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Il ''Rapporto Italia 2008'' dell'Eurispes: la fiducia degli italiani nei confronti delle Istituzioni è fortemente calata

22 gennaio 2008

Il 2007 "annus horribilis" per le istituzioni? A sentire l'Eurispes, decisamente sì. Sono stati anticipati ieri alcuni dei dati contenuti nel "Rapporto Italia 2008", pubblicazione che ogni anno fotografa i mille volti del Paese e che verrà presentata ufficialmente venerdì 25 gennaio.
I dati diffusi riguardano, in particolare, la fiducia degli italiani nelle istituzioni. Ne esce un quadro sconfortante soprattutto per governo, partiti e parlamento.
I reali risultati si potranno verificare solo nei prossimi mesi, precisano dall'Eurispes prima di spiegare che al campione è stato chiesto se è cambiata e in che modo la propria fiducia nelle Istituzioni nel corso dell'ultimo anno. I risultati? Quasi la metà (49,6%) degli intervistati afferma che la loro fiducia è diminuita; per il 40,7% è rimasta invariata, solo per il 5,1% è aumentata.
Rispetto a quanto rilevato ponendo lo stesso quesito nell'indagine campionaria dello scorso anno, quindi, risulta leggermente aumentata la quota di chi si sente meno fiducioso nelle istituzioni (nel 2007 era il 46,7%), mentre si è ridotta la quota di chi ha visto aumentare la propria fiducia (nel 2007 il 9,9%).

L'incrocio delle risposte per area politica di riferimento rivela che sono soprattutto gli intervistati di destra e di centrodestra a sentire diminuita nell'ultimo anno la propria fiducia nelle istituzioni (rispettivamente 70,5% e 60,9%). La quota di chi sente un aumento di fiducia, sia pur marginale, è più consistente tra i soggetti di sinistra e centro-sinistra. L'attuale coalizione di Governo, che rappresenta nel modo più immediato le istituzioni italiane, non sembra comunque soddisfare né i soggetti che si sentono rappresentati dall'area politica attualmente al Governo, né quelli di collocazione politica differente, poiché anche se in misura diversa un consistente calo di fiducia accomuna tutti gli interpellati.
E' stata poi analizzata nel dettaglio la fiducia dei cittadini nelle più importanti istituzioni dello Stato, rappresentate dalla politica e dalla magistratura. L'unico soggetto istituzionale che ottiene la fiducia della maggioranza del campione è il Presidente della Repubblica (58,5%) comunque in calo dal 63,2& del 2007; al secondo posto la magistratura (42,5% di fiduciosi), che vede però più della metà degli interpellati sfiduciati. Decisamente negativi i risultati relativi al Governo, che può contare sulla fiducia di un solo intervistato su quattro (25,1%) e, ancor più, al Parlamento, di cui dice di fidarsi soltanto il 19,4%, mentre l'anno scorso la percentuale era del 30,5%.
E sono i più giovani (18-24 anni) a manifestare la maggiore sfiducia nel Governo, soprattutto se residenti al Sud e nelle Isole.

La fiducia degli italiani è stata misurata anche in relazione ad altre istituzioni al di fuori dell'ambito politico. Le associazioni di volontariato si aggiudicano il primato in termini di fiducia: 71,6% di fiduciosi (il 26,6% molto, il 45% abbastanza). La percentuale è però in calo rispetto a un anno fa (78,5%). Al secondo posto, con oltre la metà di intervistati fiduciosi, i carabinieri (57,4%) e la polizia (50,7%).
La Chiesa e le altre istituzioni religiose raggiungono il 49,7% di fiduciosi, meno della metà, con una flessione notevole della fiducia rispetto al 2007 (60,7%). Anche l'istituzione scolastica appare in forte crisi: ispira fiducia solo ad un terzo del campione (33%; al 46,3% poca, al 19% addirittura nessuna), a fronte del 47,1% del 2007. Il 46,3% dei soggetti dicono di fidarsi della Guardia di Finanza, il 39,2% della Polizia penitenziaria. Ottengono la fiducia di una minoranza del campione le associazioni di imprenditori (23,5%), la Pubblica amministrazione (20%, in calo rispetto al 26,9% del 2007), i sindacati (19,5%, a fronte del 26,7% dell’anno precedente).

All'ultimo posto, prevedibilmente, i partiti, in cui ripone fiducia solo il 14,1% degli intervistati: ben la metà (50,8%) non si fida per niente, il 33,1% poco, il 9,6% abbastanza, Tale risultato è quasi analogo a quello del 2007 (12,6%), segno che la sfiducia nei partiti ha pervaso i cittadini già da anni e si è poi estesa anche alle altre istituzioni, quasi senza eccezioni.
Poiché l'ultimo anno è stato caratterizzato in buona parte da una sorta di contrapposizione tra politica ed antipolitica, tra i partiti e le prese di posizione di chi ha raccolto l'insoddisfazione popolare nei confronti della politica italiana, al campione è stato chiesto esplicitamente di indicare verso chi nutre maggiore fiducia. La quota più alta di intervistati dichiara di non fidarsi di nessuno (41,4%): né i politici né i personaggi esterni alla politica che, secondo questi soggetti, non possono farne le veci come guide ideologiche. I personaggi pubblici esterni alla politica, come Beppe Grillo o anche Nanni Moretti, ottengono in ogni caso maggiori consensi rispetto ai politici veri e propri: 21,6% contro 17%. Sono state d'altra parte numerose anche le mancate risposte (20%).

Per valutare, poi, in che modo la disposizione degli intervistati nei confronti delle istituzioni e della politica in particolare si traduce nel comportamento elettorale, sono state prese in esame le abitudini di voto del campione. La larga maggioranza - 77,1% - dichiara di andare sempre a votare alle elezioni; il 13,9% lo fa qualche volta, il 4% quasi mai, il 2,8% mai. Il valore relativo a chi vota sempre risulta in calo, seppure non in misura drastica, rispetto al 2006 (81,5%).
La scelta di non votare, quindi, non è segno di semplice disinteresse, ma anche di un'impossibilità di riconoscersi nelle figure politiche chiamate a rappresentare i diversi schieramenti. E questa tendenza, evidentemente, è in aumento nel nostro Paese. [Aise]

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22 gennaio 2008
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