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Il Rhyncophorus ferrugineus, meglio conosciuto come ''punteruolo rosso'', sta uccidendo tutte le palme d'Italia

22 gennaio 2008

Sembra non vi siano soluzioni adatte per fermare l'emergenza fitosanitaria causata dalla presenza del Rhyncophorus ferrugineus, meglio conosciuto come ''punteruolo rosso'', il coleottero-killer che in questi mesi ha infestato e ucciso le palme in tutta Italia.
Migliaia le piante di ville pubbliche e private, giardini storici e viali alberati, aggredite dal coleottero. Purtroppo non esiste ancora il decreto ministeriale di lotta obbligatoria contro il il vorace scarafaggio nonostante l'allarme sia scattato già da un bel un pezzo, lanciato dall'Organizzazione per la Protezione delle piante mediterranee ed europee (Eppo) che ha emesso il massimo livello di attenzione caratterizzato dal codice "Alert".
Botanici, agronomi e giardinieri sono però in affanno e vicini alla resa totale: "Non c'è rimedio", dicono, e sfinita dai molteplici tentativi vedono questa ''peste delle palme'' divorarsi le palme di tutto lo stivale.

Governatori, presidenti e sindaci delle varie regioni hanno organizzato tavoli tecnici, messo su squadre di intervento, ma la sensazione è che i mezzi approntati non bastano.
E' lungo l'elenco di palme che potrebbero essere attaccate dal punteruolo rosso, ma finora il coleottero in Italia ha preferito quelle del genere phoenix e, in particolare, la palma canariense (Phoenix canariensis). Nel solo Lazio, ad esempio, sono stati abbattuti 400 esemplari. Il punteruolo rosso ha attaccato anche le palme della Puglia, "Abbiamo sradicato centinaia di esemplari" dicono del servizio fitosanitario regionale, e in Sicilia, dove in quasi tutte le province le piante attaccate sono tantissime. Fra le ultime, per esempio, quelle del Policlinico di Palermo, cinque grandissimi esemplari di palma canariense.

Ma cosa c'è da fare se una pianta viene attaccata? "Nulla, la pianta è spacciata - spiega Stefano Colazza, docente di Entomologia forestale - E' possibile solo un contenimento dell'infestazione. Al momento non c'è la panacea e se riusciremo a riportare tutto in equilibrio sarà solo il frutto dell'adozione di un insieme di sistemi, con diversi approcci".
Il maschio del punteruolo scava nello stipite e attira con i feromoni le femmine. Le larve si cibano dei tessuti e scavano gallerie molto lunghe. In meno di un mese la palma è al tappeto, e può anche crollare a terra. Il coleottero è in Europa dal '94 e ci ha messo undici anni per raggiungere l'Italia e stravolgere il paesaggio di giardini romantici e all'italiana, viali storici e ville private. Il Rhyncophorus ferrugineus, così chiamato per l'aspetto rossastro della livrea, nel 1987 giunge in Arabia, cinque anni dopo è la volta di Iran, Egitto, Palestina e Israele. Nel 1993 è in Spagna. L'ingresso in Italia avviene nel 2004, attraverso una partita di palme egiziane acquistate da un vivaista pistoiese.

Non tutti si arrendono però. C'è chi prova bombe chimiche, ben sapendo che impiegandole altera i cicli biologici di altre specie, e chi non si rassegna a perdere pezzi della memoria degli avi. E' il caso del conte Lucio Tasca che a Palermo spende duemila euro al mese per mantenere in efficienza il viale di palme che dà ingresso alla villa che ospitò Richard Wagner.
Ciro Petrotti, capo del Servizio fitosanitario regionale siciliano, dice: “Chi ha un minimo di fondi deve provvedere da sé. Noi diamo l'ok per l'abbattimento, possiamo prestare il nostro personale per il sopralluogo, affinché le procedure avvengano nel rispetto del protocollo di sicurezza, ma non possiamo fare altro. Ci sono più di seicento segnalazioni solo a Palermo, contiamo sullo spirito di collaborazione dei privati. Dal canto nostro mettiamo a disposizione i biotrituratori, per ridurre ai minimi termini gli stipiti abbattuti”.
A Trapani si è invece rafforzata l'équipe del Servizio fitosanitario, con cinque gruppi di lavoro che tenteranno entro la prima decade di marzo di abbattere gli esemplari morti. Erice e Pizzolungo le zone più colpite dal rincòforo.

Da qualche giorno Ustica è il primo comune siciliano, e forse anche dell'intera Penisola, ad avere vietato l'ingresso delle palme nel suo territorio. Il provvedimento, firmato dal sindaco Aldo Messina, trae spunto dalla notizia che anche Lampedusa è stata invasa dal punteruolo rosso. “Stiamo cercando di fare una lotta preventiva - ha spiegato Gaetano Caminita, responsabile dell'ufficio Attività produttive del Comune di Ustica -. Al momento non c'è alcuna segnalazione. L'isola non è grandissima, abbiamo fatto sopralluoghi e non ci sembra che esistano focolai di infezione. Tuttavia abbiamo affidato a Bruno Massa, entomologo dell'Università di Palermo, l'incarico di monitorare l'isola”.

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22 gennaio 2008
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