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Il ponte della priorità o priorità per il ponte?

Quando le priorità sono molteplici ed è prioritario prendere una decisione

16 giugno 2008

L'ultima, in ordine di tempo, sul Ponte sullo Stretto di Messina l'ha detta proprio nei giorni scorsi il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con delega al Cipe, Gianfranco Miccichè: "Per il ponte sullo Stretto vi sono due miliardi di euro di fondi non vincolati nel bilancio regionale pronti per essere impiegati per questa infrastruttura".
Quindi a detta dell'ex presidente dell'Ars, la Regione siciliana avrebbe un bel gruzzoletto da destinare alla gigantesca opera tornata ad essere priorità, "la priorità" o una delle priorità...
Insomma su questo punto, ossia, se la costruzione del ponte sia veramente prioritaria rispetto a tutta una serie di ammanchi di cui soffre la Sicilia e l'Italia in generale, non tutti sono d'accordo.

Ovviamente ci sono i pareri contrari di chi nella scorsa legislatura non solo ha congelato contratti, accordi e stipule varie, ma ha abolito il concetto di priorità in riguardo all'opera. Ancora nelle scorse settimane, ad esempio, Rita Borsellino ha espresso il suo dissenso nei confronti del ponte: "Da una parte il governo Berlusconi si è affrettato a rimettere in campo il progetto, dall'altro taglia tutti i fondi destinati e già stanziati per le infrastrutture dell'Isola senza le quali il ponte rischia di essere solo una cattedrale nel deserto". La Borsellino pensa che "questa scelta rischia di penalizzare fortemente l'Isola e hanno fatto bene i ministri del governo ombra del Pd a venire in Sicilia, dandole la centralità nazionale che merita. Mi auguro che tutto il Parlamento siciliano e il governatore Raffaele Lombardo sappiano fare altrettanto".
Invocare però il buon senso di Lombardo su questo versante, si sa, lascia il tempo che trova. Il neogovernatore, infatti, oltre ad essere uno dei massimi sostenitori della megaopera sullo Stretto, è uno di quelli fermamente convinti che per riuscire ad avere tutte le infrastrutture, tutte le strade ed autostrade (ferrate o di mare) che in Sicilia da tempo immemorabile mancano, bisogna prima di tutto mettere in piedi il ponte, la costruzione di esso si tirerà dietro tutto il resto. Quindi prima il ponte e il resto verrà da se.

Ma, come dicevamo poca fa, sul punto della "priorità ponte" non tutti sono d'accordo, e non soltanto dall'altra parte. Ad esempio, chi non la pensa come il presidente Lombardo è il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli: "La Lega non ha nulla contro l'opera che unirà Sicilia e Calabria, ma la priorità va alla realizzazione del collegamento da Portogallo a Ucraina, Russia e Cina per arrivare al Pacifico". Insomma, dice la Lega per bocca di Castelli, se i siciliani vogliono il ponte questo è un bene, ma contestualmente, anzi "un minuto prima", deve essere realizzato il Corridoio 5, cioè il collegamento di cui sopra. "Io penso che il ponte vada fatto se le popolazioni meridionali lo vogliono - ha osservato Castelli pochi giorni fa - ma collegherà Sicilia e Calabria. Qua abbiamo il collegamento da Portogallo a Ucraina, Russia, Cina per arrivare al Pacifico: credo che il paragone non abbia bisogno di commenti". E quindi "sì al ponte ma contestualmente assolutamente sì, un minuto prima, a questa grande via di comunicazione". Il Corridoio 5 infatti "è un'opera strategica - secondo il sottosegretario - che condizionerà i prossimi secoli". "Nel 2000 - ha ricordato Castelli - avevamo studiato, in vista del Governo Berlusconi, un grande piano infrastrutturale di tutto il paese. Il Ponte sullo stretto fa parte del 'Corridoio 1' che è quello che collega la Sicilia con Amburgo. Quindi, un grande 'corridoio' Nord-Sud, con Milano al centro". Il sottosegretario ha però 'lamentato' il "ritardo enorme in Lombardia" per quanto riguarda il tema delle infrastrutture, e per motivare le sue lamentele ha snocciolato alcune cifre: "La Spagna ha 270 chilometri di autostrada ogni milione di abitanti, l'Italia ne ha 144, e la Lombardia ne ha 70. Questo è il desolante dato con cui dobbiamo confrontarci".

Quindi, ricapitolando un attimo: il ponte è sì una priorità, ma contestualmente ad altre priorità. O meglio è una priorità che viene dopo altre priorità... Dunque non è prioritaria? O lo è?? Sì, è difficile stabilire quale sia la vera cosa assolutamente importante da realizzare, quando ci si ritrova in un luogo dove le cose assolutamente essenziali da fare subito sono tante... troppe.
Ci affidiamo quindi alle parole di chi adesso le sorti delponte ce li ha in mano: il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. "Il ponte sullo Stretto era stato accantonato dal precedente governo, invece la prima cosa che dovevano fare era di avviare l'iter per far sì che si potesse costruire. Noi, invece, consideriamo il ponte un'opera prioritaria fra tutte le infrastrutture che si devono costruire". "Il primo atto che invece io ho fatto - ha aggiunto - è stato scrivere al presidente della società ponte sullo Stretto". "Non è vero - ha aggiunto il ministro Matteoli - che la Lega non è favorevole. Dice solo che dobbiamo realizzare anche le altre infrastrutture del Nord".
Bene, sembra chiaro: il ponte è una priorità.
E il discorso potrebbe sembrare ancora più chiaro e assodato prendendo in considerazione le ultime parole del premier Silvio Berlusconi: "Il ponte sullo Stretto si farà. Dovremo recuperare in sede europea i soldi raccolti in passato". Berlusconi insomma ha ribadito la sua determinazione nel portare a termine quest'opera. E ha smentito così voci tutte le voci che parlavano se non di un ripensamento, di un serio tentennamento.

Anche il presidente dell'Anas e della congelata Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, sembra non avere dubbi sulla costruzione del "Ponte della priorità": "Vi è perfetta sintonia con il governo per l'individuazione delle nuove risorse ex Fintecna da destinare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina",  e il riferimento è a circa 1,5 miliardi di euro di Fintecna finalizzati alla costruzione dell'opera ma poi utilizzati dal governo per altri scopi, tra i quali la copertura del fabbisogno derivante dal taglio dell'Ici.
Nel confermare la data di metà del 2010 per l'avvio dei cantieri, Ciucci ha indicato il prossimo gennaio il temine per la messa a punto del progetto definitivo e ha aggiunto che, comunque, "saranno riattivati nell'immediato i contatti con il territorio affinchè sia un'opera condivisa". Secondo il presidente dell'Anas non vi sarà la necessità di referendum tra i cittadini, ma "si procederà - ha detto - con un piano di comunicazione e interlocuzione con il territorio più capillare possibile, per spiegare ove ce ne fosse bisogno, dell'importanza delle ricadute economiche, occupazionali e tecnologiche connesse alla realizzazione del ponte". Non si rischierà un effetto tassa, sempre secondo Ciucci, in quanto "vi è già un largo consenso sul territorio. Non bisogna fare in modo che voci isolate che strillano solo più forte, abbiano più spazio della maggioranza delle voci di consenso". 

Si potrebbe finire così, con tutti d'accordo fino alla prossima battuta d'arresto. Ma vogliamo concludere dando voce agli scettitici e ai contrari - da sempre - che il ponte venga costruito: i Verdi.
Per Grazia Francescato, che dei Verdi è stata presidetessa fino al 2001, "Berlusconi è il solito grande illusionista che fa mezze promesse che sa di non poter mantenere. Promette di avviare i lavori per il ponte sullo Stretto di Messina ma non dice agli italiani dove andrà a prendere i soldi. Il premier sa benissimo che il finanziamento europeo, da solo, non potrà bastare e il costo stratosferico sarà pagato dalle tasche dei cittadini". "In realtà - conclude la Francescato - non si tratta di una megaopera ma di una megatruffa ai danni dei cittadini e devastante per l'ambiente. Anche se noi Verdi non siamo in Parlamento ci opporremo con tutte le nostre forze contro questo progetto e Berlusconi avrà delle belle sorprese, perché, intanto, il fronte del no a questa faraonica truffa si è allargato di molto".

[Informazioni tratte da La Sicilia.it e ANSA]

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16 giugno 2008
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