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Il prezzo della Libertà?

Giuliana Sgrena è stata liberata dall'agente Nicola Calipari, ucciso dal ''fuoco amico'' degli americani

05 marzo 2005

Non c'è possibilità di gioire in pieno della liberazione di Giuliana Sgrena, l'inviata del Manifesto rapita a Baghdad un mese fa.
Non si potrà festeggiare gioiosamente per l'avvenuta liberazione della Pace.
Si potrà soltanto abbracciare una donna, liberata da un uomo che ha perso la propria vita per difenderla da quegli alleati che con ossessiva, patologica presunzione hanno sempre affermato di essere portatori di democrazia e pace.
Giuliana Sgrena è libera, ma non c'è pace in Iraq.
Giuliana Sgrena è libera, ma gli americani non tutelano la vita di nessuno.

Giuliana Sgrena è finalmente libera, Nicola Calipari, il funzionario del Sismi, il servitore dello Stato ammazzato dal ''fuoco amico'' americano, tornerà in una bara avvolta nel tricolore. Un eroe sconosciuto, che lascia una moglie e due figli. Insieme andavano verso l'aeroporto, ma i militari americani di stanza a un check-point hanno aperto il fuoco contro l'auto.
Nella sparatoria, Calipari - reggino, cinquant'anni, una carriera nella polizia prima e nei servizi dopo - ha protetto con il suo corpo la Sgrena. Ed è morto salvandola.

"C'è poco da dire, Giuliana è stata quasi ammazzata dagli americani", ha detto Pier Scolari, il compagno della giornalista del Manifesto, ripercorrendo l'assurdo epilogo del sequestro.
"Gli hanno sparato addosso. Gli americani hanno fermato le macchine che stavano trasportando Giuliana, hanno sparato 300-400 colpi ed hanno ucciso un uomo, senza alcun motivo". "Ci troviamo di fronte alla follia più assoluta - ha aggiunto Scolari - e siamo nella mani di pazzi. Hanno messo a rischio la vita di tutti. Non possiamo rimanere lì un minuto di più".
Il compagno di Giuliana Sgrena ha parlato di Nicola Calipari come di "uomo straordinario". Scolari ricorda di averlo conosciuto nei giorni scorsi, ma tanto è bastato perché proprio Calipari gli ha dato "la certezza che Giuliana sarebbe tornata a casa. Quando ho appreso della sua morte per mano dei soldati americani, dopo che tante volte mi aveva detto che rischiava che gli tagliassero la gola i sequestratori di Giuliana, ho provato un dolore che per un momento ha superato la gioia per la liberazione".

La notizia della liberazione, è giunta ieri intorno alle 18,30 italiane, con un secco annuncio della tv satellitare araba Al Jazeera. Gioia nella redazione del Manifesto, felicità mista a incredulità tra i familiari della donna - il padre Franco, la madre Antonietta, il fratello - che lo vengono a sapere dalla televisione. Subito dopo arriva la conferma ufficiale del rilascio.
In una catena di gioia e di sollievo che si propaga per tutta Italia, dall'ovazione al congresso di Rifondazione comunista a Venezia all'applauso nella sala stampa del Festival di Sanremo. E testimoniata anche dalle parole del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e del Papa ricoverato al Gemelli.
Poco dopo, Al Jazeera trasmette un ultimo video della Sgrena girato dai suoi sequestratori, con la giornalista tranquilla e rilassata che ringrazia i suoi rapitori, per averla trattata bene.
Intanto, a Bagdad, le cose prendono un'altra piega. Nella capitale irachena è ormai notte: e mentre un convoglio di tre fuoristrada blindati dei servizi di sicurezza militari italiani si dirige all'aeroporto, per far salire l'inviata del Manifesto a bordo del Falcon della presidenza del Consiglio, i militari Usa aprono il fuoco. Sparano, gli americani, e uccidono Calipari. Poi non fanno avvicinare nessuno per molti minuti. La giornalista del Manifesto è ferita, ma non la fanno nemmeno scendere dalla macchina. Poi la ricoverano.

Giuliana Sgrena è arrivata da poco in Italia. Sarà ricoverata all'ospedale militare del Celio, a Roma. Lì potrebbe essere subito ascoltata dal capo del Pool antiterrorismo della Procura di Roma, Franco Ionta. E' già in volo anche il velivolo che trasporta in Italia la salma di Nicola Calipari.

George W. Bush, al telefono ieri notte con ''l'amico Silvio'', ha assicurato che darà il via a una approfondita indagine per accertare le circostanze dei tragici avvenimenti che sono costati la vita a Nicola Calipari.
Su quanto è accaduto dopo la liberazione della Sgrena, è stata aperta anche un'inchiesta dalla Procura di Roma.

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05 marzo 2005
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