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Il presidente George W. Bush ammette: ''Sapevo delle tecniche di tortura negli interrogatori e li approvai''

14 aprile 2008

Dopo che il presidente americano George W. Bush ha annunciato il blocco del ritiro di ulteriori truppe americane dall'Iraq dopo luglio, dando così al generale David Petraeus "il tempo necessario per portare avanti le operazioni", e dopo che i combattimenti tra soldati americani e miliziani sciiti a Bagdad, hanno lasciato sabato scorso 13 vittime sul terreno, Bush in un'intervista a AbcNews ha ammesso di essere a conoscenza delle tecniche "dure" di interrogatorio usate dalla Cia per far parlare i terroristi, sia di averli autorizzate senza alcun problema.
George W. Bush, pur non avendo mai partecipato alle riunioni, sapeva che i suoi consiglieri per la sicurezza nazionale avevano discusso e approvato tecniche dure di interrogatorio usate dalla Cia per far parlare alcuni pezzi grossi di al Qaeda. "Cominciammo a studiare cosa fare per proteggere il popolo americano. Sapevo che il Consiglio di Sicurezza si era incontrato su questo argomento e avevo approvato", ha detto Bush.
Secondo la Abc i vertici dell'amministrazione discussero e approvarono nei dettagli metodi come il "waterboarding" (che produce in chi lo subisce la sensazione di annegare) e altre tecniche, come gli schiaffi e la privazione del sonno, in una serie di riunioni presiedute dall'allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleezza Rice.

E' la prima volta che il presidente Usa fa un'esplicita ammissione in proposito. Secondo Bush, non ci dovrebbe essere alcuna sorpresa che il vice-presidente Dick Cheney, l'allora consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleezza Rice, l'ex segretario di Stato Colin Powell, il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, il ministro della Giustizia John Ashcroft, il capo della Cia George Tenet si siano occupati in dettaglio del problema: "L'ho già detto al Paese e ho detto che era legale, avevamo pareri giuridici che ci permettevano di farlo. E non avevo alcun problema nel capire chi fosse Khalid Sheikh Mohammed, è importante che gli americani lo sappiano: è l'uomo che ha ordinato le stragi dell'11 settembre".
L'intervista di Bush segue le rivelazioni della Abc, seguite dalle dichiarazioni di un ex agente dei servizi all'Associated Press, sul coinvolgimento diretto dei vertici della Casa Bianca nell'autorizzazione dell'uso del waterboarding e delle altre tecniche coercitive, che però l'Amministrazione Bush si è sempre rifiutata di definire torture, nonostante la dottrina giuridica internazionale non abbia dubbi in proposito. Anzi, Bush davanti i microfoni della Abc ha difeso la tecnica del "waterboarding": "Avevamo pareri legali che ci autorizzavano a usarlo. E no, non avevo alcun problema nel cercare di capire cosa sapeva Khalid Sheikh Mohammed".

Alle riunioni nella Situation Room della Casa Bianca durate, secondo la AbcNews, mesi interi, non tutti erano d'accordo sul da farsi: in particolare dissensi furono sollevati da Powell e da Ashcroft, che pure era considerato un falco. "Perché discutiamo di questo alla Casa Bianca? La Storia non ci giudicherà con favore", avrebbe detto il ministro della Giustizia secondo la Abc. Ma la Rice non si fece impressionare: "Questa è la vostra creatura: andate avanti", fu la frase, non smentita, con cui diede il via libera agli uomini della Cia.
Secondo la AbcNews nelle riunioni le tecniche di tortura furono affrontate nei minimi dettagli e in alcuni casi le maniere forti furono addirittura "coreografate". Si parlò anche del numero di volte che gli agenti della Cia avrebbero potuto usare un singolo metodo. Vennero varate anche tattiche "combinate": l'uso di più di una tortura su un singolo detenuto per spezzare la resistenza di presunti terroristi considerati ossi particolarmente duri.

Contattati dalla Abc i portavoce di Tenet e Rumsfeld non hanno voluto rispondere. La Casa Bianca ha fatto lo stesso per Cheney e la Rice. Ashcroft non è stato raggiunto. Powell ha detto alla Abc di "non ricordare", ma di "non esser cosciente che si è parlato di metodi illegali".
Le rivelazioni rischiano particolarmente di nuocere politicamente a Condoleezza Rice, il cui nome è stato avanzato come uno dei possibili candidati alla vice-presidenza con il repubblicano John McCain. Il senatore dell'Arizona è infatti un fermo oppositore della tortura e considera il waterboarding una delle forme peggiori.

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14 aprile 2008
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