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Il processo sull'omicidio di Graziella Campagna rimane a Messina, mentre la fiction a lei dedicata rischia ancora di slittare

06 marzo 2008

Il processo ai mafiosi accusati di aver ucciso Graziella Campagna, la diciassettenne impiegata di una tintoria di Saponara (ME) uccisa dalla mafia la sera del 14 dicembre 1985, per aver trovato in una camicia da lavare un documento che non avrebbe dovuto leggere, rimarrà a Messina. A deciderlo è stata la Settima sezione penale della Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso con il quale Gerlando Alberti jr, imputato dell'omicidio insieme a Giovanni Sutera, aveva chiesto la revisione del processo, per legittimo sospetto, ad altra sede giudiziaria.
I giudici della Corte d'assise di Messina dovrebbero emettere il loro verdetto per il 18 marzo.

Sul processo si è concentrata l'attenzione dopo che sul delitto Campagna è stata realizzata una fiction tv, 'La vita rubata' intrepretata da Beppe Fiorello, la cui programmazione è stata fatta slittare in attesa che la Corte d'assise esca dalla Camera di consiglio e pronunci la sentenza. La programmazione dovrebbe avvenire il 10 marzo ma il presidente della Corte d'appello di Messina, Nicol Fazio, ed il procuratore generale, Ennio D'Amico hanno chiesto al ministro della Giustizia, Luigi Scotti, di rinviare la messa in onda per evitare che i togati possano essere condizionati dalla visione del film
In attesa che il Guardasigilli e la Rai si pronuncino, il produttore della fiction Alessandro Jacchia della Albatross ha chiesto che a questo punto decida la magistratura con un provvedimento d'urgenza ex art. 700, “affinché stabilisca visionando il filmato ed accertando i fatti, se la fiction contenga elementi che possano fuorviare i giudici togati della Corte d'Assise”.

Come detto la fiction era stata rinviata già nei mesi scorsi dalla Rai, cosa che aveva scatenato le polemiche del protagonista Beppe Fiorello e di alcuni politici (leggi). Jacchia, presidente dell'Albatross Entertainment Spa e produttore insieme a Maurizio Momi del film, si dice “stupito” della richiesta di Fazio e D'Amico. “La vita rubata” è un'opera di fiction che racconta “l'odioso crimine per cui una banda di delinquenti, rimasti impuniti per circa vent'anni, ha sottratto la vita a Graziella Campagna, vittima di mafia su cui la magistratura ha già espresso la propria sentenza”. Jacchia prosegue: “Invitiamo la dirigenza della Rai ad esercitare la propria funzione di servizio pubblico difendendo il proprio diritto di cronaca e storiografia, nel rispetto dell'interesse delle parti ma soprattutto del pubblico e della famiglia Campagna che da vent'anni difende la memoria di Graziella, abbattuta da mafiosi a sedici”. Secondo Jacchia, “non si dovrebbero permettere censure preventive”.
Si appella al presidente Napolitano l'Associazione nazionale dei familiari delle vittime di mafia anche Piero Campagna, fratello di Graziella: “La Rai faccia servizio pubblico e trasmetta la fiction così come previsto”.

[Informazioni tratte da La Sicilia.it e La Stampa.it]

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06 marzo 2008
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