Il prezzo del grano va giù ma quello di pane e pasta aumenta
La Coldiretti denuncia un ingiustificato aumento degli alimentari di prima necessità e il Codacons gli da man forte
"E' scandaloso l'aumento di pane e pasta mentre il grano viene pagato oggi agli agricoltori il 28 per cento in meno dello scorso anno". La Coldiretti non usa mezzi termini per descrivere la situazione dei pressi. "I dati relativi all'inflazione nel mese di agosto pubblicati dall'Istat evidenziano una crescita tendenziale del costo degli alimentari che è, senza alcuna giustificazione, di nove volte superiore al valore medio dell'inflazione".
Insomma prezzi che scendono per gli agricoltori, prezzi che salgono per i consumatori. Il costo però "non è giustificabile se non con la presenza di manovre speculative". Infatti "i prezzi al consumo di pane, pasta e cereali sono aumentati dell' uno per cento rispetto allo scorso anno, nonostante - denuncia la Coldiretti - la multa di 12,5 milioni dall'Antitrust al cartello dei produttori di pasta, mentre il grano duro da cui è ottenuta è calato del 28 per cento. Il grano duro viene pagato oggi 22 centesimi al chilo agli agricoltori mentre la pasta è venduta in media a 1,5 euro al chilo, secondo il servizio sms consumatori, con una moltiplicazione di oltre il 400 per cento dal campo alla tavola se si considerano le rese di trasformazione".
Il record della riduzione nei campi "si è verificato per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione nei campi del 31% rispetto allo scorso anno, ma in campagna sono in calo le quotazioni di vini e oli di oliva che su base annua hanno registrato, rispettivamente, contrazioni del 20% e del 5%, e anche della frutta (-30%)». Nell'attività di allevamento, continua l'associaizone agricola, «il confronto su base annua segnala una variazione negativa per i prezzi alla produzione di suini (-9%)". Ancora più accentuato il calo delle quotazioni dei lattiero-caseari, "che rispetto ad agosto 2008 registrano in media una flessione del 15%, mentre segnano un meno 8% i prezzi degli avicoli". Si è dunque verificato, osserva la Coldiretti, "un aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi aumentano quindi in media quasi cinque volte". In generale, "per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori".
"Siamo amareggiati di essere continuamente oggetto degli attacchi immotivati di Coldiretti dal momento che a luglio, e ancor di più ad agosto, i prezzi della pasta sono diminuiti in modo ben più significativo dell'inflazione, come confermano i dati Istat diffusi oggi" replica Massimo Menna presidente dell'Unipi (Unione Industriali Pastai Italiani). "In realtà, secondo i dati Istat, il prezzo della pasta di semola di grano duro è in calo già dal mese di luglio 2009 con una riduzione dello 0,7% rispetto al luglio 2008, flessione accentuatasi nel mese di agosto, determinando così un calo del 2,2% su base tendenziale annua. Attualmente - afferma Menna - i prezzi sembrano stabilizzati ed è difficile fare previsioni per il futuro". Il presidente degli industriali della pasta ci tiene a sottolineare come negli ultimi 12 mesi, caratterizzati dalla crisi, il consumo della pasta sia aumentato del 2%. "Questo vuol dire - conclude Menna - che la pasta, aiutando i consumatori a risolvere i problemi di spesa in un momento cosi' difficile, è divenuta una oggettiva soluzione e non un problema, come taluni continuano ad affermare".
Denuncia del Codacons per aggiotaggio alle 9 Procure siciliane e richiesta di sequestro delle bolle di acquisto di grano e farina
I numeri dimostrano chiaramente come in Italia esista una vera e propria speculazione sui prezzi, che contribuisce ad alimentare il fenomeno del "caro-vita' che da diverso tempo impoverisce le tasche dei consumatori e limita fortemente i consumi delle famiglie. "Il caso più emblematico - spiega Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons - è sicuramente quello del grano. In base ai dati forniti dalla Coldiretti, in un solo anno le quotazioni del grano sono scese del 28%; ciò significa che oggi un chilo di grano duro viene pagato circa 22 centesimi di euro agli agricoltori. A tale calo dei listini, non corrisponde però una diminuzione dei prezzi al dettaglio di pane, pasta e cereali, prodotti che al contrario ad agosto sono rincarati mediamente dell'1% rispetto allo scorso anno (dati Istat). Mentre un chilo di grano costa 0,22 euro, nei negozi un chilo di pasta costa mediamente 1,5 euro!
Dati che il Codacons ha inserito in un esposto presentato oggi alle Procure della Repubblica delle 9 province siciliane. Nella denuncia l'associazione chiede alla magistratura di aprire delle indagini per verificare sul territorio tali speculazioni e individuarne i responsabili, alla luce del reato di aggiotaggio. A tal scopo il Codacons invita esplicitamente le Procure a disporre il sequestro presso i panifici delle bolle di acquisto di grano e farina, per verificare le differenza tra i costi delle materia prime e i prezzi al dettaglio dei prodotti finiti".
Infine, Tanasi rivolge un appello alle istituzioni locali e nazionali affinchè sia incentivata su tutto il territorio la vendita di latte sfuso, sia per consentire risparmi alle famiglie, sia per aiutare un settore fortemente in crisi.
[Informazioni tratte da Corriere.it, Codacons.it]