Il plauso del Wwf al faticoso impegno delle Forze dell'Ordine nel contrastare le forme illegali di pesca
Il sequestro di altri 60 chilometri di reti spadare da parte della Guardia Costiera dimostra l'enorme fatica che le forze dell'ordine, ancora oggi, devono fare per contrastare l'illegalità. Ma questa condizione è frutto di ambiguità e tolleranze delle istituzioni nel recente passato, che ancora oggi lasciano strascichi non tollerabili.
Questo il commento del Wwf alla conclusione dell'Operazione Pinna Bianca che si è svolta la scorsa settimana nel Basso Tirreno e nel Mar Jonio.
Il Wwf Italia ringrazia quindi le Istituzioni e i Corpi di Polizia per questa politica di tolleranza zero che costringe al rispetto della normativa comunitaria e che tutela l'habitat marino. Le parole del ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro dovranno essere indizio di una politica nuova per raggiungere una gestione ecologicamente sostenibile della pesca e del mare, in cui combattere il fenomeno della pesca illegale è solo il primo passo per tutelare le specie mediterranee.
''Nelle spadare finiscono infatti non solo delfini, ma anche capodogli, come il ritrovamento effettuato il 25 maggio lungo le coste calabresi o quelli di giugno nei mari siciliani - ha dichiarato Fulco Pratesi, presidente del Wwf Italia -. Nel mondo sono oltre 300.000 all'anno i cetacei che muoiono catturati accidentalmente nelle reti derivanti''.
Il recente sequestro mette in evidenza una ''questione del mare'', che da anni il Wwf denuncia. La soluzione che l'associazione ambientalista propone è un'azione congiunta delle istituzioni, delle associazioni di categoria e degli ambientalisti per chiudere definitivamente il capitolo spadare, sperando che questo sia l'ultimo anno in cui sia necessario intervenire con azioni di sequestro.
Fonte: Wwf Italia