Il prefetto di Palermo è il nuovo direttore dell'Agenzia per i beni confiscati
Giuseppe Caruso nominato nuovo direttore dell'Agenzia. Prenderà il posto del collega Mario Morcone, che si era candidato sindaco a Napoli
Il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, è il nuovo direttore dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Prenderà il posto del prefetto Mario Morcone, che si era candidato sindaco a Napoli, ma non aveva superato il primo turno delle amministrative ed era tornato a dirigere l’Agenzia.
È stato deciso dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro del’Interno, Roberto Maroni. A Morcone è stato assegnato l'incarico di riorganizzare l’esercizio delle funzioni di rete delle Prefetture.
Caruso, già Commissario straordinario per la gestione dell’emergenza legata agli sbarchi di extracomunitari in Sicilia, è stato nominato prefetto di Palermo nel luglio dello scorso anno: per lui, che era già stato alla guida della Questura del capoluogo dal 2005 al 2008 si è trattato di un ritorno in città. Come capo della polizia palermitana aveva avuto modo di portare avanti un'efficace azione di aggressione ai beni patrimoniali illecitamente acquisiti dai mafiosi, accanto all'arresto di importanti boss, tra cui il noto superlatitante corleonese Bernardo Provenzano.
Per il presidente della Provincia, Giovanni Avanti e il vicepresidente e assessore alla Legalità e ai Beni Confiscati, Pietro Alongi "la nomina al vertice dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla mafia di un uomo delle istituzioni dalla grande capacità professionale ed esperienza come il Prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso è la migliore garanzia per un fronte così importante nella lotta alla criminalità organizzata. Caruso, che da Questore mise a segno formidabili risultati con la cattura di pericolosi latitanti, conosce a fondo il fenomeno mafioso e siamo certi che darà nuovo slancio all’Agenzia e alla sua attività di vitale importanza per restituire alla comunità le ricchezze illegalmente accumulate dai boss". [Corriere del Mezzogiorno]