterebbe alla mafia quasi 250 mila euro all'anno e che, sempre secondo Crocetta, andrebbe avanti da dieci anni. Sono sette le aziende, riunite in Ati (Associazione temporanea d'imprese) che a Gela gestiscono il servizio di nettezza urbana. ''Il pagamento del pizzo, che dura da dieci anni - ha detto Crocetta - è un fatto gravissimo che danneggia l'economia della città e determina una pessima qualità del servizio di raccolta''.
Il sindaco di Gela, che per giorni si è trasformato in ''investigatore'', in una nota assicura di avere ''assolutamente certezza e prove'' dell'illecito. ''Invito le imprese del settore rifiuti - ha scritto il sindaco - a chiarire con gli organi competenti le situazione, poiché gli enti pubblici non possono accettare che i soldi dei cittadini onesti finiscano nelle tasche dei mafiosi per alimentare il degrado e magari finanziare la latitanza di qualche boss''.

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29 gennaio 2007
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