Il Ponte adesso lo si venderà a tranci e la Provincia di Catania ha già prenotato la sua ''porzione''
La Provincia di Catania si è detta disposta a investire sino a un milione di euro per partecipare all'acquisto delle quote della Società Ponte sullo Stretto di Messina o di altra società o istituzione con uguali finalità.
A renderlo noto è stato il Movimento per l'autonomia (Mpa) della Camera dei deputati spiegando che l'amministrazione ha fatto propria la mozione presentata in Consiglio provinciale da Ottavio Vaccaro, consigliere di An e presidente della Commissione attività produttive, e da Enzo Oliva, capogruppo Mpa al Consiglio provinciale nonché capogruppo Mpa e vicepresidente del Gruppo misto alla Camera dei deputati.
''L'approvazione di questa mozione d'indirizzo da parte dell'amministrazione provinciale con l'istituzione di un capitolo di spesa pari a 1 milione di euro - ha sottolineato Oliva - è il chiaro segno di una volontà forte che speriamo abbia seguito nelle altre province e negli altri comuni siciliani e calabresi. La battaglia per la costruzione del ponte in Parlamento non si è ancora esaurita''.
Il capogruppo del partito di Raffaele Lombardo ha aggiunto che in sede di discussione della Finanziaria il Movimento per l' Autonomia ''si batterà perché la Sicilia abbia finalmente l'attenzione che merita e perché la costruzione dell'opera, considerata il volano per lo sviluppo dell'Isola, non venga abbandonata. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, infatti, la stessa maggioranza di governo non ha, sull'argomento una posizione univoca. Se per l'attuale governo, come tante volte ha dichiarato, il no al ponte nasce da problemi di natura economica e non da preconcette scelte ideologiche e politiche, la Sicilia dimostrerà di poter reperire i fondi da enti, istituzioni e privati''.
E dopo l'iniziativa della Provincia di Catania, Francesco Tanasi, leader nazionale del Movimento politico dei consumatori italiani, dichiarandosi d'accordo su quanto proposto da Lombardo ha affermato che organizzerà una raccolta di fondi in tutte le 20 regioni italiane, coinvolgendo le sedi e tutti gli iscritti del movimento. ''Dalla Lombardia alla Sicilia - ha detto Tanasi - saranno raccolti i soldi da utilizzarsi per acquistare le quote sociali e tutto ciò servirà da esempio affinché anche altre organizzazioni facciano lo stesso, in modo da creare una mobilitazione nazionale a favore della costruzione del ponte''.
Al riguardo vogliamo di seguito pubblicare un articolo inviatoci dal Movimento per l'Indipendenza della Sicilia.
La Provincia di Catania compra un ''pezzo di ponte''?
In seno al consiglio della Provincia Regionale di Catania è passata una mozione, promossa da An e dall'Mpa, che istituisce un capitolo di spesa di 1 milione di euro da ''investire'' nella società ''Stretto di Messina'' o in altra società con pari finalità.
Siamo all'assurdo. L'ossessione compulsiva dei ''tifosi del Ponte'' li ha portati a decidere di buttare quasi due miliardi delle vecchie lire, in un'opera, inutile e dannosa, che peraltro nemmeno compete al summenzionato organo.
Noi indipendentisti siciliani ci siamo già espressi nelle scorse ore, entrando nel dibattito sulla ventilata (quanto impossibile) abolizione della Provincia Regionale di Enna, sullo status di tali istituzioni in Sicilia. Moralmente abusive, come abusive anche giuridicamente sono le Prefetture.
Ma oggi più che mai ci chiediamo se non sia proprio il caso, dopo 60 anni, di attuare il dettato degli articoli 15 e 31 dello Statuto Speciale d'Autonomia, sfrattare le Province, le Prefetture, dare vita ai consorzi comunali e alla gestione regionale dell'ordine pubblico. Perché, se è vero e provato che le Province (e la Prefetture, che svolgono in Sicilia un compito di competenza della Regione e del suo Presidente) sono in sè degli inutili ammassi burocratici poveri di competenze, ricchi di spese, con annesso parlamentino (ove spesso seggono dei parlamentari veri e propri, come Enzo Oliva dell'Mpa, cofirmatario della suddetta mozione con Ottavio Vaccaro di An, che quindi percepiscono un doppio stipendio), è vero che adesso si è giunti al paradosso.
Lombardo, se ha davvero un milione di euro, li spenda davvero in opere di competenza regionale. Altrimenti, se vuole così tanto il Ponte (peraltro, al l'indomani di un sisma che ha toccato Messina e, seppur leggero, che avrebbe certamente impresso pericolose quanto improvvise oscillazioni alla struttura, già messa in forte dubbio dai forti venti), ce li metta di tasca sua. Anche se, del resto, i soldi che guadagna li prende proprio in quanto Presidente della Provincia, e di deputato al Parlamento Europeo (presso il quale risulta essere sostanzialmente nullatenente e nullafacente, e senza aver mai dichiarato di aver lasciato l'Udc per passare al ''suo'' Mpa), quindi, dalle nostre tasche.
Egli non può, nemmeno volendo, comportarsi come Amministratore Delegato di un'azienda. Egli deve rispettare, così come i consiglieri provinciali e gli assessori (quelli che vanno in carica, si dimettono per partecipare alle elezioni, diventano nel frattempo ''consulenti'' profumatamente pagati, e poi, se bocciati dall'elettorato, ritornano magicamente assessori...), il mandato per cui è stato eletto. Non può, e non deve, usare la Provincia come sgabello per aumentare la propria visibilità, come punto d'appoggio per le sue trovate propagandistiche.
Senza la Provincia Regionale di Catania, Lombardo non avrebbe potuto iniziare quell'opera di sciacallaggio politico ai danni dell'indipendentismo, che non gli appartiene per storia, cultura, convinzioni, reinventandosi ''autonomista pontarolo'' senza programma né passione autentica, pur di non sprofondare nell'oblìo. Non esisterebbe l'inganno Mpa, unica e reale occupazione di Lombardo. Non esisterebbero le pagliacciate di Messina e Roma. E non esisterebbe il finto dibattito sul Ponte, mostro su cui si deve, al più presto, ''mettere una pietra sopra''.
Si attui finalmente lo Statuto nella formulazione originaria. Lo Statuto scritto (sì, forse proprio sul marmo, come sostenuto alcuni giorni addietro dal fondatore democristiano on. Alessi) con il sangue dei patrioti indipendentisti. Quello Statuto fa a pugni con ogni laccio e lacciuolo che ci avvinghi all'Italia, altro che il Ponte sullo Stretto! Einaudi lo disse, leggendolo: ''ma così la Sicilia diventa un quasi stato, potrà battere moneta!''. E potrà avere una politica realmente democratica, partecipata dal basso, interessata solo alle reali necessita della gente, del Popolo Siciliano. Che, comunque, va ogni giorno verso il proprio rinnovato destino di Nazione indipendente.