Il premier lancia il ''messaggio anticomunista'' anche costretto a letto dall'influenza
L'influenza di Silvio Berlusconi? Sicuramente un virus venuto dall'Est
I continui avvertimenti contro il Demone del Comunismo, l'utilizzo dei termini esageratamente catastrofici per descrivere l'opposizione, e il continuo ritornare sul tema dell'anticomunismo oltranzista, sembra mostrarci un Berlusconi preoccupato, che non riesce più ad utilizzare con successo l'arma dell'autocelebrazione e che ha bisogno di impugnare un armamentario fatto di demonizzazione degli altri e martirio proprio.
C'è qualcosa che non va in lui. Prima, per la sua politica, necessitava solamente fare passare il messaggio: ''Io sono il migliore''. Adesso in maniera allarmata, ad ogni sua dichiarazione deve sottolineare, non tanto quanto lui sia meglio, ma quanto siano terribilmente peggiori gli altri.
Ora, secondo voi, dopo gli ennesimi attacchi alla sinistra di questi ultimi giorni, Berlusconi a chi attribuirà la colpa della sua influenza che da due giorni lo tiene a letto e che ha fatto saltare il previsto incontro con la cara amica del caro amico, Condoleeza Rice?
E secondo voi, non sarebbe legittimo per il premier sospettare che il medico che lo ha ''costretto ad un riposo forzato'', non sia un insulso infiltrato bolscevico?
Ma pure se colpito e indebolito dal virus influenzale, che sicuramente arriva dall'Est (e quindi comunista!) il verbo del Cavaliere continua ad arrivare alla moltitudine di orecchie che vogliono e che non vogliono ascoltare.
Con le ultime forze, tre giorni prima che la malattia lo costringesse a letto, al Consiglio nazionale di Forza Italia, il premier era presente e forte ha incitato i suoi antiProdi ad impegnarsi contro il male e a puntare le energie migliore soprattutto alle politiche del 2006, ''Elezioni che dovremo, dovremo, dovremo vincere, perché sono necessari altri anni di lavoro per completare le riforme'', e principalmente perché non si può permettere alla sinistra di gettare l'Italia gli Italiani nel totale caos.
Anche il portavoce di FI, Sandro Bondi, è stato incaricato dal suo nume tutelare, costretto a letto, di portare questo messaggio al 44esimo congresso del Partito Repubblicano, dove il buon ambasciatore è stato accolto in mala maniera, con fischi e urlacci.
Bondi, stoicamente, si è preso addosso quello che malauguratamente poteva accadere al Cavaliere, che già troppe pene sta soffrendo, ma quello che doveva dire è riuscito a dirlo.
Il premier non è stato direttamente offeso dalle infami ingiurie e il verbo suo ha messo in guardia altri uomini dalla minaccia comunista. Insomma l'importante è stato fatto.