Il "relitto profondo" di Ustica diventerà un museo subacqueo
Il relitto della nave romana si trova sul fondale a 200 metri dalla costa e a 80 metri di profondità
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Dal mare di Ustica sono state recuperate due anfore facenti parte del relitto della nave romana individuata, già nel 2019, nei fondali a 80 metri di profondità e 200 metri di distanza dalla costa, lungo l'itinerario della Falconiera.
Le due anfore, che fanno parte del cospicuo carico contenuto nel relitto romano del tipo Dressel 1, sono state riportate in superficie dalla missione guidata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
"Il recupero delle anfore - ha dichiarato l'assessore dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà - completa questa fase di indagine ed è necessaria ad attribuire una datazione certa al relitto della nave romana su cui la SopMare ha effettuato nei giorni scorsi i rilievi diagnostici necessari affinché possa procedersi alla musealizzazione sul luogo del ritrovamento".
Il cosiddetto "relitto profondo" di Ustica, una nave romana integra, era stato individuato in occasione del posizionamento sul fondale marino del "Cuore di Sebastiano", l'opera in marmo realizzata dal maestro Giacomo Rizzo in memoria di Sebastiano Tusa. In quell'occasione, durante l'immersione di ricognizione effettuata con il batiscafo dall'altofondalista Riccardo Cingillo, veniva individuato il relitto di una nave e un cumulo di anfore.
Durante le attività di recupero si è rivelato fondamentale il supporto tecnico fornito dal Dipartimento di studi classici e archeologia dell'Università di Malta diretto dal Professore Timmy Gambin, che è intervenuto alle operazioni con il proprio team di tecnici e altofondalisti.
"Sono state operazioni impegnative ed emozionanti - ha dichiarato la Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni - che ci hanno consentito di lavorare in team con l'Università di Malta e di realizzare un'interessante documentazione videofotografica, a 360 gradi con rilievi in 3D del relitto. Sono molto grata a tutto il team della Soprintendenza del Mare che ha operato con la consueta professionalità, testimoniando come questo lavoro non possa svolgersi senza una forte carica ideale e di entusiasmo".
"Con la passione e la professionalità che ci ha trasmesso Sebastiano Tusa - ha concluso la dottoressa Li Vigni - abbiamo riunito le più alte professionalità nel campo della ricerca strumentale in alto fondale documentando il primo relitto romano integro trovato a Ustica a 80 mt che verrà musealizzato in situ per far parte di uno degli itinerari archeologici sommersi".