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Il punto debole

Bufera sugli stipendi dei parlamentari: toccategli l'indennità e saltano in piedi come attreversati da una scossa!

04 gennaio 2012

"Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare, erogato ai nostri deputati, risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento". A precisarlo è una nota dell'ufficio stampa della Camera in merito al rapporto della commissione Giovannini sullo stipendio dei parlamentari.
L'indennità parlamentare in valori netti dei deputati italiani non è superiore a quella dei colleghi di Francia e Germania. Anzi, secondo dati elaborati dalla Camera, è leggermente inferiore: nel nostro Paese l'indennità è di circa 5000 euro contro i 5030 della Francia, i 5100 della Germania e i 5400 dell'Austria. Inferiore invece nei Paesi Bassi dove l'indennità degli onorevoli si ferma a 4600 euro.

La nota dell'ufficio stampa della Camera è arrivata ieri sera dopo la pubblicazione dei risultati della commissione Giovannini (LEGGI). A scatenare le polemiche tra i Poli è stato il confronto tra le indennità in Italia e nel resto dell'Ue: dai dati risulta che i deputati e senatori italiani si mettono in tasca il 60% in più rispetto alla media europea.
Le reazioni sono state varie. C'è chi si difende: "Prendiamo meno di tutti". Chi fa commenti sarcastici, come l'esponente pidiellina Alessandra Mussolini: "Affidiamo il completamento del lavoro della Commissione a Stella e Rizzo, i due giornalisti che hanno scritto sui privilegi della 'casta politica'". Tutti all'unisono denunciano: "Basta con l'antipolitica".
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha contestato: "Il documento è stato provvisoriamente acquisito dal sito del Dipartimento della Funzione pubblica, in assenza di una tempestiva e opportuna trasmissione ufficiale" al Senato da parte del governo. Poi ha precisato: "Le decisioni sui tagli saranno prese dal Consiglio di presidenza, unico organo deputato a decidere sulla materia". In serata si è fatto sentire anche l'ufficio stampa della Camera che ha sottolineato: "Tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l'ammontare netto dell'indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento".

A nome de Terzo Polo parla Italo Bocchino: "Il problema non è tanto il costo dello stipendio di ogni parlamentare, ma il numero di deputati e senatori che risultano essere troppi". L'Italia dei Valori, per bocca di Antonio Di Pietro, non fa distinguo e chiede tagli subito.
La prima a commentare i dati sugli stipendi d'oro, è proprio la Mussolini: "La Commissione Rizzo-Stella sarà capace di attuare gli auspicati tagli draconiani e rappresentare, anche in Europa, il punto di riferimento della equità e del rigore in politica". Le fa eco l'ex sottosegretario, Carlo Giovanardi, senatore dello stesso partito: "Appoggio la proposta di affidare a Rizzo e Stella il compito di fissare il trattamento economico dei parlamentari". Il questore della Camera, Antonio Mazzocchi del Pdl, non ha dubbi: "Stando ai dati della commissione Giovannini, i parlamentari italiani - molto contestati per una deriva anticasta che colpisce simboli e istituzioni nel nostro Paese - sono in Europa quelli che percepiscono di meno, non solo come somme da destinare ai collaboratori (3600 contro gli oltre 6000 della Francia e i quasi 15mila della Germania), ma come stipendio netto".
Secondo l'economista ed ex sindacalista Giuliano Cazzola, sempre del Pdl, "i dati sono incompleti e alimentano una polemica fascistoide contro la casta. Complimenti al professor Giovannini: ora sappiamo che le statistiche ufficiali del paese sono riposte in buone mani". "Attueremo i risparmi indipendentemente dai risultati della commissione Giovannini", ha detto Lucio Malan (PdL), segretario di presidenza del Senato. Critico Francesco Giro (PdL): "Caduto clamorosamente un bluff. I parlamentari italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi francesi, tedeschi e inglesi".

Per il Partito democratico è il segretario, Pier Luigi Bersani, a dare la linea: "Ben vengano altri tagli - ha detto il segretario del Pd - ma evitiamo titoli che non rendono giustizia alla condizione reale, altrimenti sembra che i parlamentari siano la causa di tutti i mali...". Antonio Misiani, deputato e membro della commissione bilancio: "L'obiettivo di abolire i privilegi va perseguito, ma evitando di inseguire l'antipolitica di alcuni titoli di giornale, basandosi sui dati reali e ricordando che non si parte da zero". Giorgio Merlo, sempre del Partito democratico, se la prende con la commissione: "Qual è la sua autorevolezza? Al di là della ormai nota, ripetuta e violenta propaganda contro il Parlamento, c'è un solo dato che purtroppo emerge. E cioè, la commissione Giovannini, formata da super esperti, ha snocciolato dati incompleti e inattendibili. Chiedendo, paradossalmente, altri 3 mesi di approfondimento". Per Sandro Gozi, del Pd, il lavoro della commissione non serviva: "La media europea vera - dice - nel rispetto della trasparenza, della riduzione dei costi e del rispetto della funzione parlamentare, è già stata fatta da anni al Parlamento europeo e basterebbe applicare quel modello a Camera e Senato".

Sulle tante polemiche esplose in queste ore, è intervenuto il presidente dell'Istat Enrico Giovannini, che ha guidato la commissione incaricata di studiare il livellamento retributivo degli eletti in Europa, e si è difeso: "Abbiamo dovuto affrontare delle difficoltà a causa della 'struttura retributiva' differente nei vari paesi. Se si guarda solo alle indennità si può fare una media. Ma ci sono anche gli altri aspetti: le spese di rappresentanza, beni e servizi, tutti elementi trattati in modo diverso nei vari paesi. E' impossibile fare una media e mi domando anche se sia il criterio migliore o se invece non conti raggiungere 'un livello di spese ragionevole e che rispetti le leggi dei vari paesi".
Al di là dei risultati, provvisori peraltro, della commissione Giovannini, Camera e Senato sono già al lavoro sui costi della politica e, spiegano ambienti parlamentari, Renato Schifani e Gianfranco Fini sono intenzionati a mantenere l'impegno di ridurre ulteriormente le spese entro la fine di gennaio.
Il prossimo capitolo su cui si interverrà è quello dei collaboratori. Finora ogni parlamentare disponeva di una somma destinata alle spese per lo staff. Una cifra forfettaria, senza alcun obbligo di dimostrare se e quanto pagato per i collaboratori. Si tratta si 3690 euro per ciascun deputato e 4180 per ogni senatore. L'intenzione, viene spiegato da fonti parlamentari, è quella di eliminare questa voce per far gestire direttamente alle amministrazioni di Camera e Senato le spese per gli staff. "Sarà il primo punto all'ordine del giorno della prossima riunione dell'ufficio di presidenza", si spiega da ambienti della Camera. Tra le ipotesi di lavoro sulla riduzione dei costi c'è anche quella di intervenire sul capitolo trasporti: basta voli e treni gratis per i parlamentari.
Dei tagli, al Senato, si occuperà il consiglio di presidenza, come specificato dallo stesso Schifani. Il presidente del Senato, però, ha voluto oggi coinvolgere nella questione anche i capigruppo di tutte le forze politiche di palazzo Madama, facendo inviare a tutti una copia del rapporto Giovannini.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

- Lo stenografo del Senato pagato come il re di Spagna di S. Rizzo e G. A. Stella (Corriere.it)

- Schifani, Casini e Rutelli: vacanze alle Maldive di P. Foschini (Corriere.it)

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04 gennaio 2012
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