Il primo settembre del 2004, la piccola Denise...
La lettera di Piera Maggio, mamma della bambina scomparsa da Mazara del Vallo 11 anni fa
"Mia piccola Denise, continueremo a cercarti sempre, non molleremo mai. Anche se lontani, siamo vicini con il cuore e con la mente. Con il passare del tempo la burocrazia ha trasformato il nostro dolore in azioni meccaniche, prive di ogni sentimento, quasi a dimenticare che dietro questo dramma esiste la nostra sofferenza, la tua stessa vita".
Sono passati 11 anni dal giorno della scomparsa di Denise Pipitone, della piccola Denise. Era il primo settembre del 2004 e Denise, 4 anni ancora da compiere, spariva nel nulla, rapita mentre giocava sul marciapiedi di casa, tra le vie Castagnola e La Bruna, a Mazara del Vallo.
Oggi sul blog cerchiamodenise.it, Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone, della piccola Denise, ha pubblicato una lettera a lei inviata.
Da quel primo settembre della bambina si è perduta ogni traccia. Per quel sequestro - perché di sequestro si è trattato - è in corso a Palermo un processo di appello nel quale è imputata la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi (le due giovani hanno in comune il padre, Piero Pulizzi), che in primo grado è stata assolta dal Tribunale di Marsala dall'accusa di concorso nel sequestro. La sentenza di appello ora è attesa per il prossimo 2 ottobre.
"L'1 settembre 2004 la nostra vita è cambiata" prosegue ancora nella sua lettera Piera Maggio che punta il dito contro le lentezze oltre che della burocrazia anche della giustizia.
"Defraudata - aggiunge - dall'amore di mia figlia, ferita giornalmente da una apparente normalità giudiziaria e da un finto perbenismo mi chiedo come mai sono trascorsi tutti questi anni e chissà quanti ancora, perché si giunga a una vera verità e a una lenta e tanto attesa giustizia".
Piera Maggio, che non ha mai perduto la speranza di potere riabbracciare viva la figlia, conclude: "La nostra forte speranza di riabbracciare Denise è dentro di noi, al di là del pensiero di alcuni. Noi vogliamo che i mostri vengano assicurati alla giustizia e non lasciati liberi di vivere una vita indisturbati, sapendo di aver fatto del male".