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Il ponte "congelato"

Gli ambientalisti al governo: "Un progetto irrealizzabile, il governo dica stop al Ponte sullo Stretto"

14 novembre 2012

Lo scorso 31 ottobre il governo Monti ha deciso di "rimandare" la decisione sul Ponte sullo Stretto di Messina disponendo altri accertamenti tecnici. Il tutto è contenuto nel decreto 187 di quest'anno, che ora dovrà essere convertito in legge.
"Per il ponte sullo stretto di Messina dobbiamo completare la valutazione di impatto ambientale (Via) sulla base dei numeri e non di scelte ideologiche". Così il ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Ai cronisti il ministro ha precisato che "il governo ha detto che il ponte non è un'opera prioritaria ma se ci sono investitori privati affrontiamo la questione come quella dell'Ilva senza guerre di religione".

Il "congelamento" del ponte ha portato gli ambientalisti sul piede di guerra: "Quale altre verifiche tecniche devono essere fatte?", chiedono, "Questa è una decisione da Ponzio Pilato". L'obiettivo di Wwf, Italia nostra, Fai e Man (Associazione mediterranea per la natura), riunite ieri ad un Convegno sul ponte, è invece di chiudere per sempre la partita con il Ponte sullo Stretto, un "progetto irrealizzabile", in sede di conversione del decreto in legge. E di motivi ce ne sono a sufficienza, osservano gli ambientalisti: "Il costo dell'opera è lievitato - denunciano prima di tutto - all'inizio era di 3,9 miliardi di euro ed oggi viene valutato in 8,5 miliardi di euro, oltre mezzo punto di Pil".
E' necessario, insistono le associazioni, chiudere i rapprti con il General Contractor Eurolink, capeggiato da Impregilo, cancellando la Stretto di Messina SpA (SdM). Quattro i punti definiti "critici" della road-map del governo sul Ponte: "Assicurare la massima trasparenza, che non è stata garantita sinora dalla SdM SpA per escludere appigli per possibili e futuri contenziosi; verificare se il percorso individuato sia coerente con le norme comunitarie sugli appalti di lavori pubblici; valutare se è opportuno che un costo dell'intervento di 8,5 miliardi di euro; stabilire tempi serrati per decisioni che tutelino gli interessi pubblici".

I senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, intervenuti al convegno delle associazioni ambientaliste, hanno dichiarato: "L'Italia, sfortunatamente ce lo ricordano nuovamente i morti e i danni ingenti di queste ultime ore, ha bisogno di una manutenzione a tappeto del territorio, per restituirgli quell'adeguata capacità di resistenza ai fenomeni atmosferici che è stata fiaccata da una pianificazione sbagliata o spesso inesistente. Questa è l'opera pubblica in cima alla lista delle priorità, parlare ancora del Ponte sullo Stretto è semplicemente lunare rispetto alle esigenze di milioni di cittadini". "Tenere in vita per altri due anni il carrozzone del Ponte sullo Stretto - continuano i senatori Ecodem - è un chiaro accanimento terapeutico, che graverà ancora sulle spalle degli italiani. Sebbene si agiti il fantomatico interessamento di investitori cinesi il progetto del Ponte è semplicemente insostenibile dal punto di vista economico, perché 8,5 miliardi per la sua costruzione, più del doppio di quello con cui il General Contractor Eurolink ha vinto la gara, e un utilizzo della struttura che si aggirerebbe attorno all'11% della capacità complessiva, sono numeri che confermano ogni oltre ragionevole dubbio l'insensatezza del progetto. Si utilizzino questi fondi piuttosto, come impone il buonsenso, per la messa in sicurezza del territorio. Il Governo Monti - concludono Della Seta e Ferrante - dimostri lo stesso rigore applicato per altre situazioni, e torni sulla sua decisione chiudendo, una volta per tutte, la vicenda del Ponte sullo Stretto: renderà un buon servizio alle casse dello Stato e ai cittadini, oltre che all'Europa, che del Ponte non sa che farsene".

Il vicepresidente della Commissione Antimafia e deputato Fli, Fabio Granata, chiede al governo "di chiudere subito la gigantesca truffa del Ponte sullo Stretto e sciogliere la SpA Ponte sullo Stretto, bloccando progettazioni e consulenze milionarie. Sono anni che il progetto è in balia di verifiche tecniche ma non si capisce come si possa ancora pensare a fare verifiche su un progetto irrealizzabile e insostenibile". "Il Governo non può lavarsene le mani e deve scrivere la parola fine ora che, dopo anni e anni, il progetto non è definitivo e non deve pagarsi alcuna penale, la moratoria e' una mediazione pilatesca", conclude Granata.

Perché il Ponte sullo stretto di Messina è insostenibile? Ecco i cinque principali motivi degli ambientalisti.
Fai, Italia Nostra, Legambiente, Man e Wwf dicono che "L'esecutivo in carica ha già oggi tutti gli elementi per valutare questa opera" ed elencano i 5 motivi per dire no al ponte: 
1.  ha un costo ingiustificato di 8,5 miliardi di euro,  più del doppio di quello con cui il General Contractor Eurolink, capeggiato da Impregilo, ha vinto la gara (3,9 miliardi rispetto ai 4,4 miliardi di euro posti a base di gara);
2. non si ripaga con il traffico stimato, visto che le previsioni degli stessi progettisti valutano, a regime, un utilizzo del ponte che si aggirerebbe attorno all'11% della capacità complessiva (11,6 milioni di auto l'anno, a fronte, appunto, di una capacità complessiva teorica dell'opera di 105 milioni di auto l'anno nelle due direzioni);
3. è irrealizzabile dal punto di vista tecnico: si tratterebbe di costruire, in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza a doppio impalcato stradale e ferroviario, sorretto da torri di circa400 metri di altezza (quando allo stato attuale delle conoscenze tecniche il ponte più lungo esistente al mondo con queste caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone di 1118 metri di lunghezza);
4. va ad incidere su un'area ampiamente vincolata per gli straordinari valori paesaggistici e severamente tutelata dall'Unione Europea poiché l'opera ricade interamente nell'area di due Zps - Zone di protezione speciale ("Costa Viola", in Calabria e dei "Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e Area marina dello Stretto", in Sicilia) e interferisce in entrambe le regioni con 11 Sic - Siti di interesse comunitario;  
5. il progetto ‘definitivo' presenta gravi carenze tecniche rilevate già dalla Commissione VIA - Valutazione Impatto Ambientale (con ben 223 richieste di integrazione), secondo cui: "gli studi relativi [ad alcuni] interventi ... non hanno un livello di approfondimento tale per essere parte di un progetto definitivo".

[Informazioni tratte da ANSA, Corriere.it, Globalist.it, ASCA, Adnkronos/Ign, Lasiciliaweb.it, Greenreport.it]

- I cinesi interessati al Ponte sullo Stretto (Guidasicilia.it, 07/11/12)

 

 

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14 novembre 2012
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