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Il Prodidodecalogo

''O così oppure me ne ritorno a fare il professore''. Le 12 condizioni di Romano Prodi sottoscritte da tutti

23 febbraio 2007

I dodici punti dodici dettati dal premier (o ex premier?) Romano Prodi - il 'Prodidodecalogo' insomma - per mettere il piedi un possibile ''Prodi bis'' e continuare a governare, sono stati scritti e approvati in tempo di record. Dopo poco più di un'ora tutti i leader del centrosinistra riuniti ieri sera a Palazzo Chigi hanno accordato le condizioni che il professore ha messo sul piatto per poter andare avanti.
La prima condizione è ''il rispetto degli impegni internazionali e di pace'', l'ultima l'autorità indiscutibile del premier che, come qualcuno ha detto, dovrebbe quasi avere l'importanza che ha un leader in una repubblica presidenziale.
Ma tentiamo di capire i punti... punto per punto.

C'è la politica estera con la missione in Afghanistan e la fedeltà alla Ue e alla Nato; non ci sono i Dico (che diventano materia parlamentare) e c'è la Tav; ci sono il riordino del sistema pensionistico e il rilancio di una politica della famiglia. Manca quasi completamente un riferimento a politiche sociali e del lavoro, ma è possibile che questi punti servissero più a definire le cose controverse lasciando implicite tutte quelle su cui non ci sono stati problemi nella maggioranza.
Una delle 12 condizioni arriva persino a definire Silvio Sircana, fedele e allampanata figura di Prodi,  portavoce unico del governo, e che il premier avrà l'autorità di fare la sintesi della posizione del governo in tutti i casi di disaccordo.
Insomma, il professor Romano l'aveva detto e adesso lo ha messo nero su bianco: ''Il comportamento e le azioni dei singoli, ministri e forze politiche, hanno costantemente provocato una litigiosità e una strisciante contrapposizione di posizioni che ha oggettivamente logorato tutto il governo''. Quindi adesso si fa il governo come dice Prodi, senza ''se'' né ''ma''.
Parole pesanti che, però, non sembrano aver offeso nessuno. Infatti tutti hanno sottoscritto.

Alla fine, Prodi è uscito da Palazzo Chigi ottimista: ''La riunione è andata bene, abbiamo fatto un documento, che è stato approvato, che ribadisce i punti fondamentali dell'azione in comune. Ora vediamo venerdì cosa decide il Presidente Napolitano. Spero ci siano i numeri per proseguire con l'azione di governo ma questo non era oggetto della riunione''.
Oggi è più sereno di ieri? è stato chiesto a Prodi. ''Sono sempre stato sereno e anche ottimista, bisogna esserlo sempre''.
Un ottimismo condiviso anche da Oliviero Diliberto (PdCi) che all'uscita da Palazzo Chigi ha detto: ''Proseguiamo insieme. Io sono molto soddisfatto''.
Il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha parlato del pieno accordo della maggioranza a ribadire la fiducia a Prodi e della necessità di ''garantire il pieno sostegno a Prodi e uscire rapidamente dall'impasse di questi giorni''. Massimo D'Alema si è detto convinto che, adesso, ''c'è un mandato forte per rilanciare l'azione del governo''. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, che all'interno dell'operato governativo più volte ha assunto posizioni ''radicali'',  ha fatto sapere che, stando alla sua ''personale contabilità, adesso i numeri ci sono''. Nella riunione di maggioranza, comunque, i ''numeri'' sarebbero rimasti sullo sfondo, ma si è parlato di un possibile rientro di Rossi e Turigliatto, i discussi dissidenti, che avrebbero garantito il voto di fiducia e di ''qualche piccolo acquisto al centro''.

Una critica però è arriva da chi alla riunione non c'era, il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero: ''La cosa che mi colpisce di più è quello che manca dal documento: il tema della precarietà, la lotta all'evasione, la lotta alla povertà, punti qualificanti, mi sembra non compaiano. Gli elementi di società non compaiono. Sembra uno schema in cui i livelli di emergenza sociale restano sullo sfondo. Per un governo di sinistra penso debbano avere un peso diverso''.

IL PRODIDODECALOGO
''Il governo in nove mesi di attività ha raggiunto obiettivi e risultati molto importanti per il Paese, completamente coerenti con il suo programma elettorale'', si legge nel documento sottoposto da Prodi ai leader dell'Unione. ''Tuttavia, contemporaneamente, questi risultati e questi obiettivi non hanno avuto modo di essere percepiti dall'opinione pubblica in tutta la loro novità e di esplicare tutti i loro effetti perché il comportamento e le azioni dei singoli, ministri e forze politiche, hanno costantemente provocato una litigiosità e una strisciante contrapposizione di posizioni che ha oggettivamente logorato tutto il governo''. ''Per queste ragioni la ripresa dell'attività di governo dovrà essere fondata su un patto e su comportamenti basati sui seguenti punti che, nell'ambito della complessiva attuazione del programma dell'Unione, ritengo prioritari e non negoziabili''.
Ed ecco i punti di Prodi:

1. Politica estera. ''Rispetto degli impegni internazionali e di pace. Sostegno costante alle iniziative di politica estera e di difesa stabilite in ambito Onu ed ai nostri impegni internazionali, derivanti dall'appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza Atlantica, con riferimento anche al nostro attuale impegno nella missione in Afghanistan. Una incisiva azione per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dalle comunità italiane all'estero''.

2. Scuola e cultura. ''Impegno forte per la cultura, scuola, università, ricerca e innovazione''.

3. Infrastrutture e Tav. ''Rapida attuazione del piano infrastrutturale e in particolare ai corridoi europei (compresa la Torino-Lione). Impegno sulla mobilità sostenibile''.

4. Fonti energetiche. ''Programma per l'efficienza e la diversificazione delle fonti energetiche: fonti rinnovabili e localizzazione e realizzazione rigassificatori''.

5. Liberalizzazioni. ''Prosecuzione dell'azione di liberalizzazioni e di tutela del cittadino consumatore nell'ambito dei servizi e delle professioni''.

6. Mezzogiorno. ''Attenzione permanente e impegno concreto a favore del Mezzogiorno, a partire dalla sicurezza''.

7. Riduzione della spesa pubblica. ''Azione concreta e immediata di riduzione significativa della spesa pubblica e della spesa legata alle attività politiche e istituzionali (costi della politica)''.

8. Pensioni. ''Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i giovani. Con l'impegno a reperire una quota delle risorse necessarie attraverso una razionalizzazione della spesa che passa attraverso anche l'unificazione degli enti previdenziali''.

9. Politiche della famiglia. ''Rilancio delle politiche a sostegno della famiglia attraverso l'estensione universale di assegni familiari più corposi e un piano concreto di aumento significativo degli asili nido''.

10. Incompatibilità. ''Rapida soluzione della incompatibilità tra incarichi, di governo e parlamentari, secondo le modalità già concordate''.

11. Portavoce. ''Il portavoce del presidente, al fine di dare maggiore coerenza alla comunicazione, assume il ruolo di portavoce dell'esecutivo''.

12. Autorità del premier. ''In coerenza con tale principio, per assicurare piena efficacia all'azione di governo, al presidente del Consiglio è riconosciuta l'autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del governo stesso in caso di contrasto''.

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23 febbraio 2007
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