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Il Riesame deciderà sull'arresto di Dell'Utri tra sabato e lunedì

Il collegio si è riservato di decidere dopo aver ascoltato le richieste del pg Luigi Patronaggio e la difesa

24 aprile 2014

Si è tenuta questa mattina al Tribunale di Palermo l'udienza del Riesame per discutere l'istanza contro l'arresto di Marcello Dell'Utri, presentata dai legali dell'ex senatore, ancora ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale di Beirut, in Libano.
Secondo gli avvocati Giuseppe Di Peri e Massimo Krogh, Dell'Utri a inizio aprile non avrebbe tentato la fuga all'estero in attesa della sentenza definitiva della Corte di Cassazione che dovrà decidere sulla condanna a sette anni di carcere dell'ex manager di Publitalia. Secondo il pg Luigi Patronaggio, invece, Dell'Utri avrebbe tentato di rendersi irreperibile in attesa della sentenza della Cassazione inizialmente prevista per il 15 aprile e poi rinviata al 9 maggio.
La Procura generale ha depositato agli atti del procedimento l'informativa della Dia, risultata decisiva per l'arresto di Dell'Utri, emesso dalla Corte d'Appello di Palermo lo scorso 8 aprile per "pericolo di fuga".

Il giudice Giacomo Montalbano si è riservato di decidere sul provvedimento di arresto. I legali dell'ex senatore al termine dell'udienza hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Il collegio si è riservato dopo aver ascoltato le richieste del pg Patronaggio e la difesa. La decisione - considerata la giornata festiva di domani - è attesa tra sabato e lunedì.
L'udienza della Cassazione è fissata per il 9 maggio. Il 12 maggio invece scadranno i termini dell'arrestato previsti dalla legge libanese nei casi di richiesta di estradizione.

Sulla vicenda di Dell'Utri, Gianfranco Micciché, capolista di Forza Italia nella circoscrizione Isole per le Europee, a La Zanzara su Radio 24, ha detto: "Il mio amico Dell’Utri è accusato ingiustamente e io continuo a pensare che non sia un mafioso. La penso in modo opposto a quello che ha deciso la magistratura. Se qualcuno mi dimostrerà il contrario, farò buon viso a cattiva sorte".
E la vicenda Mangano? "Parliamo veramente di quello che è successo - ha risposto Miccichè -. Dell’Utri non ha detto che è un eroe in assoluto, ma un eroe perché nonostante tutto non ha detto quello che volevano fargli dire, cioè cose non vere. È ovvio che è un mafioso, non un eroe. Ma per gli stimoli che gli hanno fatto per parlare è una persona di coraggio".

Dell’Utri e il reato di concorso esterno in associazione mafiosa - Sono tanti i nomi eccellenti finiti nelle maglie del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, di cui il Pdl ha chiesto un dimezzamento della pena e l’ha sostanzialmente ottenuto grazie alla nuova legge sul voto di scambio politico mafioso.
Una vicenda su cui sono accesi i riflettori, ovviamente, è quella di Marcello Dell'Utri, ex dirigente Fininvest, fondatore con Berlusconi di Forza Italia, deputato, eurodeputato, senatore fino alla scorsa legislatura: il 25 marzo scorso è stato condannato a 7 anni di reclusione dalla corte di Appello di Palermo.
La sua storia giudiziaria iniziata nel 1994 con l'iscrizione nel registro degli indagati per concorso in associazione mafiosa, è passata per due condanne in primo e secondo grado, un annullamento con rinvio da parte della Cassazione ed è poi tornata in secondo grado. Ora la parola spetta nuovamente entro la Cassazione: se non si pronuncerà entro il 2014 scatterà la prescrizione.

Attualmente imputato di concorso esterno al clan dei casalesi Nicola Cosentino, ex numero uno del Pdl in Campania, deputato per quattro legislature consecutive dal 1996 al 2008. Il 15 marzo scorso è stato arrestato, dopo essersi costituito presso il carcere di Secondigliano.
È stato invece assolto dall'accusa di concorso esterno in mafia, ma non da quella per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, per la quale è stato condannato a 7 anni, Salvatore Cuffaro, che ha militato nella Dc, nel Cdu e poi nell'Udc, è stato presidente della Regione Sicilia e senatore: l'assoluzione è legato proprio al fatto che era già stato condannato per gli stessi fatti nel processo per favoreggiamento.

Anche un altro ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, è invece imputato per concorso esterno. Altro caso importante è quello di Calogero Mannino, politico siciliano che militò nelle fila della Dc: nel 1994 fu aperta un'inchiesta nei suoi confronti dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa: il 14 gennaio 2010 Mannino è stato assolto definitivamente dalla Cassazione. Sorte diversa per l'ex numero tre del Sisde, Bruno Contrada: arrestato il 24 dicembre 1992 sulla base delle dichiarazioni di diversi pentiti tra cui Buscetta e e Mutolo, è stato condannato a 10 anni di carcere nel maggio 2007.

A rapporti con la mafia è legato anche il nome di Giulio Andreotti, morto il 6 maggio scorso, che in realtà ricevette nel '93 un avviso di garanzia per concorso esterno, accusa poi modificata in partecipazione ad associazione mafiosa: il 28 dicembre 2004 la Cassazione confermò l'assoluzione.

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24 aprile 2014
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