Il presidente libanese ha firmato l'estradizione per Dell'Utri
Michel Suleiman ha firmato il decreto poco prima della scadenza del suo mandato
Il presidente della Repubblica libanese, Michel Suleiman ha firmato il decreto di estradizione per Marcello Dell'Utri poco prima della scadenza del suo mandato.
La notizia è stata data dal giudice Ahmad al Ayubi, che segue la vicenda per il ministero della Giustizia. Il giudice Ayubi ha precisato che il decreto di estradizione diventerà esecutivo al momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale libanese, il cui prossimo numero dovrebbe uscire il prossimo giovedì, "a meno di edizioni straordinarie in caso di necessità". Solo allora, quindi, scatterebbero le operazioni per la consegna all'Italia, che fino a questo momento non è stata ufficialmente informata.
Gli uffici dell'Interpol a Roma e Beirut dovranno concordare la data della consegna e a quel punto alcuni agenti dell'Interpol saranno inviati dall'Italia con un aereo di linea per prelevare l'ex senatore di Forza Italia, condannato con sentenza definitiva a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa
Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri libanese all'estradizione, il 16 maggio scorso (LEGGI), si erano allungati più del previsto i tempi per la firma definitiva del decreto dalla massima autorità del Paese. Di conseguenza l'ex senatore azzurro, del quale era stato annunciato il rientro in Italia già per giovedì della scorsa settimana, era invece stato trattenuto in Libano. Il presidente Suleiman ha approvato il decreto in extremis, poche ore prima di lasciare il palazzo presidenziale di Baabda, sulle colline a nord di Beirut, alla fine del suo mandato. In precedenza il documento era stato firmato dal ministro della Giustizia, Ashraf Rifi, e dal primo ministro, Tammam Salam, come richiesto dalla normativa. Ma se il capo dello Stato non avesse dato anch'egli luce verde al provvedimento, i tempi per la consegna all'Italia si sarebbero potuti allungare di molto. Le forze politiche libanesi, infatti, non hanno ancora raggiunto un accordo per fare eleggere dal Parlamento il suo successore e quindi la carica di presidente sarà da domani vacante.
Dell'Utri, arrestato il 12 aprile all'Hotel Phoenicia di Beirut (LEGGI) e dal 16 aprile ricoverato in stato di detenzione all'ospedale Al Hayat (LEGGI), nel sud della Capitale, ha detto lunedì scorso di non volere ritardare l'estradizione e di non essere venuto in Libano per sottrarsi alla Giustizia (LEGGI). Ma ha annunciato che i suoi legali faranno ricorso presso la Corte europea per i diritti umani contro la sentenza con la quale la Cassazione ha confermato il 9 maggio la condanna inflittagli dalla Corte d'Appello di Palermo (LEGGI).
Il caso giudiziario è durato 20 anni. Era infatti il 1994 quando la Procura di Palermo avviò le indagini per mafia sull'ex senatore, che fu rinviato a giudizio nell'ottobre del 1996. Il primo processo, apertosi il 5 novembre del 1997 davanti al Tribunale di Palermo presieduto da Leonardo Guarnotta, era durato sette anni e si era concluso l'11 dicembre del 2004 con la condanna dell'imputato a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa, più due anni di libertà vigilata, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento per le parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo.
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]