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Il riordino delle partecipate: una bomba ad orologeria

L'allarme dei sindacati: "La liquidazione delle società metterà in discussione circa seimila posti di lavoro"

10 aprile 2013

"La Regione siciliana cederà un bel po' di società partecipate riducendole a sei, rispondenti ad altrettante aree strategiche".
Questo uno degli ultimi annunci "rivoluzionari" del presidente Rosario Crocetta (LEGGI). Annuncio che sembra aver innescato una bomba ad orologeria destinata a esplodere, con gli effetti di gravi risvolti occupazionali.
Il piano di riduzione, già varato dalla giunta Lombardo, prevede un taglio delle attuali 30 società a 12 e che dovrà essere ulteriormente rivisto in considerazione di una legge nazionale che prevede che vengano mantenute in vita solo quelle che ricavano almeno il 10% del volume d'affari da commesse private. Con questa norma anche alcune di queste 12 società potrebbero non avere molta speranza di sopravvivenza se non trovano un partner privato. Così è a rischio il posto di sei mila dipendenti, le cui sorti non possono che rimanere incerte almeno per ora.

Stando ai dati elaborati dalla commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana avrebbero la possibilità di sopravvivere non sei ma soltanto tre società: Sicilia&Servizi, Irfis e Riscossione Sicilia. E i tempi rimangono stretti. "Se il Governo decidesse di tentare la ricerca di un socio privato - ha spiegato il presidente della Commissione Bilancio, Nino Dina -, e dunque di aprire le società al mercato, dovrebbe attivare le procedure entro giugno", altrimenti scatteranno le procedure di liquidazione.
Oggi è in programma un’audizione del Governo in Commissione e l'assessore all'Economia, Luca Bianchi, illustrerà una proposta di ddl che prevede la riduzione ulteriore da 12 a 6 società, con accorpamenti per aree tematiche e la rassicurazione che i livelli occupazionali verranno mantenuti.

Intanto, cresce la preoccupazione tra i sindacati. "Il riordino delle partecipate - dice Ferruccio Donato, segretario della Cgil Sicilia - è uno dei temi su cui la Regione siciliana è in ritardo, nonostante le ripetute sollecitazione del sindacato: che si debba procedere in tal senso è dunque fuori di dubbio. Bisogna però che il governo eviti soluzioni estemporanee e unilaterali, confrontandosi con le parti sociali per giungere a un progetto condiviso. E' un processo complesso quello del riordino delle partecipate che deve essere incardinato in modo da raggiungere l'obiettivo dell'efficienza, coniugato a quello della lotta agli sprechi. Nel contempo vanno date certezze ai 6 mila lavoratori interessati. La Cgil - conclude Donato - ribadisce il proprio no a qualunque forma di macelleria sociale e invita il governo regionale ad agire in modo chiaro e ponderato, discutendo con i sindacati, per non gettare nel panico migliaia di lavoratori".

Una presa di posizione arriva anche dalla Cisl attraverso il suo segretario Maurizio Bernava: "No a scelte unilaterali. No a percorsi solitari sulle partecipate: prima della legge - dice il leader cislino - il governo regionale apra il confronto con sindacati, enti locali, Ars. Siamo preoccupati che avventure solitarie del governo regionale possano produrre solo danni. Quindi prima di presentare leggi che a parole dicono di tutelare l'occupazione, occorre un confronto preventivo che porti a una strategia comune da costruire tra governo regionale, commissione Bilancio dell'Ars, enti locali e sindacati". "E' da almeno tre anni - ricorda Bernava - che chiediamo ai governi regionali, ai passati come all'attuale, di dare linee guida di indirizzo sulla questione: era uno dei punti fondamentali della manifestazione del primo marzo 2012 fatta da tutte forze sociali assieme, sindacali e imprenditoriali. Ora, che si scopre di non poter più perdere tempo, temiamo che si arrivi a soluzioni inadeguate".

Per Bernava "la liquidazione delle società partecipate metterà in discussione circa seimila posti di lavoro: la strategia - osserva - deve consentire di avviare un processo di ristrutturazione e risanamento che non produca un massacro sociale. A quel tavolo comune - conclude il segretario della Cisl - si vedrà la capacità di coniugare l'esigenza vincolante di risanare con quella di tutelare l'occupazione e la tenuta sociale".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

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10 aprile 2013
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