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Il posto fisso e le facili illusioni

Continuano le querelle su posto fisso e articolo 18. Il governo vuole andare avanti senza aspettare

06 febbraio 2012

Sulla riforma del lavoro "tergiversare, fermarsi, aspettare, non è una soluzione e il governo ha il dovere di agire per cercare di risolvere i problemi, anche se questo non vuol dire negare al Parlamento la priorità di decidere". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Torino. "Questo non vuol dire che tutto è già stato deciso, il percorso è appena iniziato, ma deve essere rapido perché tempi lunghi non sono stati dati né a noi come governo né al Paese".
"Uno degli scopi di questo governo è spalmare le tutele su tutti, non dare a tutti un posto fisso a vita. E chi oggi promette un posto fisso a vita promette facili illusioni", sottolinea allora il ministro che aggiunge: "Noi stiamo lavorando per cercare di modificare i contratti, per eliminare la flessibilità cattiva e limitare quelle forme di abuso che ci sono state, ma c'è un'altra parte di flessibilità quella buona che implica che un'azienda può avere bisogno nel corso della sua attività di un alleggerimento di personale". "Non vogliamo che non esista la possibilità di licenziare, ma vogliamo che chi è licenziato sia aiutato dalle istituzioni e dall'azienda stessa a trovare in tempi rapidi una nuova occupazione".
La riforma del lavoro, "non è fatta per mettere gli uni contro gli altri, noi vogliamo restituire prospettive al Paese", prosegue Fornero la quale ha voluto specificare che "la riforma del mercato del lavoro non è una bacchetta magica per dare lavoro immediatamente a quanti oggi non l'hanno, ma consentirà di dare più strumenti a tutti. Nessuno vuole usare la clava, ma vogliamo usare la parte positiva e propositiva del dialogo per cambiare questa società - ha proseguito - siamo di fronte a un cambiamento planetaro, non si può far finta di non vederlo". Insomma, "il governo è chiamato a fare scelte impopolari per dare prospettive di crescita al Paese". E "se non riusciremo a convincere i giovani del tentativo di questo governo avremo fallito il nostro compito perché - ha aggiunto il ministro - è per dare prospettive ai giovani che questo governo è stato chiamato". "La vera rivoluzione - ha concluso - oggi non è stare contro, ma insieme per recuperare la visione del Paese".

"Il posto fisso? E' nata una querelle frutto di una fretta d'interpretazione", ha detto dal canto suo il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, in una intervista a Tgcom24. "Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà" ha aggiunto il ministro, aprendo una nuova querelle sul tema caldo del lavoro, dopo le polemiche nate negli ultimi giorni dopo la frase del premier Mario Monti che aveva definito 'monotono' il posto fisso. Il ministro Caancellieri ritiene che "il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, noi viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti". Insomma, aggiunge, "dobbiamo fare un salto, ma non demonizziamo. Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno".
Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, è intevenuto invece a proposito della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro che si sta aprendo. "Siccome c'è un tavolo aperto che ancora non ha raggiunto alcuna conclusione io non commento e non voglio neanche dare indicazioni su come secondo me si andrà a concludere". "Tutti i temi di questo tavolo che hanno a che fare con i contratti, con la flessibiltà in entrata e in uscita, gli ammortizzatori sociali, i servizi all'occupazione, sono tutti capitoli di un unico piano che deve essere visto nel suo insieme", ha sottolineato.

"Questo è un governo che spesso pensa di non dover rendere conto a nessuno e quindi immagina di poter procedere anche da solo", dice il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che, intervistata da Radio Popolare, ha replicato alle proposte avanzate da Cisl e Uil in merito all'art.18: "Una manutenzione dell'articolo 18 intesa come diminuzione della sua efficacia non è giusta e nemmeno necessaria. La cosa che ci preoccupa più di tutte è l'idea che da un confronto sul mercato del lavoro e sul tema fondamentale del dualismo del mercato del lavoro e della precarietà si è passati a una discussione su come indebolire le tutele dei lavoratori", aggiunge. E ancora: "Il tempo della trattativa sul lavoro può essere breve o lungo. Dipende da quale disponibilità c'è a discutere delle questioni vere e provare a risolverle", continua Susanna Camusso. "Certo, se bisogna discutere solo di licenziamenti il tempo diventa infinito. Non faccio previsioni ma penso che ci sono questioni molto complicate su cui le posizioni sono profondamente diverse. Penso - conclude la leader sindacale - che bisogna fare tutti gli sforzi per trovare delle soluzioni su almeno due temi: precarietà e allargamento degli ammortizzatori sociali".
Apre, invece, a una 'manutenzione' dell'art.18 il segretario generale della Cisl, Rafaele Bonanni che, dopo le dichiarazioni rilasciate nell'intervista al Sole 24 Ore sulla possibilità di 'tirare fuori dall'area dell'articolo 18 questioni come i licenziamenti economici', oggi ospite ad Agorà su Rai Tre ha ribadito: "Mio zio Sandrino, che faceva il bidello, ora è in pensione, dice che è importante per tutelare le persone dagli abusi e dalle discriminazioni che ancora ci sono sul lavoro. Dunque va mantenuto. Ma c'è bisogno di una robusta manutenzione e alcune inefficienze possiamo anche revisionarle". "Proponiamo delle cause veloci" nei casi di licenziamenti, ha aggiunto Bonanni, "il sistema giudiziario troppo spesso si slabbra". Il leader della Cisl ha inoltre affermato di non aver sentito ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: "La Camusso? Ieri non l'ho sentita, c'era la neve anche sulle linee telefoniche. Alla fine però il buon senso porterà tutti a trovare la quadra".
Possibilista sulla riscrittura della norma nelle parti relative al licenziamento per motivi economici si è detto anche il leader Uil, Luigi Angeletti che, in un'intervista a La Stampa ha ribadito, invece, il no ad interventi per modificare l'art.18 che riguarda la tutela dei licenziamenti senza giustificato motivo.

Per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, invece l'articolo 18 "va rivisto in modo serio, perché dobbiamo diventare europei in tutto". In sostanza, il reintegro del lavoratore va mantenuto, soprattutto per evitare che si verifichino abusi, ma, negli altri casi, e da introdurre un "indennizzo economico".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

- La monotonia del posto fisso (Guidasicilia.it, 03/02/12)

 

 

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06 febbraio 2012
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